BONAFOUS, Matteo (de Bonafous Matthieu)
Nacque a Lione il 7 marzo del 1793 da un'antica famiglia francese, un ramo della quale si era trasferito in Piemonte secoli prima. Allievo prima del Gourju e poi, a Chambèry, del Raymond, passò qualche anno alla Sorbona di Parigi, frequentandovi anche i corsi del "jardin des plantes". La morte del padre (1813) lo costrinse a interessarsi personalmente, per un certo tempo, dell'impresa di messaggerie e di trasporti che questi aveva gestito fra la Francia e l'Italia. Tuttavia questa incombenza non gli impedì di dedicarsi intensamente agli studi umanistici e di pubblicare, a 23 anni, un opuscolo d'argomento filosofico e morale (Riflessioni filosofico-morali, Torino 1816); ma l'influsso che, sulla sua formazione, ebbero il pensiero, la dimestichezza e la stima di studiosi come J.-B. Huzard, G. B. Balbis, V. Boniva, L. Colla, lo indirizzò presto verso settori di indagine e di attività scientifico-biologici e tecnico-agrari. Peraltro la connessione intima che esiste (e allora più di oggi esisteva) tra le scienze agrarie e i problemi alimentari e igienico-sanitari dell'uomo lo condusse a studiare anche medicina e a conseguirne la laurea presso la facoltà di Montpellier, nel 1834.
In seguito il B. concentrò il proprio interesse e le proprie energie di applicatore tecnico e di attivo divulgatore su alcuni precisi argomenti di agraria.
Poiché la seta costituiva allora una delle principali fonti di ricchezza del Piemonte e della Francia, si dedicò specialmente allo studio della bachicoltura e gelsicoltura Fra il 1821 e il 1848 diede alle stampe almeno diciotto fra libri e opuscoli riguardanti tali materie: è possibile rilevare l'acutezza delle sue osservazioni, il valore dei suoi accertamenti, la sua forza nel propagandare i concetti di materie assolutamente fondamentali per l'epoca in cui egli visse; di tali opere, non poche videro diverse edizioni via via ampliate e aggiornate e furono tradotte in varie lingue.
Il settore di studi al quale, dopo quello della gelsicoltura e della bachicoltura, il B. dedicò maggior interesse, fu senza dubbio quello della maiscoltura: già nel 1829, nel 1833 e nel 1834 comparvero alcuni suoi importanti studi; nel 1836 vide la luce la famosa Histoire naturelle, agricole et économique du mais, opera considerata il completamento degno dei più noti trattati scritti su tale argomento (R. Harasti 1728, A. A. Parmentier 1784 e Y. Burger 1809). Rimasta per decenni e per numerose generazioni di agronomi il punto di riferimento più completo ed accreditato sui problemi relativi alla coltivazione del mais, conserva tuttora una validità non soltanto storica, ma - sotto certi aspetti - anche scientifica e tecnica. Quest'opera, oltre che in olandese e in italiano, fu tradotta in arabo per ordine del viceré d'Egitto Mehemet Alì, e si ritiene che, per onorarne l'autore, De Candolle abbia voluto denominare Bonafousia un genere della farmiglia delle Apocinaceae. Un analogo lavoro il B. scrisse anche sulla biologia del riso e sull'agrotecnica e l'economia della risicoltura ed un altro sulle possibilità, sperimentalmente accertate, di introduzione in Piemonte di varietà di riso esotiche; viceversa rimase incompiuta, alla sua morte, l'Ampelographie subalpine, descrittiva delle varietà di viti coltivate in Piemonte, cui pure si era con grande concentrazione dedicato.
Sono rimasti del B. anche lavori su problemi di meccanica agraria (seminatrici; trapiantatrici, tagliaradici), di zootecnica (possibilità di introduzione in Piemonte della capra tibetana; miglioramento genetico del cavallo da tiro), di industrie agrarie (processi di fabbricazione di alcuni formaggi tipici e particolarmente apprezzati), di agronomia generale e speciale (mezzi di lotta contro la cuscuta; utilizzazione della robinia; coltura della bietola zuccherina; coltura delle piante silvane; coltura del topinambur; coltura del ricino in veste di pianta non soltanto oleifera, ma anche tessile), di economia politica agraria (organizzazione agricola in Svizzera; traduzione dell'opera di C. Beccaria).
