Teologo (Veglia 1583 - Padova 1669); minore conventuale, provinciale di Lione (1618), assistente del generale (1623), professore a Padova (1630-1666), seguace dapprima di s. Bonaventura, poi di Duns Scoto che difese in una duplice Apologia (1619 e 1620) e del quale scrisse una Vita (1622-23); le sue Vestigationes peripateticae (1639) lo impegnarono in una violenta polemica con i suoi confratelli B. Bellati e B. Mastrio, e la sua Defensio (1646) fu messa all'Indice donec corrigatur. Tornò a s. Bonaventura nel Tractatus de Angelis (1655); tra gli altri numerosi scritti, notevoli il De productione Filii Dei (1650) e le Osservazioni sopra il "Goffredo" del Tasso (1642), da lui considerato il "più importante poema della lingua toscana".