CAPCASA, Matteo
Nato a Parma, fu tipografo a Venezia negli ultimi due, decenni del sec. XV. Egli si sottoscrisse indifferentemente con la forma originale del patronimico: Capodicasa, Capcasa, Cap di Casa, o con le corrispondenti forme in parlata veneziana: Codeca, Chodeca, Co de Cha e anche, semplicemente, Mattheo da Parma. Non si sa quando si trasferì a Venezia per applicarsi all'arte della stampa; l'università degli "stampadori, librari, e ligadori" di Venezia fu costituita assai tardi (1548) e le "mariegole dell'arte" iniziano naturalmente da quell'anno.
Notizie sui tipografi del '400 si hanno essenzialmente dai loro prodotti; scarsissimi sono i documenti di archivio superstiti; meno di cinquanta i "privilegi" chiesti e ottenuti, dai quali, del resto, non molto si ricava che non sia già noto dalle stampe. Per trovare il nome del C. in una edizione bisogna arrivare all'anno 1485. Occorre però avvertire che il Bandini, il Renouard (che lo copia) e lo Hain citano del C. due edizioni degli anni 1482 e 1483 del Libro della divina dottrina di s. Caterina da Siena, che sono, in realtà, due varianti con data errata dell'unica edizione di quel trattato stampata nel 1494.
Per quanto sino ad oggi è accertato, appare che il C. iniziò la sua carriera di editore e stampatore in società con Bernardino di Pino (modesto tipografo che ebbe scarsa attività) pubblicando un Vocabularium utriusque iuris nel 1485, cui seguì l'11 luglio dello stesso anno un Fior di virtù. Non si conoscono edizioni del C. datate nel successivo triennio; si conosce però un'edizione senza data del De bello Roboretano nel quale Giacomo Caviceo narra la disfatta subita dalla colonna veneziana che da Rovereto si dirigeva su Trento al comando di Roberto Sanseverino (che rimase ucciso il 23 novembre 1487). Se questa relazione dell'agguato di Calliano fu composta - come è ragionevole supporre - poco dopo il fatto, probabilmente l'edizione risale ai primi mesi del 1488 e sarebbe il primo prodotto del C. operante da solo.
Con l'anno 1489 ha inizio la collaborazione del C. con il fiorentino Lucantonio Giunta, da anni trasferito a Venezia col fratello Bernardo, ove cominciò con grande avvedutezza quel commercio librario destinato a divenire la maggiore impresa editoriale di tutta la Cristianità durante il sec. XVI. Lucantonio affidò al C. l'esecuzione delle sue prime tre edizioni (altre ne seguiranno in appresso): Ioannes Gerson de imitatione Christi etde contemptu mundi in vulgari sermone, sottoscritta: "...per Matteo de Codeca da Parma ad istantia de Maestro Luca fiorentino". È un in-4º di cc. 80 n.n.; ristampa delle edizioni di Giovanni Rosso da Valenza (Venezia, 22 marzo 1488) e dello Scinzenzeler (Milano, 17 luglio 1488). Il 31 dicembre di quell'anno vennero in luce gli Publii Ovidii Nasonis opera omnia; sono due parti di cc. 226 e 198; testo già più volte divulgato e dovuto alle cure di Bonus Accursius e di Valerius Superchius. È del 17 febbr. 1489 (1490 stile comune) il Transito de sancto Hieronymo, in-4º di cc. 68 n.n., quindicesima replica di quel testo già a stampa fin dal 1470 circa, che un ignoto autore - probabilmente del sec. XV - volgarizzò e compendiò dalla Vita Hieronymi dello Pseudo Eusebio utilizzando anche altra materia.
Dopo queste tre edizioni la collaborazione del C. col Giunta fu sospesa forse perché il primo si era impegnato con Bernardino Benali. Questi lo aveva scelto a collaboratore nella pubblicazione dei suoi bellissimi libri figurati che culminarono col Dante del 3 marzo 1491, che il C. riprodusse per suo conto il 29 nov. 1493. Ma prima ancora di lavorare per il Benali, il C. aveva prodotto per suo conto il Morgante di Luigi Pulci, che fu datato 10 apr. 1449 (sic, ma devesi leggere: 1489). Nello stesso anno produsse le Meditationes vitae Christi dello Pseudo Bonaventura, che videro la luce il 27 febbr. 1489 (1490 stile com.) e fu replicato più volte. Aveva inoltre stampato la stessa opera il 21 febbr. 1492 (1493 stile com.) per conto di Lucantonio Giunta. Di un Fior di virtù del 3 apr. 1490 restano in Italia tre esemplari. Il 14 sett. 1489 pubblicò l'opuscolo di Domenico Spreti De amplitudine vastatione instauratione Ravennae;senza note di stampa (ma certamente del C.) sono le Historiae Romanae decades che dovettero uscire nel 1490-91.
