GUERRA, Matteo (Teio, Teo da Siena)
Nacque a Marciano nelle Masse di Siena, da Filippo e da Caterina Massarini, nel 1538. È incerta la data del suo arrivo a Siena, che alcune fonti collocano intorno al 1555, anno in cui però, secondo U. Benvoglienti (Siena, Biblioteca comunale, Mss., C.IV.18, c. 42v), il G. era giunto a Roma, probabilmente a causa della guerra di Siena, dove nell'oratorio di S. Girolamo della Carità era impegnato, sotto la guida di B. Cacciaguerra, ad apprendere i primi rudimenti della vita spirituale. Tornato a Siena, fu accolto nel monastero delle suore di S. Marta per essere adibito a piccoli lavori, e successivamente entrò al servizio di un artigiano e in seguito di T. Tantucci, esponente di una facoltosa famiglia senese, con cui fu, tra il 1562 e il 1563, al concilio di Trento.
Il G. entrò ben presto nell'orbita delle congregazioni religiose senesi, prima frequentando quella di S. Bernardo, fondata da A. D'Elci, e ascrivendosi, dal dicembre 1564, alla Compagnia di S. Girolamo, dove fu impiegato in numerosi uffici ed eletto governatore nel 1575 e nel 1582. Fu in questo ambiente che il G. maturò con alcuni compagni, a metà degli anni Sessanta, la decisione di entrare nell'Ordine dei cappuccini. L'assai scarsa preparazione culturale costituì però un ostacolo insormontabile per il G., che fra gli aspiranti fu il solo degli esclusi.
Abbandonato il servizio presso il Tantucci, alla fine di ottobre del 1567 si dedicò all'assistenza volontaria degli infermi presso l'ospedale di S. Maria della Scala, dove nel 1578 fu nominato credenziere degli infermi e fra il 1580-82 infermiere di grado, dopo che nel 1574 era uscito gravemente e permanentemente menomato da un infortunio. L'intensa opera di volontariato non interruppe la sua partecipazione all'attività delle confraternite religiose senesi, fra cui quella della Madonna sotto le volte dello Spedale, a cui, secondo alcune fonti, chiese di essere ascritto.
Da questa pratica e dall'assistenza agli infermi venne lo stimolo alla formazione di un gruppo di fedeli fortemente motivati alla penitenza.
In linea con le indicazioni conciliari, il G. recuperava il patrimonio penitenziale e caritativo delle compagnie religiose tradizionali, e ne innovò il modello organizzativo aggregando un gruppo costituito, oltre che da laici, da un collegio sacerdotale impostato secondo regole di vita comunitaria. Impegnata fin dagli inizi nella risposta a ogni sorta di sollecitazioni sociali - con interventi verso i bisognosi, opere di carità spirituale, ammaestramento religioso per i più giovani e aperta lotta contro il "vizio" -, la Congregazione del G. presenta elementi di novità nella non esclusività degli accessi e nello stretto legame tra operare quotidiano e pratica religiosa, collegandosi ad analoghe esperienze dell'Italia settentrionale e all'Oratorio di Filippo Neri, con cui il G. ebbe frequenti contatti.
Un primo nucleo di laici e preti secolari si aggregò intorno al G. nel 1567 nell'ospedale di S. Maria della Scala. Cresciuti di numero, nel 1579 gli aderenti passarono da una stanzetta a una cappella della chiesa dell'ospedale, detta del Chiodo, per la presenza di una reliquia della Croce, da cui prese il nome. La Congregazione si trasferì poi nell'oratorio di S. Bernardino sotto le volte dello Spedale, dove rimase circa un anno, tornando successivamente a risiedere nella stanza in cui si era costituita.
La pratica per il riconoscimento papale della Congregazione dei Sacri Chiodi ebbe successo nel 1584, probabilmente non per il diretto intervento romano del G. presso Gregorio XIII tramandato dalle fonti agiografiche, ma per i contatti con l'Oratorio romano e per le protezioni godute dal rettore della chiesa di S. Giorgio, G. Tuti, oltre che per il favore verso le istituzioni fondate per attuare i dettami conciliari.
