UGONI, Mattia.
– Nacque a Brescia nel 1446 da Bonifacio e da Maddalena Testi.
Destinato alla carriera ecclesiastica, intraprese gli studi di teologia e giurisprudenza presso l’Università di Padova, dove conseguì il titolo di dottore in utroque iure. Dal 1483 ricoprì l’incarico di notaio e canonico a Creta, all’epoca parte della Repubblica di Venezia; successivamente, venne nominato vicario generale da Girolamo Lando, arcivescovo di Creta e legato pontificio, del quale Ugoni fu anche segretario. Tra il 1483 e il 1490 visitò Costantinopoli dove, grazie alla buona conoscenza del greco, ebbe contatti con i canonici di S. Sofia.
Nel 1490 ritornò a Brescia come canonico della cattedrale e nel 1501 venne nominato vicario generale della diocesi di Verona dal cardinale Giovanni Michiel, vescovo della città. Nel 1502 fece restaurare il palazzo vescovile, probabilmente dall’architetto Giovanni da Verona; in questa occasione venne eretta la nuova porta esterna dell’edificio. A partire da questi anni, inoltre, Ugoni avviò un’intensa opera di promozione culturale, invitando a Verona lo stampatore Bernardino Misinta e agevolando l’apertura a Brescia di una nuova stamperia, diretta dal maestro Rondo de’ Rondi coadiuvato probabilmente dallo stesso Misinta; tale progetto era volto al contrasto del monopolio che i fratelli Britannici esercitavano nell’editoria bresciana. Secondo quanto riportato nel Museum Mazzucchellianum di Pietro Antonio Gaetano (1761, p. 168), inoltre, Ugoni promosse l’edizione del trattato del XIII secolo Quaestionum dominicalium et veneralium di Bartolomeo da Brescia.
Nel 1503 a Giovanni Michiel succedette come amministratore apostolico di Verona Marco Corner, che confermò Ugoni nella carica di vicario episcopale. In questa veste, il 15 febbraio del 1503 convocò e presiedette un sinodo diocesano, durante il quale venne promulgata una costituzione riguardante l’inserimento nell’Ufficio della memoria liturgica di trentasei santi vescovi della diocesi di Verona. Nel 1504 Giulio II nominò Ugoni vescovo di Famagosta, città dell’isola di Cipro facente parte dei domini della Repubblica di Venezia; in occasione di questo evento venne probabilmente realizzata una medaglia in bronzo, custodita fino al XVII secolo dalla famiglia Ugoni e descritta e riprodotta nel Museum Mazzucchellianum (1761, pp.168 s.), raffigurante il busto del vescovo su un verso e sull’altro una bilancia coronata dal motto «Trutinae examine castigato». Il 28 novembre 1505 presenziò, insieme al suffraganeo di Verona Antonio Zio, alla promulgazione della bolla Quoniam donum per l’istituzione di una nuova mensa cittadina.
Nel 1507 pubblicò a Brescia, presso l’editore Giovanni Battista Pontano, il Libellus de patriarchali praestantia, trattato dedicato a Marco Corner, dal 1507 patriarca latino titolare di Costantinopoli.
L’opera, conosciuta anche con il titolo De eminentia patriarchali (Tiraboschi, 1824) tratta della storia del titolo di patriarca nel cristianesimo orientale e occidentale, del rapporto gerarchico tra le diverse sedi patriarcali, tra i patriarchi e i vescovi e tra i patriarchi e il papa; venne ristampata nel 1510 da Giovanni Antonio Bresciano presso Toscolano Maderno (Brescia) con il titolo Libellus de patriarchali praestantia e poi ripetutamente in seguito. Strutturato in forma di dialogo tra due personaggi, il maestro Phamaugustanus e il discepolo Bonfilius, il trattato contiene anche alcune informazioni biografiche sulla vita dell’autore.
Nel 1510 Ugoni intraprese un viaggio in Francia al seguito del cardinale Carlo Domenico Del Carretto, marchese di Finale e luogotenente di Luigi XII a Brescia. Come testimonia l’elenco dei vescovi presenti (Mansi, 1902), nel 1514 partecipò alla IX sessione del Concilio Lateranense V, al termine della quale Leone X promulgò la bolla Supernae dispositionis (5 maggio 1514) sulla riforma della Curia. Lo stesso pontefice lo inviò nel 1517 come vicelegato pontificio a Viterbo, esperienza che si concluse nel 1519 con il ritorno a Brescia, dove il vescovo Paolo Zane lo nominò suo vicario generale.
Nel 1519 venne aperta un’inchiesta a seguito di una caccia alle streghe promossa da Lorenzo Moggi, vicario di Girolamo da Lodi, inquisitore di Brescia e Crema; al vescovo di Famagosta e a Bartolomeo Assonica, dominicano e vescovo di Capodistria, venne affidata da Altobello Averoldi, vescovo di Pola e legato di Leone X a Venezia, la revisione dei processi e dell’opera degli inquisitori durante le cause per stregoneria intentate negli anni 1518-19. Nel 1520 si adoperò per il recupero dei fondi necessari alla realizzazione dello stendardo per la compagnia dei Custodi delle Sante Croci di Brescia, affidata ad Alessandro Bonvicino, detto il Moretto. Lo stesso pittore realizzerà nel 1529 la decorazione della cappella nel palazzo di proprietà di Ugoni (oggi incorporato nel palazzo Martinengo Cesaresco), nella quale è rappresentato Mosè inginocchiato davanti al roveto ardente.
