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MASSONERIA

di Giovanni Caprile - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)
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MASSONERIA (XXII, p. 535; App. II, 11, p. 275)

Giovanni Caprile

Dopo la seconda guerra mondiale, la m. italiana - ricostituendosi man mano che il paese veniva liberato - si trovò frazionata in non meno di una trentina di gruppi, più o meno consistenti, ciascuno dei quali rivendicava la legittima discendenza dalla disciolta massoneria. Alcuni di essi ebbero vita effimera, altri resistettero più a lungo, qualcuno sopravvive ancor oggi fuori della m. regolare. Con sede principale a Roma si ebbero: il gruppo di Piazza del Gesù; il gr. di via Lombardia; il gr. di Gustavo Scervini; il gr. di Mario Spasiano o di via della Mercede; il gr. Avezzana; il gr. Busan; il gr. Astuni-Messineo; il gr. Terzani; il gr. di via Panisperna; il gr. De Filippi; il gr. Coen; il gr. Corselli; il gr. Coglitore; il gr. Ghinazzi; il gr. Pietro Jetto; il gr. Moroli o di via Cicerone; il gr. Platania; il gr. Domenico Maiocco; il gr. Labriola o di Palazzo Brancaccio; e infine quello di palazzo Giustiniani, che pubblicò dapprima l'Acacia massonica (1947-52), poi il Lumen vitae (1954-59), finché nel 1966 non risorse l'antica Rivista massonica, nell'attuale nuova serie. Questo gruppo venne associato, dal 1945, al Supremo consiglio della massoneria unificata, ricostituito nel giugno 1943, il quale, pertanto, aveva preceduto tutte le formazioni che si davano il titolo di "scozzesi".

Fuori di Roma si ebbero gruppi autonomi a Chieti (col bollettino Accademia di alta cultura-Voce fraterna), Napoli (Associazione mondiale maestri massonici), Venezia (Supremo consiglio dell'ordine martinista), Firenze, Palermo, Taranto, Trieste, Bari (Serenissima gran loggia d'Italia), Catanzaro, Genova, Milano (Gruppo Sollazzo o Serenissima gran loggia d'Italia).

In questo primo periodo la maggioranza di tali gruppi si distinse per l'asprezza della polemica e della rivalità scambievole, e per un'accentuata polemica anticlericale e talvolta antireligiosa. Fu quest'ultimo atteggiamento a determinare diversi interventi dell'autorità ecclesiastica: ribadirono l'attualità e la validità dell'antica condanna le Notificazioni degli arcivescovi di Chieti (1946) e di Milano (1949), degli episcopati calabro (1947 e 1949), ligure (1947), pugliese (1950); le risposte del Sant'Uffizio agli arcivescovi di Chieti (1946) e di Trento (1949); l'articolo dell'Osservatore romano (19 marzo 1950) e la nota da esso pubblicata il 17 gennaio 1954.

A partire più o meno dal 1960 - scomparsi ormai quasi tutti i gruppi suaccennati, a eccezione di pochissimi quali la Gran loggia d'Italia (Milano; Gran M.o Goffredo Sollazzo) e la Gran loggia d'Italia (discendenza di piazza del Gesù; ammette anche le donne; attuale Gran M.o Giovanni Ghinazzi), definiti clandestini, cioè privi non solo di regolarità ma altresì di legittimità, da tutte le m. regolari del mondo - vennero rafforzandosi i due gruppi che realmente potevano vantare uno stretto legame storico con quelli soppressi dal fascismo: quello detto di piazza del Gesù, di consistenza piuttosto scarsa, e quello di palazzo Giustiniani, il più numeroso e organizzato, e col maggior numero di riconoscimenti da parte delle potenze massoniche estere. Nei nove anni del Gran magistero tenuto dal prof. G. Gamberini (1961-70), questi lavorò a imprimere all'associazione un orientamento più conforme alla genuità originaria, gettando così le basi - con un'azione che verrà sostanzialmente seguita anche dal suo successore, il prof. L. Salvini - di due importanti tappe nella vita del Grande Oriente d'Italia: il ritorno del gruppo di piazza del Gesù all'obbedienza di palazzo Giustiniani (1973) e, prima ancora, il riconoscimento (atteso fin dal 1862), da parte della Gran loggia unita d'Inghilterra, della regolarità massonica (13 settembre 1972). In tal modo il Grande Oriente d'Italia costituisce il potere unitario, indipendente, della m. nel nostro paese; è quindi, com'è sempre stato, la sola vera e legittima fonte di autorità massonica nei limiti territoriali dello Stato italiano e nei confronti delle Comunioni massoniche estere. La sua sede rimane, dal 1901, palazzo Giustiniani in Roma. Nell'ordinamento giuridico italiano, il Grande Oriente d'Italia ha lo status delle associazioni non riconosciute (art. 36 c.c.), e la sua costituzione in vigore, insieme con gli altri documenti storici inerenti alla sua fondazione, è ufficialmente depositata presso il tribunale di Roma. A nessun titolo, perciò, può essere annoverato fra le società segrete. Negli ultimi tempi la m. italiana ha conosciuto lacerazioni interne, dovute al diverso modo di concepire e vivere l'autenticità massonica, nonché ai legami con differenti e opposte forze politiche.

