CIVITALI, Matteo di Giovanni
Scultore e architetto, nato a Lucca nel 1436, ivi morto nel 1501. Nel 1468 stima un'opera del Rossellino; nel 1477 introduce in Lucca l'arte della stampa. Gli si attribuisce come primo lavoro il medaglione marmoreo di Giovan Pietro d'Avenza (morto nel 1475) nel duomo lucchese, dove restano di lui anche il mausoleo a Pietro da Noceto (morto nel 1472) e l'altare di S. Regolo (1484), grandioso, con statue e bassorilievi di possente modellatura, la tomba di D. Bertini adorna di uno squisito busto, e la cappella del Santo Volto, con la statua di S. Sebastiano, il pergamo e la balaustrata monumentale. Dell'altare del Sacramento non rimangono nel duomo che due angeli oranti, mentre il tabernacolo, firmato, è ora a Londra.
Ebbe commissioni da Pisa e da Genova, ma non sempre poté compiere le opere a lui affidate; e delle eseguite, molte, come il S. Giorgio di Sarzana (1499), andarono perdute. A Genova, nella cappella di S. Giovanni nel duomo, rimangono sei statue, tra le quali il Zaccaria e l'Abacuc vigorose e originali, e sei bassorilievi. Delle opere del C. esistenti nei musei dobbiamo ricordare la Fede, la Pietà e un ritratto di gentildonna al Museo nazionale di Firenze. Il Victoria and Albert Museum di Londra, oltre al tabernacolo, possiede uno stupendo fregio tombale con profilo virile; il Kaiser-Friedrich Museum di Berlino ha un medaglione muliebre, e la collezione Lowell Gardner a Boston, il commovente gruppo della Vergine che adora il Bambino. Molte opere ascritte al C. nelle collezioni d'arte si devono alla sua scuola: così l'Annunciazione e il S. Silao nel museo di Lucca e altre che vanno restituite (v. sotto) ai suoi seguaci. La Pietà di Segromigno, già attribuitagli, è data da nuovi documenti a Baccio da Montelupo. Il C. fu pure architetto delle mura, del ponte di Moriano, ecc., ma non si devono a lui né il palazzo Pretorio, cominciato dopo la sua morte, né, per la stessa ragione, altri palazzi attribuitiglì dal Ridolfi. Il C. è da congiungere nell'arte coi discepoli di Donatello, specie con A. Rossellino. Spirituale e ieratico, commosse con l'espressione del dolore e della fede, cavando dal marmo forme delicate con tecnica squisita.
Suo nipote, Masseo, operò molto d'intaglio, ma la maggior parte dei suoi lavori è perduta. A Lucca rimangono le porte della cattedrale (ch'egli eseguì come aiuto di Iacopo da Villa), l'Assunta in S. Frediano, il Redentore al Museo, l'altar maggiore di Villa Collemandina (Garfagnana). Sono sue, non dello zio, le statue di terracotta, dell'Annunziata ad Amsterdam, e dell'Angelo a New York, provenienti dalla chiesa lucchese dell'Alba.
Nicolao di Matteo (nato in Lucca il 1482, morto ivi il 1560) nel 1511 aiutava D. Benti nei lavori di Pietrasanta. Nel 1516 collocava l'altare dell'Annunziata nella chiesa dei Servi di Lucca, ora spogliato delle statue (quella della Vergine è a Londra), dal 1524 al 1527 lavorava alla cappella dell'Annunziata nell'omonima chiesa di Pontremoli. Nel 1533 orna di due altari la chiesa di Villa Collemandina (Garfagnana), e negli ultimi anni della sua vita lascia incompiute le cantorie di S. Paolino di Lucca. Fu anziano della repubblica. Come scultore è raffinato, elegante, ma freddo.
Suo figlio Vincenzo (nato nel 1523, morto nel 1597) servì la repubblica come architetto militare e diede opera anche ad edifizî civili, tra cui il più importante è il palazzo Pretorio da lui ampliato. Sostenne violente polemiche riguardo alle nuove fortificazioni di Lucca. Scolpì statue e ornamenti per chiese di Roma.
V. tavv. CXXVI e CXXVII.
Bibl.: E. Ridolfi, L'arte in Lucca ecc., Lucca 1882, pp. 45, 122-164, 291, 360; Ch. Yriarte, M. C., Parigi 1886; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VI, Milano 1908, p. 693 segg., e VIII, i, Milano 1923, p. 662; G. Sforza, Mem. e doc. per la storia di Pontremoli, I, ii, Firenze 1904, p. 786 segg.; P. Campetti, Catal. della Pinac. di Lucca, Lucca 1909, p. 82 segg.; F. Schottmüller, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VII, Lipsia 1912: W. R. Valentiner, in Art in America, II (1914), p. 186 segg.; P. Guidi, La Pietà di Lammari e la Pietà di Segromigno, in Arte cristiana, 1915, pp. 66-78; W. R. Valentiner, The Annunciation Group of M. C., in Art in America, IX (1921), p. 202 segg.; A. Mercati, S. Pellegrino delle Alpi ecc., Roma 1926, pp. 51-56.