MATRES (o Matronae)
Divinità femminili proprie dei Celti (l'epiteto matronae si riscontra specialmente nella Gallia orientale, nella Cisalpina e lungo le sponde del Reno e del Danubio) intese come donatrici di abbondanza, massime dei frutti della terra. Sono raggruppate in numero di tre e raffigurate il più sovente sedute, con un cesto pieno di frutta sulle ginocchia, con indosso un mantello agganciato sul petto, con enorme copricapo (non nimbo) sulla testa delle due laterali, mentre la matrona di mezzo n'è priva e talora invece della cesta regge una cornucopia (v. fig., vol. XVI, p. 718). Queste raffigurazoni delle matres aggruppate sono relativamente frequenti: abbondano le figurine isolate, sedute o in piedi, o con un bambino al petto, o a cavallo (v. epona) nella Gallia Celtica (Elvezî, Sequani, Lingoni), nella Narbonese (Voconzî, Arecomici, Allobrogi) e fin presso gli Ubî sulla destra del basso Reno e nella Britannia (M. transmarinae).
Il più delle volte queste dee sono contraddistinte da un epiteto toponomastico (vedine l'elenco nei lessici del Roscher e del Pauly-Wissowa); spesso hanno epiteti più generici che le mostrano protettrici di gruppi umani piu̇ estesi: di accampamenti militari (campestres), di crocicchi (biviae, triviae, quadriviae), di regioni (Italae, Gallicae, Germanicae). A esse nelle iscrizioni sono dedicati templi, periboli, altari.
Il significato di divinità del fato (pari alle moerae, alle parche, alle Norne) non è quello originario delle matres, ma ne è uno sviluppo naturale in quanto esse da donatrici di quella fertilità da cui dipende il buon andamento degl'individui e dei gruppi, hanno finito per esser considerate patrone del buon destino come le moire (v.) e le fate (v.).
Bibl.: M. Ihm, Der Mütter- oder Matronenkultus und seine Denkmäler, in Jahrb. des Vereins von Altertumsfreunden im Rheinlande, LXXXIII (1887), p. 1 segg.; id., Matres, Matronae, Matrae, in Roscher, Lexikon, II, col. 2464 segg.; J.-A. Hild, Matres, in Daremberg e Saglio, Dict. antiq. gr. et rom., III, p. 1635 segg.; F. Heichelheim, Matres, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIV, col. 2213 segg.; C. Jullian, Hist. de la Gaule, II, Parigi 1908, p. 131 segg.; VI, ivi 1920, p. 58 segg.; J. Toutain, Les cultes payens dans l'empire romain, III, Parigi 1920, p. 243 segg.