Il riconoscimento papale non mise fine alle resistenze senesi all'iniziativa, soprattutto da parte del vicario arcivescovile A. Piccolomini, tanto che, dopo il parziale spostamento della Congregazione in alcuni locali adiacenti alla chiesa di S. Giorgio, nel maggio 1585 il G. decise di intraprendere un viaggio a Roma per ottenere dal neoeletto papa Sisto V la conferma del breve dell'anno precedente. La Congregazione dei Sacri Chiodi poteva così finalmente prendere possesso della chiesa nel 1586 e dare veste ufficiale alla sua attività, ulteriormente riconosciuta con il motu proprio di Clemente VIII del 15 nov. 1596.
Dopo essersi adoperato per dar vita a una scuola di formazione per chierici e ad altre istituzioni caritative, il G. morì a Siena il 24 sett. 1601.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Siena, Patrimonio dei resti ecclesiastici, 611-614; Siena, Biblioteca comunale, Mss., A.IX.10: F. Buondelmonti, Mescolanze diverse di cose appartenenti a Siena, c. 257r; A.VIII.9: I. Ugurgieri Azzolini, Vite de beati sanesi, cc. 81v-84r; A.IV.22: Id., Fasti senesi, ossia Vite di santi e beati senesi, cc. 52v-56r; A.IV.24: Id., Fasti senesi, c. 49r; B.X.10: Id., Fasti sanesi manoscritti…, cc. 66r-69r; A.XI.33: Raccolta di alcune memorie dellaCongregazione de Sacri Chiodi, cc. 23r-40v; B.X.16: Documenti autentici dei miracoli operati dal beato Teio da Siena, cc. 1r-22r; B.VII.10: A.M. Carapelli, Notizie delle chiese, e cose riguardevoli di Siena, cc. 174v-175v; A.VIII.3: A. Picchioni, Notizie sulle chiese parrocchiali di Siena, cc. 88v-89r; A.VIII.51: B. Spinelli, Notizie storiche e documenti di alcune chiese…, cc. 209r-255v; E.III.16: A. Bandini, Compagnie diurne e notturne…, cc. 134-135r; E.III.18: Id., Chiese di Siena…, c. 37; E.V.17: G. Faluschi, Chiese di Siena, c. 13v; Autografi Porri, b. 3, n. 72; A. Lucarini, Imprese dell'Offitioso…, II, Siena 1629, p. 159; I. Ugurgieri Azzolini, Le pompe sanesi, I, Pistoia 1649, pp. 259-262; Intronatorum Academiae fasti Senenses…, Senis 1669, pp. 493-499; P.G. Bacci, Vita di s. Filippo Neri…, Bologna 1699, pp. 203 s., 213, 251; G. Gigli, Diario sanese, II, Lucca 1723, pp. 235 s.; G.A. Lenzi, Vita del venerabile servo di Dio M. G. da Siena, Siena 1734 (di quest'opera esistono due redazioni manoscritte conservate a Siena, nella Biblioteca comunale, Mss., A.XI.32, e nell'Archivio arcivescovile, Mss., 6527); Acta sanctorum,Maii, VI, Venetiis 1739, pp. 545, 547; F. Bandini Piccolomini, La Madonna di Provenzano…, Siena 1895, pp. 53-60; V. Grassi, La chiesa di S. Giorgio, in La Balzana, III (1928), pp. 58-60; C. Barbieri, Il cardinale Federigo Borromeo a Siena, in Bull. senese di storia patria, XXXIX (1932), pp. 71-74; A. Castellini, Il cardinale Francesco Maria Tarugi…, ibid., L (1943), pp. 102-104; A. Liberati, Chiese, monasteri, oratori e spedali senesi…, ibid., LX (1953), pp. 247 s., 250-254; LXVI (1959), pp. 177 s.; U. Meattini, Santi senesi, Poggibonsi 1980, pp. 216-221; F.D. Nardi, M. G. e la Congregazione dei Sacri Chiodi (secc. XVI-XVII).Aspetti della religiosità senese nell'età della Controriforma, in Bull. senese di storia patria, XCI (1984), pp. 12-148; Id., Aspetti della vita dei religiosi a Siena nell'età della Controriforma…, ibid., XCIII (1986), pp. 195-198; Santi e beati senesi. Testi e immagini a stampa, a cura di F. Bisogni - M. De Gregorio, Siena 2000, pp. 52, 125, 127 s.