Matera
M. è un piccolo centro della Basilicata (il comune ha 58.643 ab., secondo stime del 2004), ma più di una volta è riuscita a catturare l'attenzione nazionale e internazionale. Già nel libro Cristo si è fermato a Eboli (1945) C. Levi ne proponeva una lettura ammirata. Nel 1948 P. Togliatti visitò i Sassi, verificandone le condizioni igieniche, e li dichiarò "vergogna nazionale"; sarebbe poi stato A. De Gasperi a decretarne lo svuotamento. A. Olivetti, presidente dell'Istituto nazionale di urbanistica, nell'anno 1949, ottenne un intervento straordinario da parte dell'UNRRA-Casa: nel 1951 nacque così il Borgo La Martella, incardinato sulla chiesa progettata da L. Quaroni e destinato ad avviare il trasferimento dai Sassi.
Il piano regolatore ideato da L. Piccinato (1955) rinviò a tempo indeterminato il risanamento degli antichi rioni, registrando che la cultura meridionale era ancora indietro sul fronte del recupero urbano, e propose una nuova città a maglie larghe e piena di verde, con chiari riferimenti ai modelli scandinavi. Sorsero quartieri di alta qualità architettonica, come Spine bianche (1954; C. Aymonino, C. Chiarini, G. De Carlo, M. Fiorentino, M. Girelli, F. Gorio, S. Lenci, M. Ottolenghi), Serra venerdì (1957; L. Piccinato, L. Anversa Ferretti), La nera (1959; M. Coppa, M. Fabbri).
Il nuovo che avanzava metteva in ombra non tanto i Sassi, che sarebbero sempre rimasti al centro della 'questione materana', ma le altre dotazioni storiche della città e del suo territorio, rese unitarie dall'uso del tufo come materiale costruttivo: le chiese rupestri, le masserie fortificate, i mulini, nonché i complessi monumentali (Palazzo Lanfranchi, i conventi dell'Annunziata e delle Clarisse).
Quando P.P. Pasolini fece dei Sassi il fondale del film Il Vangelo secondo Matteo (1964), la loro evacuazione era in via di completamento, e molte case presentavano già accessi murati.
Il Concorso internazionale promosso per il recupero dei Sassi (1977) si concluse senza vincitori, ma con una delega al gruppo secondo classificato, che era costituito da giovani architetti locali, a iniziare una sperimentazione sul riuso. In seguito si è sviluppato un ampio dibattito sulle future utenze e sulla gestione delle operazioni di ristrutturazione, che ha tuttavia relegato in secondo piano i pochi contributi concreti tendenti a definire un'alta qualità per gli interventi: Matera, i Sassi. Manuale del recupero (1998), curato da A. Restucci, e soprattutto il Codice di pratica per la sicurezza e la conservazione dei Sassi di Matera (1997) di A. Giuffrè e C. Carocci, in cui rivivono le tecniche costruttive tradizionali, che purtroppo rischiavano di perdersi nell'anonimato delle nuove periferie.
In controtendenza rispetto a una città ormai senza più timone urbanistico, sono state realizzate alcune opere che hanno sperimentato un diverso rapporto con la tradizione attraverso l'uso del tufo come pietra da rivestimento (uffici Enel, 1988, P. Corazza; piazza Mulino, 1991, Aymonino, Corazza, R. Panella) oppure come centro del progetto (parco di Serra venerdì, 1993, C. Pozzi, A. Conte, R. Tosti; Casa Cifarelli, 2002, M. Saito). Ma sono stati solo oggetti sparsi, mentre non è mai giunta a conclusione l'unica operazione urbana che avrebbe potuto ridefinire un'importante area tra centro storico e nuove espansioni, il concorso per piazza Matteotti (1993). Intanto parti significative dei Sassi venivano fatte oggetto di restauri che troppo amalgamavano tracce del passato e interventi contemporanei; e d'altronde la città non è riuscita a proporsi con un alto ruolo culturale, nonostante l'arrivo dell'Università.
È stato ancora un film, The passion of the Christ (2004; La passione di Cristo) opera di M. Gibson, a riproporre al mondo l'immagine di M., ma in una versione che, se ha suscitato un nuovo interesse turistico, rischia tuttavia di appannarne ancor di più l'identità, che appare così fortemente connotata.
bibliografia
C. Pozzi, M. Saito, Identità di Matera: visita guidata tra antico e moderno, Matera 1990; R. Demetrio, C.D. Fonseca, G. Guadagno, Matera, Roma-Bari 2003.