MAURA y MONTANER, Antonio
Uomo politico spagnolo, nato a Palma di Maiorca il 2 maggio 1853, morto a Madrid il 13 dicembre 1925. Recatosi a Madrid per studiarvi legge, ebbe la fortuna di conoscere il Gamazo; e questa amicizia, che poi trasformò in parentela, gli rese agevole l'inizio della carriera forense e politica. A 26 anni deputato di Maiorca alle Cortes - e questo collegio gli fu sempre favorevole - diede il suo nome al partito liberale, di cui era membro il Gamazo; e ben presto, divenuto il più affascinante oratore delle Cortes dopo il Castelar, si distinse per il complesso di riforme da lui proposte e attuate in seguito come ministro: il riordinamento amministrativo del paese e la riorganizzazione della marina da guerra. Vicepresidente del Congresso nel 1886, accettò dal Sagasta un portafoglio soltanto quando questi aderì al programma protezionista e di stretta economia del Gamazo (dicembre 1892). Ministro d'Oltremare, affrontò la questione cubana, proponendo la concessione di una relativa autonomia; ma la sua idea fu avversata nella Spagna e poiché il Sagasta non lo sostenne lealmente, preferì dimettersi (marzo 1894). Non gli riuscì di fare approvare il progetto neppure alla fine dell'anno, quando rientrò nel ministero con il portafoglio di Grazia e Giustizia, che tenne sino al marzo 1895. Seguirono anni tristissimi. Il M. ritornò al potere soltanto nel dicembre 1902 come ministro degl'Interni nel gabinetto conservatore del Silvela; e allora creò l'Istituto di riforme sociali, regolò le spese provinciali e comunali, presentò un progetto di legge sull'amministrazione comunale e, d'accordo con il ministro della Marina, sostenne la necessità di costruire subito una flotta da guerra. Ma accusato d'essere clericale e reazionario, avversato da quasi tutta la stampa, alla quale aveva tagliato i viveri, combattuto dai liberali per l'esito delle elezioni favorevoli ai repubblicani, dovette lasciare il potere nel luglio 1903. Lo riassunse però alla fine dello stesso anno, e come presidente del consiglio, per tenerlo sino al dicembre 1904. Ma è particolarmente importante quanto egli fece nel seguente ministero conservatore che diresse dal gennaio 1907 in poi. Con un nuovo progetto di riforma amministrativa si tentò di appagare le tendenze separatiste esistenti nel paese, inaugurando la politica della rivoluzione "desde arriba"; si preparò un progetto di armamenti navali; per soffocare gli attentati terroristici si resero più rigorose le leggi esistenti. Ma il M. poco accortamente diresse la discussione della legge amministrativa, che arenò nelle secche parlamentari; la stampa, riunita in un vero e proprio trust, tornò a muovergli guerra senza quartiere; la sinistra organizzò il blocco delle sue forze contro di lui; si aggiunsero poi le dolorose sconfitte della guerra di Melilla. I socialisti e gli anarchici provocarono dei disordini; e nella "settimana tragica" la rivoluzione dominò Barcellona. Il M. allora volle che fosse eseguita la condanna a morte del Ferrer. Ma le Cortes si dichiararono contrarie alla sua politica, e il M. si appartò dalla vita politica, tornando alla presidenza del consiglio durante la guerra mondiale, che lo vide capo del partito neutralista (1917-18). Nel seguente difficilissimo periodo ebbe di nuovo il governo nel 1921. Infine l'avvento al potere di Primo de Rivera segnò la fine della sua carriera politica. Dal 29 novembre 1903 fu presidente della R. Accademia spagnola.