CANCER, Matteo
Nacque a Brescia, ma si trasferì a Napoli, ove fu attivo come tipografo per oltre un quarantennio.
Non si conosce l'anno del suo arrivo a Napoli, né quello che segnò l'inizio della sua attività. Il Giustiniani lo fissa al 1532, mentre deve essere stato anteriore al 1529, anno nel quale stampò - assieme al Sultzbach - la sua prima edizione o, per lo meno, quella che sinora sembra tale. Allo stato attuale delle ricerche sembra che il C. sia giunto a Napoli quasi contemporaneamente al Sultzbach. Fu certamente impresa coraggiosa impiantare nella capitale del Regno una tipografia in quegli anni quando i vecchi tipografi cessavano l'un dopo l'altro per la difficoltà che la inflessibile duplice censura, d'anno in anno più ostile a editori ed autori, andava frapponendo alla loro attività. Il Sultzbach ed il C. dovettero presto entrare in relazione e collaborare subito: nell'autunno del 1529 stamparono il loro primo testo: Camilli Querni... De bello Neapolitano libri duo carmine heroico compositi. Ad Carolus VI (sic) Imperatorem, "Impressum Neapoli cum diligentia & cura Ioannis Sultzbach Hagenonensis & Mattaei De Cansiis Bionensis...". Vi si narrano le vicende della campagna del Lautrec nel Regno durante l'anno 1528. Si cita un'edizione che il C. avrebbe stampato nel 1529: B. Di Falco, De syllaborum poeticorum quantitate noscenda;se è realmente esistita, oggi non ne avanza copia; ma probabilmente si tratta di un equivoco con il trattato del Di Falco intitolato Syllabae poeticae ad rem poeticam necessariae commodiori atque faciliori ordine ordinatae pubblicato dal C. nel 1539. Nel 1532 il C. ottenne la cittadinanza napoletana ed in quell'anno se ne fregiò nella sottoscrizione in calce alle Parafrasi di Giovan Bernardino Foscano "Stampate in Napoli per Mattheo cancer cittadino napoletano il 16 ottobre 1532". Nel 1533 il C. pubblicò quella che resta la sua più importante edizione, stampata in società occasionale con il libraio Antonio Iovino napoletano: Il Petrarca col Commento di M. Silvano da Venafro, "Stampato nella nobile città di Napoli per Antonio Iovino & Mattheo Canzer cittadino Neapolitano nel M. D.XXXIII, nel mese di marzo". È un in-4º di cc. 2 n.n. + cc. 300; non ha avuto ristampe ed è oggi assai raro.
Nel 1535 la collaborazione col Sultzbach riprese con la stampa di tre ediz.: Nicolai Franci beneventani Hysabella, "Typis Ioanni Sultzbachi germano & Matthaei Cansii brixiano". È un in-4º di cc. 46; sul frontispizio v'è una cornice xilografica a figure che il Mazochio aveva adoperato in Roma nel 1517 per i Platonici sermones di Massimo Tirio. Nel libretto si cantano le lodi di Isabella di Capua, principessa di Molfetta, moglie del viceré Ferrante Gonzaga. Quando le opere del Franco furono messe all'Indice, le copie del libro furono tenacemente cercate e bruciate; oggi se ne conserva un unico esemplare nel British Museum di Londra. La seconda edizione fu quella del poema in lode del beato Giovanni della Marca di G. D. Lega (il titolo esatto non può essere trascritto perché l'unico esemplare noto è mutilo del frontispizio). Il terzo prodotto fu il commento a Virgilio di Tiberio Claudio Donato. Nello stesso anno 1535 il C. pubblicò da solo il Rimario di Benedetto Di Falco; nel 1536, del medesimo, pubblicò la Descrizione dei luoghi antichi di Napoli e del suo amenissimo territorio replicata da altri e dal C. (1568) per conto del libraio-editore M. Randoni.
Intanto nel Regno si intensificavano le misure di rigore contro scrittori, editori e tipografi. Con la prammatica vicereale del 15 ottobre 1544, che fu seguita dalle nuove norme censorie emanate da papa Paolo III in concordanza con le deliberazioni della IV sessione del concilio di Trento, i rigori divennero proibitivi, tanto che per oltre un anno (1544-1545) non si stampò libro alcuno in Napoli; per tutto il 1545 il solo C. stampò un libro: Regole ed osservazioni sopra lo scrivere in lingua toscana di P. Del Rosso, fuoruscito toscano.
Attorno al 1550 le vessazioni censorie si attenuarono; il C. seppe approfittarne e per oltre un decennio pubblicò libri vari di autori prevalentemente napoletani, nessuno però di gran rilievo. Il Giustiniani ne elencò pochi, sei ne aggiunse il Bresciano, ignoti prima a tutti i bibliografi e apparentemente, allo stato attuale delle ricerche bibliografiche, giuntici in esemplari unici. Nel decennio successivo l'attività del C. si attenuò e proseguì scarsa sino alla sua morte, che avvenne attorno al 1578. L'azienda fu proseguita dai suoi eredi.
Esaminata nel suo complesso, l'opera tipografica del C. appare sotto due aspetti molto diversi: alcune edizioni furono stampate con caratteri nuovi, eleganti e su carta ottima, con belle iniziali ornate o figurate; altre edizioni, per contro, sono di pessima esecuzione; carta deteriore, caratteri frusti, scorrettissime. Questo duplice aspetto fu già rilevato dal Giustiniani che non ne seppe dare ragione; e spiegabile non è se non con l'ipotesi che le edizioni fatte per conto terzi riflettessero inevitabilmente le possibilità economiche dei committenti e fossero realizzate in conseguenza.
Il C. ebbe la bottega in "via qui dicitur Vicaria vetus et ad ulmum divi Laurentii". Non usò mai insegna tipografica. Gli eredi continuarono l'azienda sino al 1591, ma più come librai che come stampatori. Essi usurparono - come già aveva fatto Giovan Battista Cappello - l'insegna dei Manuzio; ma usarono anche un'altra marca (due mani avvinte) col motto: "Pariet victoria pacem quam parit alta fides". Dopo il 1591 - anno in cui stamparono un Sermone di G. Battista Piatti - di loro più nulla si conosce.
Bibl.: L. Giustiniani, Saggio storico-critico sulla tipografia del Regno di Napoli, Napoli 1793, pp. 137, 141; G. Bresciano, Insegne di tipografi e librai napoletani del XV e XVI sec., Napoli 1919, p. 151; Id., Nuovi contributi alla storia della tipografia napoletana nel sec. XVI, in La Bibliofilia, XXVIII (1927), pp. 14, 29, 126, 280; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina ital., Firenze 1953, p. 34; P. Manzi, Annali di G. Sultzbach, Firenze 1970, pp. 8, 14, 37, 60 s.; Short-title catal. of books printed in Italy ... from 1465 to 1600 now in the British Museum, London 1958, p. 802; Catal. of books printed in the continent of Europa 1501-1600 in Cambridge libraries, Cambridge 1967, p. 412; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Florence 1905, pp. 287, 560.