Autore (forse sec. 2º d. C.) di un poema astrologico in esametri Περὶ καταρχῶν ("Sui principî"), giunto con la parafrasi in prosa della parte mancante: trattava dei "principî" delle azioni secondo l'osservazione della posizione degli astri. Nel lessico Suida M. è identificato, improbabilmente, con il maestro dell'imperatore Giuliano (v. Massimo Neoplatonico).