materia/forma
Distinzione utilizzata in un preciso senso gnoseologico (a parte l’uso che ne ha sempre fatto la speculazione metafisica: ➔ materia) da J.H. Lambert e Tetens, e sviluppata da Kant, nel cui sistema filosofico ha un ruolo essenziale, consentendo, anche per questo verso, la contrapposizione tra sensibilità (molteplice sensibile) e intelletto (categorie come funzioni attive del soggetto nell’unificazione del molteplice). La coppia di concetti viene mantenuta nei successivi sviluppi della filosofia idealistica (Fichte, Hegel) pur respingendosi le implicazioni gnoseologiche del kantismo (per cui la materia è dato, corrispondente a un momento passivo dello spirito, che viene «affetto» dalle impressioni sensibili). La rigorosa definizione hegeliana (a livello astratto, categoriale) – secondo la quale «la materia, il determinato come indifferente, è il passivo, a fronte della forma quale attivo», «ciascuna di esse si riferisce all’altro, ossia solo la loro unità è la verità loro» – ha poi permesso l’estensione dei termini al campo dell’estetica, dove ormai sono comunemente impiegati.