Il B. si dedicò anche a parecchie attività più o meno connesse con l'agricoltura, come la divulgazione dell'importanza della vaccinazione antivaiolosa e l'organizzazione dei lavoratori delle campagne. Collaborò, inoltre, a numerose enciclopedie e ad opere compilative. Ricco di nascita, usò delle sue fortune quasi soltanto in vista dell'utilità generale e promosse l'istituzione di numerosi e cospicui premi da assegnare a studiosi e ricercatori in Francia, in Piemonte, in Toscana, in Lombardia; spesso aiutò finanziariamente non soltanto i giovani più promettenti, ma anche studiosi già affermati di varie discipline.
A Saint-Jean de Maurienne, ove il nonno era morto nel 1771, il B. creò, nel 1845, una biblioteca di duemila volumi e fece istituire un campo sperimentale per l'acclimazione di piante non indigene e uno stabilimento d'acque termali.
Quantunque viaggiasse molto (in Francia, Belgio, Olanda, Svizzera, Germania e Italia), a ciò spinto dalla volontà di dare alle proprie conoscenze la validità derivante dall'osservazione diretta, il B. ebbe abitualmente domicilio a Torino; ivi, fra l'altro, tenne per molti anni la direzione dell'orto e giardino sperimentale che la locale Accademia di agricoltura possedeva e gestiva alla Crocetta. A questa attività egli si dedicò con immensa passione ed è oggi sufficiente leggere i suoi rapporti annuali per rendersi conto di quale valore sarebbe il materiale vivente chegli collezionò e allevò, se - ben dopo la sua scomparsa - l'iniziativa non si fosse, con gli anni e con gli eventi, spenta. Nell'orto suddetto s'applicava a moltiplicare le varietà e le specie ancora poco conosciute, soprattutto quelle alimentari, per diffonderne la coltivazione negli stati italiani.
Fu un abilissimo collezionista e classificatore di vegetali, di minerali e di pezzi geologici. Le sue collezioni arricchiscono tuttora scuole e istituzioni diverse. Fu membro di ben gi accademie e società scientifiche, letterarie e artistiche.
Morì a Parigi, dove si trovava per curare la pubblicazione di un suo lavoro, il 23 marzo 1852. Fu sepolto a Lione, accanto al fratello Franklin.
Opere: De l'éducation des vers-à-soie d'après la méthode du Comte Dandolo, Lyon 1821; 2 ed., ibid. 1824; 3 ed., Paris 1827; e, con titolo variato, 4 ed.; Traité de l'éducation des vers-àsoie et de la culture du murier, suivi de divers mémoires su l'art séricole, Paris 1840; Coupd'oeil sur la ire exposition des produits de l'industrie agricole et manufacturière des Etats du Roi de Sardaigne, Paris 1830; Traité du mais, ou histoire naturelle et agricole de cette céreale, Paris 1833; Du mais, considéré dans ses rapports avec l'hygiène et la médicine; et particulièrement la pellagre, Montpellier 1834; Dell'arte di coltivare i gelsi, e di governare i bachi da seta, secondo il metodo cinese. Sunto dei libri cinesi tradotti in francese da Stanislao Julien, Torino 1837; La vers-à-soie. Traduction en vers français du poème de Marc-JeromeVida, Paris 1840; Principes d'économie politique appliqués à l'agricolture, par l'auteur du Traité des délits et des peines (traduction), Paris 1852.
Fonti e Bibl.: C. Despine, Eloge historique du chevalier M. B., in Annali d. R. Acc. d'Agricoltura di Torino, VI-VII, (1859), pp. 89-123; J.-M. Querard, Détails étendus sur les travaux et les publications de M. B., in La littérature française contemporaine, Paris 1846, II, pp. 189-201.