GRIBALDI, Matteo
Giureconsulto italiano, nato verso i primi anni del Cinquecento dalla famiglia dei Gribaldi Mofa, patrizî di Chieri. Dopo aver insegnato a Perugia, Tolosa, Valenza, nel 1543 insegnò a Grenoble e nel 1548 a Padova. Già dal 1535 egli appare signore del castello di Farges (Gex), poco lontano da Ginevra. Mentre insegnava a Padova maturò il suo passaggio al protestantesimo; nel 1549 risulta in relazione epistolare con Calvino, che tuttavia egli poteva aver conosciuto anche prima, in una delle sue vacanze annuali che passava a Farges. Le relazioni con Ginevra si fecero poi sempre più strette, tuttavia nel settembre 1554 nell'adunanza degl'Italiani riformati di Ginevra suscitò in essi penosa impressione, essendosi espresso in maniera che fu ritenuta antitrinitaria. Tornato a Padova, vi si trovò ormai compromesso dal suo atteggiamento e ne fuggì il 22 aprile 1555. Da Farges passò a insegnare a Tubinga (dopo aver avuto un incontro non amichevole a Ginevra con Calvino), e là restò poco tempo, perseguitato per le sue idee. Ritiratosi a Farges stette in relazione con Giorgio Biandrata (v.) e Giovanni Valentino Gentile (v.), e vi rimase, salvo l'anno scolastico 1559-1560 in cui insegnò a Grenoble, fino alla sua morte, avvenuta nel settembre 1564.
Bibl.: Fr. Ruffini, Il giureconsulto chierese Matteo Gribaldi Mofa e Calvino, in Rivista di storia del diritto italiano, I (1928), con bibliogr.: cfr. inoltre la bibliografia sotto gentile, giovanni valentino.