MATOS FRAGOSO, Juan de
Commediografo di lingua spagnola, nato ad Alvito (Alentejo, in Portogallo) nel 1608, morto a Madrid nel 1689. Studiò slosofia e legge a Évora; ma passò presto a Madrid, dove la sua attività di letterato lo rese amico dei commediografi madrileni, specie con J. Pérez de Montalbán, collaborando con i migliori di essi: con J. Cáncer, J. Vélez de Guevara, J. B. Diamante, e perfino con A. Moreto.
Nelle sue rime, per lo più encomiastiche e descrittive, è palese la tendenza "culterana", che appesantisce in generale anche la sua fertilissima opera drammatica. Poco dotato di facoltà inventive, fu abile rifacitore e contaminatore del teatro antecedente, riadattandolo a un gusto facile, piuttosto arido e logico, quando non cade nella pedanteria. Riprese alcune delle più note leggende castigliane, che già avevano avuto una rielaborazione drammatica (nel Traidor contra su sangre, attinta a Hurtado de Velarde, ripresenta il tema degli Infanti di Lara), e derivò da altri motivi letterarî e libreschi, plagiando con disinvoltura (dal Príncipe despeñado di Lope de Vega copiò La venganza en el despeño). Tuttavia nella sua feconda produzione qualche commedia è di sua invenzione, o, per lo meno, è rielaborata con altri intendimenti e con un'attenzione personale ai costumi e all'ambiente contemporanei; mentre in più d'una riesce a costruire un'azione con spigliatezza scenica e con vivacità dialogica (specie: El sabio en su retiro y el villano en su rincón; Lorenzo me llamo; El yerno del entendido; El galan de su mujer; El Redentor cautivo, ecc.).
Ediz.: Dodici commedie nella Primera Parte, Madrid 1658; ma le altre apparvero in varie raccolte di diversi autori, e qualcuna si conserva tuttora manoscritta. Vedi alcune Comedias, in Bibl. aut. esp., XLVIII.