Mattia d'Asburgo
Imperatore del Sacro romano impero (Vienna 1557-ivi 1619). Terzo figlio di Massimiliano d’Asburgo, poi imperatore Massimiliano II, e di Maria d’Asburgo, figlia dell’imperatore Carlo V; fu educato a Madrid, mandatovi dal nonno Ferdinando I perché non subisse l’influenza del padre incline al protestantesimo. Chiamato nei Paesi Bassi (1577) dal partito dei nobili, malcontenti di don Giovanni d’Austria, fu eletto dagli Stati generali governatore generale. Fallita l’opera di mediazione che si era prefisso, si dimise nel 1581. Nominato nel 1593 dal fratello Rodolfo II luogotenente dell’arciducato d’Austria, vi governo contro la resistenza della nobiltà protestante, coadiuvato dal teologo M. Klesl, che da allora in poi ne fu l’ascoltato consigliere. In sordo contrasto dal 1604 con Rodolfo, la cui incapacità gli sembrava compromettere l’esistenza stessa della monarchia, con l’appoggio dei protestanti ungheresi, boemi, austriaci e moravi lo costrinse a cedergli l’Ungheria, l’Austria, la Moravia (1608). Eletto re d’Ungheria (nov. 1608) tolse al fratello anche la Boemia (1611), e ne divenne re. Alla morte di Rodolfo, fu eletto imperatore il 13 giugno 1612, ereditando una difficile situazione. Il potere centrale era allora quasi nullo, cosi che M. non riuscì, pur adottando la politica di moderazione suggeritagli da Klesl, a porre un freno alle lotte religiose nell’impero. Subì passivamente la costituzione dell’Unione evangelica di Ahausen e della contrapposta Lega cattolica e, quando volle intervenire nella vertenza di Julich-Kleve, gli interessati non tennero conto alcuno delle sue esortazioni. Alla sua morte qualsiasi possibilità di compromesso tra le confessioni era definitivamente tramontata.