Matteo d’Acquasparta Teologo (n. Acquasparta, od. prov. Terni, metà 13° sec
m. Roma 1302). Discepolo di Bonaventura, fu generale dell’ordine francescano (1287); Dante (Paradiso XII, 124-126) gli rimproverò di aver tollerato il rilassamento della regola di s. Francesco. Creato cardinale nel 1288, ebbe vari incarichi dalla Santa Sede; inviato nel 1300 a Firenze per promuovere la pace tra Bianchi e Neri, non riuscì a vincere la resistenza di questi ultimi e, minacciato di morte, dovette abbandonare la città, dopo aver lanciato su di essa la scomunica e l’interdetto. Le sue opere, per lo più commenti scritturali e trattati teologici di orientamento bonaventuriano, sono in gran parte inedite e tese a difendere e puntualizzare la dottrina del maestro; vi si rintracciano le tesi classiche dell’agostinismo del 13° sec., sostenute contro le posizioni tomiste. Tra i suoi scritti si segnalano: Commentarium in Sententias; Breviloquium de S.ma Trinitate; Quodlibeta, Sermones.