ALBANI, Mattia
Liutaio, nato a S. Nicolò di Caldaro (Alto Adige) nel 1621; morto a Bolzano il 7 febbraio 1712. È dubbio che apprendesse l'arte da Jacopo Stainer; piuttosto è da ammettersi che se ne rendesse padrone in Italia. Produsse violini fino dal 1644; i migliori e più perfetti datano però dal 1680 in poi, lavorati sotto assoluto influsso italiano. Al suo tempo godeva molta rinomanza, altrettanta quanta ne ebbero gli Amati, e già lui vivente si facevano imitazioni dei suoi strumenti con etichette falsate nei nomi, località e date. Il modello suo si approssima a quello degli Amati; è però molto più rigonfio e con le fasce più alte, gli effe assai larghi, e, in luogo della solita voluta, testine di putti, di donna o di drago. La sua vernice, assai brillante, è di un rosso tendente al bruno. Spesse volte fu riscontrato che nei suoi violini le corde re e sol hanno un suono alquanto nasale, mentre il la è rotondo e il mi assai squillante; essi furono sempre molto apprezzati e pagati moltissimo. Le sue etichette sono: Matthias Albani fecit Bulsani in Tyroli... Matheus Albani fecit Bultiani in Tiroli... Mattio Alban fecit Bolzan...
Un suo figliolo, Giuseppe, certo di lui allievo, lavorò negli anni 1680-1722 pure a Bolzano; firmò gl'istrumenti Josephus filius Matth. Albani me fecit Bulsani in Tyroli...
Altro figlio di Mattia fu un Michele (1677-1730), che operò a Graz (Stiria), ìndicando la località col nome Graecii.
Vi sono altri violini con etichette di liutai di nome Albani, e precisamente di Mattia (Roma, 1650 [?]-1715), di Nicola (Mantova, intorno al 1763), di Filippo (intorno al 1773), di Francesco (Graz, intorno al 1724), di Michele (Palermo 1700) e di Paolo (Palermo e Cremona); nessuno di costoro si crede abbia però alcunché di comune col capostipite atesino: è piuttosto da ritenere che in gran parte siano nomi inventati da commercianti senza scrupoli.