MATTEO di Vendôme (Matthaeus Vindocinensis)
Nativo di Vendôme, fece i primi studî, sotto la guida di Bernardo Silvestro, a Tours, donde passò a Orléans, insegnandovi grammatica, e quindi (prima del 1175) a Parigi, dove rimase circa un decennio. L'ultima parte della vita, sin verso la fine del sec. XII, la trascorse a Tours.
M. stesso, all'inizio della propria raccolta di modelli epistolari, elenca quasi tutte le sue opere, che però possediamo in numero assai ridotto. D'identificazione difficile o impossibile sono le opere dai titoli (molto incerti) Lenticula et Suctrio, Epigramma patris auctorum (o epigramma contro la πατρίς auctorum?), Metra rhetorici conflictus (manuale di rettorica, oppure contrasto della rettorica con la poetica), e quelle che riguardano l'elogio della birra, la storia di Cadmo, il ratto di Proserpina, Fedra e Ippolito, Giove ed Europa, ecc. Conserviamo invece il Milo, poema di 256 versi elegiaci; il Pyramus (ediz. di P. Lehmann, Pseudo-antike Lit. des Mittelalters, Lipsia 1927); una silloge di epistole poetiche; il Tobias, voluminoso poema in distici elegiaci scritto per edificare, e che ebbe gran fama; e l'Ars versificatoria o Summula nuncia metri, tramandata in parecchie copie. Nata dalla scuola di M. a Orléans, l'Ars è diretta a fornire, fra altro, le regole del poetare. A M. son forse da attribuire anche trattati in versi di Equivoca e Synonyma e un Miles gloriosus in 182 distici.
Bibl.: E. Faral, Les arts poétiques du XIIe et du XIIIe siècle, Parigi 1923, p. 1 segg.; il testo dell'Ars versificatoria è a p. 106 segg.; G. Cohen, La "comédie" latine en France au XIIe siècle, I, Parigi 1931, p. 155 segg. (per il Milo); M. Manitius, Geschichte der lateinischen Literatur des Mittelalters, III, Monaco 1931, pp. 737 segg. e 1024 segg.