Matteo da Parma
Stampatore (sec. XV); poco si sa di lui, tanto che è difficile stabilire se M. da Parma, Matteo Capocasa e Matteo de Codeca siano la stessa persona. Certamente ‛ Matteo de Codeca ' è abbreviativo di ‛ Capo de Casa ' (quindi ‛ Capocasa Parmensis '), onde si tratta di vedere se lo si possa identificare con M. da Parma. Ma le due edizioni della Commedia, di cui diremo, usufruendo delle medesime 100 incisioni in legno, anche se la prima reca come stampatore un " Matthio de Parma " e la seconda un " Matheo di Chodecha da Parma ", potrebbero indurci, per l'uso del medesimo materiale illustrativo, a credere che i due stampatori siano una medesima persona. Di un altro Giovanni di Matteo da Parma, di cui parla A. Pezzana, è difficile stabilire l'identità o l'identificazione con il nostro.
M. stampò in Venezia con Bernardino Benali il 31 marzo 1491 una bella e rara edizione della Commedia. Per la prima volta D. in questa edizione è chiamato " inclyto e divo ". L'altra edizione fu impressa sempre a Venezia " per Matheo di Chodecha da Parma " il 29 novembre 1493; usufruì delle medesime incisioni in legno della precedente, ha caratteri tondi, è in folio di carte 310. Quest'ultima è ritenuta la più bella delle edizioni figurate della Commedia stampate a Venezia nel sec. XV e ha, nei confronti di quella del 1491, una decorazione più ricca e nei confronti dell'altra successiva, pure veneziana, del 1497, una migliore esecuzione tipografica e freschezza di legni. Lo Zambrini e il Panzer parlano di altra edizione veneta di Matteo Capocasa di Parma dello stesso anno, ma con notevoli differenze dalla predetta.
Bibl. - I. Affò, Saggio di memorie sulla tipografia parmense del sec. XV, Parma 1791; G.W. Panzer, Annales typographici ab artis inventae origine, Norimberga 1794; F. Zambrini, Le opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV, Bologna 1878; R. Fulin, in " Arch. Veneto " XXIII (1882); A. Bertoldi, Libri stampati nel sec. XV da Matheo Capocasa (Co de ca) di Parma, ibid. XXX (1885); B. Cecchetti, Le pitture delle stampe di Bernardino Benalio, ibid. XXXIII (1887) 538-539; G.L. Passerini, La D.C. nelle xilografie quattrocentesche, Terni 1920.