maturare
Sempre in senso figurato; vale principalmente " compiere ", " portare a termine ": Spirto in cui pianger matura / quel sanza 'l quale a Dio tornar non pòssi (Pg XIX 91), in cui il pianto, la sofferenza, porta a compimento la purificazione, necessaria per salire a Dio (l'espressione è ripresa al v. 141 mio pianger... / col qual maturo ciò che tu dicesti).
Alcuni commentatori antichi e moderni intendono però altrimenti il passo sopra citato, dando a m. il valore di " accelerare ", " affrettare ": spirito in cui la sofferenza accelera il processo di purificazione che permette il ritorno a Dio. L'uso in questione, col valore di " accelerare ", " urgere ", " approssimarsi velocemente ", è proprio del latino classico (cfr. Virgilio Aen. I 137 " maturate fugam ") e di quello cristiano (Passio ss. Mariani et lacobi, ediz. Franchi de Cavalieri, 2, p. 48, 15 " [martyrii] hora iam maturante "); ugualmente noto nel latino medievale (cfr. Papias Vocabulista, sub v.: " Maturare: accelerare, repraesentare, gubernare ").
In Pd XXV 36 m. indica il raffinamento e il perfezionamento delle facoltà sensitive (nel caso specifico, della vista) di D., creatura mortale, in virtù di una luce celeste su lui irradiata dalle anime sante: ciò che vien qua sù del mortal mondo, / convien ch'ai nostri raggi si maturi.
In Cv IV XXI 4 l'umano seme... e matura e dispone la materia a la vertù formativa, forma con dispone una dittologia sinonimica e quindi equivale ad " apprestare ", " apparecchiare ", " rendere atto a ".
Vari codici e molte edizioni, in If XIV 48, recano maturi al posto di marturi; cfr. martirare, e Petrocchi, Introduzione 176-177.