Il 12 ag. 1491 il C., gravemente ammalato, testò. Il documento, pur lacunoso e in più punti mal leggibile per i guasti apportativi dal ricorrente fenomeno delle "acque alte", è interessante per le notizie che offre intorno ad alcune sue edizioni delle quali dà le tirature: Fior di virtù (1490): 500 esemplari; s. Bernardo, Modus bene vivendi (1490): 734 copie; Meditazioni della Passione di Cristo (1491): 1535 copie; Isopo (Aesopus moralisatus, 1491): 756 copie; Scala Paradisi (1491): 759 copie; Persius (6 ag. 1491, terminato di stampare pochi giorni prima che il C. testasse): circa 800 copie. Inoltre, il giorno stesso che il C. dettò l'atto contenente le sue ultime volontà, uscì una ristampa del Fior di virtù (12 ag. 1491) di cui non si conoscono esemplari in Italia. Il 16 luglio 1491 furono pubblicati per suo conto 996 Salterioli per li putti,li quali fessemo stampare da Zan Ragazzo.
Il testamento ci informa che la bottega del C. era in S. Paterniano, che il fratello Giovanni era stato sempre suo collaboratore e si può pensare che fosse stato anche cotitolare dell'azienda. Il suo nome appare in due sole opere. La prima è una tarda ristampa delle Rime volgari del Petrarca divisa in due tomi; nel primo figurano I Trionfi col consueto commento di B. Lapini, e reca la data 12 genn. 1492 (1493 st. com.); la seconda parte contiene il Canzoniere con i due commenti di F. Filelfo e G. Squarzafico; è datata 28 marzo 1493. L'altro libro ove compare il nome di Giovanni fu stampato per conto di Lucantonio Giunta: Vita di Santi Padri vulgare historiata, dat. 4 febbr. 1493 (1494 st. com.) e sottoscritta... "per Gioanne de cho de ca da parma Ad istantia di Lucantonio Fiorentino". Per quanto rechino il nome di Giovanni, e non di Matteo, questi tre volumi furono composti nella bottega del C. con i consueti caratteri romani e rivelano tutte le caratteristiche tipografiche che ne confermano l'origine.
Il C. guarì e, cessata la collaborazione col Benali, riprese quella col Giunta, per il quale stampò quattro bei libri figurati, durante il 1493-94: Meditationes Passionis Christi è datato 21 febbr. 1492 (1493 st. com.); il 17 maggio 1494 fu terminato il Dialogo della Divina Provvidenza di s. Caterina da Siena; il 30 marzo 1494 terminò l'edizione della Legenda Sanctorum seu legenda aurea volgarizzata dal Mallerbi col titolo di Leggendario de sancti in vulgare storiato (è replica del testo edito dal Paganino a Venezia intorno al 1487, già copiato dal C. il 16 maggio 1493; se ne conoscono copie che hanno l'insegna di Lucantonio Giunta ed altre che hanno quella del C.: ciò dimostra come l'edizione sia stata prodotta in collaborazione tra i due). Si segnala inoltre che in un catalogo di libri del libraio Gottschalk di Londra venne offerto un esemplare dei Fioretti della Bibbia historiati in lingua fiorentina... spampato (sic) in Venecia per Mattheo di co de cha da Parma ad istantia de Lucantonio de Zonta fiorentino. M.CCCC.LXXXXIIII adi VI. de Luio. Questa edizione è ignota a tutti i bibliografi e non si sa dove l'esemplare Gottschalk sia finito; secondo il citato catalogo si tratta di un in-4º di cc. 70 con 60 vignette.
Mentre stampava per altri, il C. non cessava di produrre libri per suo conto; tra gli altri si ricordano: Tragoediae di Seneca, con commento (18 luglio 1493); Fior di virtù (6giugno 1493); Dante col Landino (29 nov. 1493); Epigrammata di G. B. Cantalicio, datato 20 gennaio del 1483 (1494); infine Legenda aurea del 16 giugno 1492.
Il C. non disdegnò di stampare anche libretti popolareschi che venivano venduti dai cantambanchi; per questi minuzzoli editoriali il C. non appose mai il suo nome sulle stampe, ma sono facilmente identificabili dai caratteri; si conoscono un Lamento della Vergine Maria (che ci rimane in esemplare unico alla Biblioteca Trivulziana di Milano), una Leggenda di Lazzaro Marta e Maddalena (unico esemplare noto alla biblioteca Antoniana di Padova, replicato il 13 ag. 1494), un Lamento di Pisa con la risposta (unicum alla Biblioteca naz. di Napoli); dei Salterioli non resta alcun esemplare. Il 22 dic. 1484 "prout aliis similibus concessum extitit a Mattheo de Codeca parmense tipografo", da lungo tempo abitante a Venezia, privilegio decennale per Claudiano cum li commenti mai più stampati; di questo testo - probabilmente mai stampato - non si conoscono copie. Nello stesso anno 1494 il C. ottenne altro privilegio per Laude de fra Iacopone et li Soliloqui de sancto Agustino vulgare nei termini di quello che "fu concesso a Paganino de Paganini". Delle Laude non si conoscono esemplari, mentre del s. Agostino (pubblicato il 15 genn. 1494) resta il solo esemplare completo della Biblioteca Palatina di Parma.