Quanto alla m. in genere, va anche notato un mutamento nell'atteggiamento della Chiesa cattolica nei suoi riguardi. Mentre finora era considerato scomunicato chi aderisse a qualsiasi gruppo massonico, senza distinzione alcuna, una lettera della S. Congregazione per la dottrina della fede (ex Sant'Uffizio), in data 19 luglio 1974, dichiarava: "La grande diversità di situazioni in ogni nazione non consente alla Santa Sede di cambiare la legislazione generale finora vigente, la quale perciò rimane in vigore fin quando non verrà pubblicata la nuova legge canonica"; però nei casi particolari, di cui sono giudici i rispettivi episcopati, bisogna tener presente "che la legge penale va interpretata in senso restrittivo. Per tal motivo si può sicuramente insegnare e applicare l'opinione di quegli autori, i quali ritengono che il suddetto canone 2335 tocchi soltanto quei cattolici iscritti ad associazioni che veramente cospirano contro la Chiesa. Resta tuttavia proibito in ogni caso ai chierici, ai religiosi e anche ai membri di istituti secolari di iscriversi a qualsiasi tipo di associazioni massoniche".

Tale documento costituisce un punto di arrivo dopo un lungo lavoro periferico e assolutamente informale di chiarificazione, di contatti, di migliore conoscenza - dall'una e dall'altra parte - della genuina impostazione originaria della m. speculativa moderna, di un'approfondita critica storica sui diversi movimenti (non tutti accettabili dal punto di vista cattolico) che s'innestarono via via sul tronco massonico originario, determinandone certi atteggiamenti non essenziali alla m. in se stessa.

Bibl.: G. Caprile, Massoni e massoneria, Roma 1958 (compendio dei 12 articoli di Civiltà cattolica, tra il 1957 e il 1959, sull'atteggiamento dei diversi gruppi verso la religione e la Chiesa); R. Esposito, La massoneria e l'Italia dal 1800 ai nostri giorni, Roma 19694; G. Caprile, Una data importante per la massoneria italiana, in Civiltà cattolica, 1972, quad. 2939; L. Salvini, La Gran Loggia Unita d'Inghilterra ora in relazioni fraterne col G. O. d'Italia, in Rivista Massonica, 1972, pp. 449-52; C. Francovich, Storia della massoneria in Italia dalle origini alla rivoluzione francese, Firenze 1974; A. Mola, Storia della massoneria italiana dall'Unità alla Repubblica, Milano 1976; M. Moramarco, La massoneria ieri e oggi, ivi 1977. Per i rapporti con la Chiesa: A. Mellor, I nostri fratelli separati: i Liberi Muratori, ivi 1963; J. Baylot, La voie substituée, Liegi 1968; J. A. Ferrer Benimeli, La Masonería después del Concilio, Barcellona 1968; M. Dierickx, Freimaurerei, die grosse Unbekannte, Francoforte-Amburgo 1968; S. Pfürtner, Die katholische Kirche und die Freimaurerei heute, in Civitas, 1969, pp. 644-58; J.-F. Six, L'Eglise catholique au regard des francs-maçons, in Etudes, apr. 1969, pp. 592-603; Les Francs-Maçons, ces inconnus, in Choisir, ott. 1970, pp. 7-16; E. Lennhoff, Il Libero Muratore, Livorno 1972; J. Baylot, La massoneria tradizionale nel nostro tempo, Roma 1973; G. Caprile, Cattolici e massoneria: un'importante dichiarazione circa la scomunica, in Civiltà cattolica, 1974, quad. 2984, pp. 159-62; id., Nuovi orientamenti nei rapporti fra Chiesa e massoneria, in Il dialogo, 1975, n. 8, pp. 28-36; J. A. Ferrer Benimeli, Masonería, Iglesia e Illustración, 4 voll., Madrid 1975-1977; id., Los archivos secretos vaticanos y la Masoneria, Caracas 1976; id., La Masoneria actual, Barcellona 1977; A. Lantoine, Lettera di un massone al Papa, Palermo 1977; C. Jacq, La massoneria. Storia e iniziazione, Milano 1978; Autori vari, La libera muratoria (massoneria per problemi), ivi 1978.

Vedi anche
società segrete società segrete Organizzazioni in cui la segretezza può riguardare i membri che vi appartengono, o la loro attività, o la dottrina impartita ai membri stessi, o la loro stessa esistenza. Poiché gli scopi di tali organizzazioni possono essere del più vario tipo e le societa segrete hanno fatto la loro ... Puglia Regione dell’Italia meridionale (19.358 km2 con 4.076.546 ab. nel 2008, ripartiti in 258 Comuni; densità 210 ab./km2). Si allunga da NO a SE, fra i mari Adriatico e Ionio, limitata a O dal Molise, dalla Campania e dalla Basilicata. I punti estremi sono: a N la Punta di Peschici nel Gargano, a E il Capo ... Filippo Buonarròti Buonarròti, Filippo. - Uomo politico rivoluzionario (Pisa 1761 - Parigi 1837); esule volontario in Corsica poco dopo lo scoppio della Rivoluzione francese, cittadino francese dal 1793, dopo essere stato agente nazionale a Oneglia (1794) e aver subito una breve prigionia, si legò nel 1795 con Buonarroti, ... Lodovico Frapólli Frapólli, Lodovico. - Uomo politico (Milano 1815 - Torino 1878). Disertore dell'esercito austriaco, tra il 1848 e il 1849 ebbe prima incarichi diplomatici a Parigi e successivamente dal governo provvisorio di Lombardia, da quello democratico toscano e dalla Repubblica romana; nell'apr. 1849 fu espulso ...
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frammassonerìa
frammassoneria frammassonerìa s. f. [dal fr. franc-maçonnerie; v. la voce prec.]. – Forma oggi non più com. per massoneria.
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