FLORIMI (Florimj, Florini, Florino), Matteo
Discendente da una famiglia di calcografi, nacque verso il 1540 (Romagnoli, sec. XIX, p. 751). Fu editore e stampatore attivo a Siena.
Non sappiamo da quale città provenisse: è controversa l'ipotesi che fosse giunto a Siena dalla vicina Firenze (Lusini, 1931, p. 76). A Siena, dove già nella prima metà del secolo operava un Mario Florimi anch'egli editore, il F. aprì la propria bottega in Banchi, nella parrocchia di S. Pietro.La sua presenza in questa città è documentata a partire dal 1589, anno in cui compare per la prima volta come editore di un'opera intitolata La Pellegrina: commedia del Materiale Intronato (la sua firma, "Matteo Florimi formis", si trova a volte alternata all'uso del monogramma, costituito dalle lettere "M" e "F"). Egli stesso, peraltro, nella prefazione ad un testo di S. Bargagli, edito nel 1602 (Il Turamino), afferma di abitare a Siena ormai da vari anni. Prese in moglie una certa donna Felice, morta nel 1621, dalla quale ebbe quattro figli: Giovanni, anch'egli editore ed incisore, che portò avanti la bottega paterna, Francesco, Cecilia e Caterina.
L'attività di editore del F. fu intensa: dalla sua bottega uscirono sia libri stampati sia un notevole numero di incisioni sciolte, per lo più di carattere geografico e di argomento religioso. Lavorò in collaborazione con gli incisori fiamminghi P. de Jode, C. Galle, che sembra avesse avuto come allievo suo figlio Giovanni, e M. de Vos.
La notorietà del F. resta legata soprattutto alla pubblicazione di stampe allegoriche di nazioni e di carte geografiche.
Per questa produzione il F. fu, tra l'altro, tacciato di plagio: l'editore G.A. Magini lo accusò infatti di aver contraffatto la carta del Dominio fiorentino, da lui edita in precedenza. Ulteriori contraffazioni risultano la carta della Palestina biblica (Totius Terrae promissionis ...), copia di un foglio assai raro edito a Roma da C. Duchet, che, a sua volta, risulta rifacimento di un originale pubblicato ad Anversa da G. de Jode; lo Stato di Siena, copia di una carta di O. Malavolti, e la serie allegorica delle nazioni (Francia, Italia, Germania e Spagna).
Fra le altre prove edite dal F. si ricordano la Carta dell'Europa, la Carta della Lombardia, ambedue incise dal fiammingo Arnoldo di Amoldi (1610 c.), la Novissima urbis Romae descriptio, ispirata alla pianta topografica di A. Brambilla edita da N. van Aelst (1590), la Carta di Pavia, recante il monogramma del F., la Carta di Firenze, edita nel 1600 (Almagià, 1948).
La pratica di pubblicare copie di incisioni da altri artisti fu dal F. rivolta anche alla riproduzione di soggetti religiosi: si ricordano la Cena in Emmaus, copia da un'incisione di R. Sadeler tratta da un dipinto di J. Bassano, La Vergine con il bambino e s. Giovannino, copia dall'incisione di Z. Dolendo, e il S. Girolamo in meditazione, riproduzione dell'originale di Agostino Carracci tratto da un'invenzione di F. Vanni. Dalla bottega del F. uscirono anche edizioni di stampe in serie, raccolte in unico volume: 12 tavole con i Dodici simboli del Credo, eseguite a bulino su invenzione di M. de Vos, e 14 tavole con le Storie della Passione (Iesu X.ti passionis et resurrectionis ...), incise da P. de Jode il Vecchio su disegno di A. Boscoli. Al 1597 risale la pubblicazione del testo dedicato alla vita di Caterina da Siena (Vita, mors, gesta et miracula ... Catherinae senensis), edizione corredata da 12 tavole incise da P. de Jode, su disegno di F. Vanni, dedicata al granduca Ferdinando I de' Medici e alla sua sposa, Cristina di Lorena; al 1602 l'edizione del testo di F. Pifferi, Brieve discorso sopra i misteri della corona, corredato di 30 vignette xilografiche di diversi intagliatori.
Il F. si dedicò anche alla pubblicazione di opere con modelli grafici per ricami, quali ad esempio i Fiori di ricami, edita nel 1605 e ristampata in più edizioni, e il Gioiello della corona per le nobili virtuose donne, apparso a Siena nel 1606. Della attività di incisore, ricordata da alcuni biografi, si sa assai poco: Brulliot (1883) lo ricorda mediocre autore di una Madonna in trono, datata 1595. La qualifica di incisore tuttavia può essergli erroneamente stata attribuita per una confusione riguardo alla firma da lui a volte utilizzata "Matteo Florimi fecit", la cui formulazione di norma stava ad indicare l'artista esecutore dell'opera, dal momento che nessun altro riferimento lo conferma in tale veste.
Morì a Siena il 13 apr. 1615 (Romagnoli, sec. XIX, p. 751).