Nel 1494 il C. stampò per il libraio-editore Girolamo Biondo fiorentino due edizioni; per la prima l'oratore presso la Serenissima del Malatesta signore di Rimini aveva sollecitato (ed ottenuto) privilegio per il Biondo dell'opera di Giovanni da Ferrara De coelesti vita, che il C. terminò di stampare il 19 dic. 1494. La seconda edizione - anche questa privilegiata in data 23 giugno - fu Marsili Ficini epistolae familiares: è un in-2º di cc. 204 con tre bordure xilografiche. Il 21 luglio 1495 venne in luce l'ultima edizione del C.: le Epistolae di Francesco Filelfo, stampate "iussu et expensis Octauiani Scoti civis mediolanensis"; è un in-2º, di cc. 88. Senza nome di tipografo, datate 23 nov. 1495, uscirono le Comoediae di Plauto in-4º, di cc. 250 certamente stampate con i caratteri del C., probabilmente utilizzati da altri, dopo la sua morte che avvenne nell'anno 1495.
Prendendo in esame il complesso della sua produzione, si può aver l'impressione che il C. sia stato un editore più "commerciale" che erudito. Infatti le sue edizioni - tranne poche e di non gran conto - furono ristampe di libri già divulgati e affermati per merito di altri tipografi; si consideri però il periodo nel quale operò: il C. era già morto quando Aldo iniziò quella che fu la vera editoria erudita. Come tipografo i suoi prodotti appaiono tutti degni; usò di preferenza caratteri romani dei quali ebbe varie serie ben disegnate e di più grandezze, che spesso rinnovò; raramente usò il gotico e solo come sussidiario al romano. Si fece disegnare e intagliare originali e bei capilettere floreali e bordure di varia grandezza a figure assai eleganti che tirò anche in rosso. Le sue edizioni figurate sono di grande pregio ed eccezionali sono le vignette che le illustrano.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Notarile,notai diversi,Atti, fasc. 6, c. 81; Ibid., Notarile di Collegio, 23 luglio 1494, 22 dic. 1494; Venezia, Bibl. naz. Marciana, cod. It., cl. XI, c. 4; A. M. Bandini, De Iuntarum typographia, Lucca 1791, parte II, nn. 1-2; A. Renouard, Annales de l'imprimerie des Aldes. Notice sur la famille des Juntes, III, Paris 1835, nn. 1-2; R. Fulin, Documenti per servire alla storia della tipografia veneziana, in Arch. veneto, XXIII (1882), nn. 28, 34; J. Lippmann, Der italienische Holzschnitt in XV. Jahrh., Berlin 1885, p. 63; B. Cecchetti, Libri stampati da M. C., in Arch. veneto, XXX (1885), pp. 172 ss.; [V. Massena] Duc de Rivoli-C. Ephrussi, Notes sur les xilographes vénitiens du XVe et du XVIe siècle, in Gazette des beaux-arts, I (1890), pp. 494 ss.; H. Brown, The Venetian printing press, London 1891, pp. 32, 35, 37, 401; [V. Massena] Duc de Rivoli, Bibliographie des livres àfigures vénitiens de la fin du XVe et du commencement du XVIe siècle: 1469-1525, Paris 1892, pp. 19, 61, 72, 92-94, 102, 131, 144, 163, 173; P. Kristeller, Die italienischen Buchdrucker und Verlegerzeichen, Strassburg 1893, nn. 91-93; C. Castellani, L'arte d. stampa nel Rinascimento italiano, Venezia 1894, pp. 11, 69, 76, 80; Id., La stampa a Venezia dalle sue origini alla morte di Aldo Manuzio, Venezia 1899, p. 34; [V. Massena] Prince d'Essling, Les livres à figures vénitiens de la fin du XVe siècle..., Paris 1907, passim; T. De Marinis, Appunti e ricerche bibliografiche, Milano 1940, n. 20; M. Sander, Le livre à figures italien depuis 1467 iusqu'à 1520, Milano 1942, passim; C. E. Rava, Arte dell'illustrazione nel libro italiano del Rinascimento, Milano 1945, p. 10; P. Camerini, Annali dei Giunti, I, Venezia-Firenze 1962, p. 26; A. Cioni, Bibliografia delle vite dei SS. Padri, Firenze 1962, p. 32; L. Hain, Repertorium bibliographicum, nn. 4690-4691; D. Reichling, Appendices ad Hainii-Copingeri Repertorium typographicum, II, ad Ind., pp. 264, 266; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Florence 1905, pp. 286, 467.