BALDUCCI, Matteo
Nacque a Fontignano, fra Perugia e Città della Pieve, da Giuliano di Lorenzo, nell'ultimo quarto del sec. XV. Nel 1509 è testimone in un atto di procura del Pinturicchio; nel 1517 fu allogato come apprendista per un periodo di sei anni nella bottega del Sodoma, ma nello stesso anno risulta presente anche a Città della Pieve. Nel 1523-25 doveva condurre una pala d'altare per la chiesa di S. Francesco di Pian-castagnaio dell'Amiata; nel 1543 risulta proprietario di beni in Città della Pieve, ove è ancora ricordato, come consigliere del Comune, nel 1550 e nel 1553. Del tutto incerta appare l'ipotesi del Canuti, che il B., testimone nell'atto di procura del Pinturicchio, sia un pittore diverso da quello ricordato dagli altri documenti.
A lui fu attribuita una tavola nella cappelia de' Borghesi nella chiesa dello Spirito Santo in Siena, rappresentante l'Assunta,e la cui predella è ora nella Pinacoteca di Siena; sulla base di tale attribuzione, la più sicura, la critica ha raggruppato numerose opere a Siena (Pinacoteca, S. Caterina della Notte, Madonna di Campansi di Ricovero, affreschi della volta della Libreria Piccolomini, eseguiti in collaborazione col Pinturicchio), a Cetona (cappella di S. Egidio in S. Francesco), a Città della Pieve (sacrestia di S. Agostino), a Lucardo di Certaldo (parrocchiale), in collezioni pubbliche (Museo di Altenburg, Accademia Carrara a Bergamo, Museo Fitzwilliam a Cambridge, Museo André di Chaalis, Pinacoteca di Dresda, Pinacoteca di Gubbio, Louvre) e private in Italia, in Francia, in Inghilterra, in America.
Tale eccessiva estensione del catalogo delle opere del B. risente evidentemente del fatto che la sua figura artistica non è stata ancora sufficientemente studiata e delineata; la stessa formazione del pittore è tuttora incerta: alla tesi del Berenson sulla discendenza del B. dal Pacchiarotto e sulla successiva influenza del Pinturicchio si è opposta quella dello Gnoli e più recentemente dei Brandi sulla formazione assolutamente umbra (e i vecchi eruditi lo ricordano come allievo del Perugino), alla quale sarebbero poi subentrati gli influssi del Pacchiarotto e del Fungai. È invece certa l'assenza di influenze del Sodoma, malgrado il discepolato del B. presso il Bazzi sia testimoniato da documenti.
Bibl.: B. Orsini, Vita, elogio e memorie dell'egregio pittore Pietro Perugino e degli scolari di esso,Perugia 1804, p. 309; A. Mezzanotte, Della vita e delle opere di Pietro Vannucci,Perugia. 1836, p. 286; G. Vasari, Le Vite...,a cura di G. Milanesi, Firenze 1906, III (vita di P. Perugino), p. 598, n. 3; VI (commentario alla vita del Sodoma), p. 408; J. Crowe-G. B. Cavalcaselle, Storia della pittura in Italia, X, Firenze 1908, pp. 71-73 (con ulteriore bibl.); U. Gnoli, Pittori e miniatori nell'Umbria,Spoleto 1923, sub voce Matteo di Giuliano di Lorenzo B.; F. Canuti, Un pittore umbro-senese, M. B.,in La Diana,IV (1929), pp. 291-306; C. Brandi, La Regia Pinacoteca di Siena,Roma 1933, pp. 28-32 (con ulteriore bibl.); B. Berenson, Pitture ital. del Rinascimento,Milano 1936, pp. 32 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 402; Encicl. Ital., V, p. 951.