Non si conoscono gli estremi anagrafici del figlio del F., Giovanni, che proseguì l'attività di editore del padre, afflancandovi quella di incisore (la firma che contraddisfingue le sue incisioni a bulino o le xilografie è "Flor. sc." o "Gio. Flor. sculp.").
Formatosi inizialmente a Siena, Giovanni si recò probabilmente a Roma per compiere il proprio apprendistato di incisore nella bottega di C. Galle, presso il quale sembra sia stato introdotto da F. Vanni (Lusini, 1931, p. 78). Tornato a Siena, dove dimorò per il resto della vita, Giovanni sposò in prime nozze una donna di nome Fresia, morta nel 1625, in seconde - nel 1627 - Giuditta di Quirico Gori.
Nella bottega di famiglia, che dal 1615 risulta intestata agli "eredi Florimi", Giovanni proseguì la pratica editoriale del padre: a tal proposito ricordiamo l'edizione di Le sette dimande del Pater Noster, corredata da 7 tavole incise con dedica del F. a V. Berlinghieri (Museo comunale di Gubbio, 1993).
L'attività principale di Giovanni fu tuttavia quella di incisore, per la quale viene quasi sempre menzionato: alla sua mano risalgono il frontespizio e le 10 xilografie raffiguranti emblemi che illustrano il testo dell'abate O. Pandolfini De' concetti figurati davidici, apparso a Pisa nel 1635 per i tipi di F. Delle Doti. Fra le altre stampe che recherebbero la firma del F. sono ricordate dai repertori: il Catafalco eretto al filosofo F. Piocolomini, una S. Cecilia moribonda, un Ritratto di mons. C. Borghese, un Prospetto architettonico con lo stemma del card. Peretti e l'impresa dell'Accademia degli Intronati di Siena.
Fonti e Bibl.: F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno… III, Firenze 1688, p. 76; M. Christ, Dict. des monogrammes, chiffres… Paris 1750, p. 119; H.R. Füssli, Allgemeines Künstler Lexicon, Zürich 1779, p. 243; J. Strutt, A biographical dict. of all the engravers, I, London 1785, p. 299 (per Giovanni); M. Huber, Notices générales des graveurs diviseés par nations, Dresden-Leipzig 1787, p. 332; E. Romagnoli, Biografia de' bellartisti senesi... (sec. XIX), VII, Firenze 1976, pp. 751-762; X, ibid. 1976, pp. 123-132 (per Giovanni); L. De Angelis, Notizie degli intagliatori... aggiunte a G. Gori Gandellini, X, Siena 1812, p. 14 (per Giovanni); S. Ticozzi, Diz. degli architetti scultori... intagliatori..., II, Milano 1831, p. 93 (per Giovanni); J. Heller, Monogrammenlexicon, Bamberg 1831, pp. 128, 264; pp. 132, 154 (per Giovanni); P. Zani, Encid. ... delle belle arti, IX, Parma 1832, p. 82; F. Brulliot, Dict. des monogrammes..., II, München 1833, pp. 101, 262; III, ibid. 1834, pp. 358, 462 (per Giovanni); G.K. Nagler, Neues allgemeines Künstler Lexikon, IV, München 1837, pp. 379 s.; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, II, Paris 1854, p. 241; G.K. Nagler, Die Monogrammisten, Leipzig-München 1858-79, III, pp. 15 n. 45, 17 s. n. 59, 819 s. n. 2261 (per Giovanni); IV, p. 564 n. 1809; G. Duplessis, Dict. des marques et monogrammes des graveurs, Paris 1886, p. 113 (per Giovanni); M. Bryan, Dict. of painters and engravers, II, London 1903, p. 174 (per Giovanni); A. Lusini, M. F.stampatore-calcografo del sec. XVI, in Rassegna d'arte e vita Senese, VI (1930, 2, pp. 75-86 (con bibl.); R. Almagià, Carte geografiche a stampa... dei secc. XVI e XVII esistenti nella Bibl. ap. Vaticana, Città del Vaticano 1948, p. 53; M.A. Cosenza. Biographical and bibliographical dict. of the Italian and the foreign printers in Italy, Boston 1968, p. 242; V. Piontelli, Indice bibl. degli incisori it., Milano 1978, p. 23 (per Giovanni); G. Milesi, Diz. degli incisori, Bergamo 1982, p. 97; Incisori toscani del Seicento al servizio del libro illustrato (catal.), a cura di A. Calcagni Abrami - L. Chimirri, Firenze 1987, p. 18; S. Borsi, Roma di Urbano VIII. La pianta di Giovanni Maggi, 1625, Roma 1990, pp. 25 s.; Museo comunale di Gubbio. Incisioni, a cura di C. Armeni - C. Falcucci, Perugia 1993, p. 43 n. 46(per Giovanni); U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 121; Diz. enc. Bolaffi dei pittori e degli incisori ital., V, pp. 21 s.