In qualità di vicario episcopale di Brescia, il 4 ottobre 1519 dedicò la chiesa del nuovo convento dei frati minori osservanti e, nel 1529, pose la prima pietra del nuovo bastione della porta occidentale della città. Nel 1523 venne inviato da Clemente VII come legato pontificio a Parma; allo stesso anno risale un epigramma, inserito in una più ampia orazione, dedicatogli dal letterato parmigiano Bernardo Bergonzi. Nel 1530 il nipote Giovanni Francesco Ugoni gli succedette come vescovo di Famagosta. Nel 1531 morì il vescovo di Brescia Paolo Zane e gli succedette, in qualità di amministratore apostolico, il cardinale Francesco Corner, dal quale Ugoni venne confermato come vicario episcopale.
Nel 1532 pubblicò presso l’editore Paganino Paganini di Brescia il suo secondo trattato, De conciliis, noto anche con il titolo di Synodia Ugonia; l’opera è preceduta da una dedica a cinque cardinali, tra i quali Alessandro Farnese, che riporta la data del 1531. Dopo una introduzione nella quale vengono criticati duramente i costumi degli ecclesiastici, il trattato prende in esame, in prospettiva sia storica sia giuridica, la questione del rapporto tra il papa e il concilio, sostenendo l’origine medievale della teoria della subordinazione del concilio al papa. Divisa in quattro parti (Praeludia, Dispositio, Potestas, Dissolutio) l’opera, come dimostrano il numero di riedizioni (1534, 1563, 1565 e 1568) e di citazioni in testi posteriori, ebbe molto successo e contribuì ad accrescere la fama del vescovo bresciano come esperto di diritto canonico. La notorietà di Ugoni è testimoniata, per esempio, dalla menzione della sua figura all’interno di un più ampio elenco di bresciani illustri inserito, a partire dall’edizione (postuma) nella Descrittione di tutta Italia di Leandro Alberti (Venezia 1561, p. 402), dove viene ricordato come «dottor di leggi».
Ammalatosi nel novembre 1535, morì a Brescia il 3 dicembre dello stesso anno e venne sepolto nella locale chiesa di S. Giuseppe, della quale aveva posto la prima pietra nel 1519; allo stesso convento, inoltre, Ugoni lasciò in eredità la sua biblioteca personale, contenente anche manoscritti inediti, tra i quali un trattato sull’interdetto ecclesiastico che doveva essere già stato quasi ultimato nel 1507, secondo quanto si legge nel De patriarchali praestantia.
Fonti e Bibl.: P.A. Gaetano, Museum Mazzuchellianum, seu Numismata virorum doctrina praestantium, quae apud Jo. Mariam comitem Mazzuchellum Brixiae servantur, a Petro Antonio de comitibus Gaetanis Brixiano presbytero, et patritio Romano edita atque illustrata. Accedit versio Italica studio equitis Cosimi Mei elaborata, I, Venezia 1761, pp. 168 s.; I. Affo, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, IV, Parma 1793, p. 54; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, VII, 2, Venezia 1824, p. 1051; G.B. Da Persico, Verona e la sua provincia, Verona 1838, p. 27; J.J. Giraud, Biblioteca sacra ovvero dizionario delle scienze ecclesiastiche, XIX, Milano 1838, pp. 426 s.; P.E. Tiboni, M. U., vescovo di Famagosta. Memoria letta all’Ateneo di Brescia il 23 luglio 1871, Brescia 1872; G.D. Mansi, Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, XXXII, Ab anno MCDXXXVIII ad annum MDIL, Paris 1902, p. 862; K. Eubel - G. Van Gulik - L. Shmitz-Kallenberg, Hierarchia catholica, III, Monasterii 1913, p. 194; A. Ottimo Della Chiesa, Bonvicino, Alessandro, detto il Moretto da Brescia, in Dizionario biografico degli Italiani, XII, Roma 1971, pp. 472-476; C. Boroni - M. Comini, Brescia contro, Roccafranca 2000, pp. 23-30; D. Cervato, Sinodi diocesani veronesi, in Esperienza e teologia, XIV (2002), pp. 23-48; G. Petrella, Interpolazioni bresciane nella tradizione a stampa della Descrittione d’Italia di Leandro Alberti, in Libri e lettori a Brescia tra Medioevo ed età Moderna. Atti del Convegno, ... 2002, Brescia 2003, p. 305; E. Sandal, Uomini, lettere e torchi a Brescia nel primo Cinquecento, in Aevum, LXXVII (2003), p. 558; M. Tavuzzi, Renaissance Inquisitors. Dominican inquisitors and inquisitorial districts in Northen Italy, 1474-1527, Leiden-Boston 2007, pp. 191 s.