SIMONETTA, Massimo
– Nacque a Pella sul lago di Orta il 26 febbraio 1920 da Pietro e da Ines Trezzi.
Nel 1933 i genitori si separarono ed egli andò a vivere nella città natale della madre, Vigevano. Compì gli studi superiori a Pavia e quindi si iscrisse nel 1938 al corso di laurea in chimica industriale all’Università statale di Milano. Laureatosi a pieni voti con lode nel 1943, proseguì gli studi al Politecnico di Milano iscrivendosi al corso di laurea in ingegneria industriale, sottosezione elettrochimica. Ottenuta tale laurea nel 1946, ampliò ulteriormente la propria formazione culturale con una terza laurea in fisica, conseguita nel 1949.
Negli stessi anni Simonetta iniziò la carriera accademica al Politecnico; il 29 ottobre 1943 venne nominato assistente incaricato supplente presso la cattedra di chimica industriale. Sostituì Gianfranco Mattei, appena dimessosi dall’incarico per entrare in clandestinità e iniziare l’attività partigiana che lo avrebbe portato pochi mesi dopo alla morte nel carcere nazista di via Tasso a Roma.
Dal 1943 al 1954 Simonetta svolse il ruolo di assistente prima incaricato e poi ordinario sotto la guida di Giulio Natta, quindi di Adolfo Quilico e infine di Roberto Piontelli, allorché questi nel 1948 divenne ordinario di chimica fisica al Politecnico di Milano. Con quest’ultimo compì ricerche nel campo dell’elettrochimica, studiando in particolare il meccanismo di spostamento dello stagno mediante ferro e il comportamento chimico dei metalli nelle pile di concentrazione.
Fu per interessamento di Piontelli che Simonetta venne accolto come visiting professor presso il California Institute of technology di Pasadena. Questo soggiorno, che si protrasse per alcuni mesi nel 1950 e fu ripetuto altre volte in anni successivi, gli consentì di instaurare rapporti di collaborazione scientifica con Linus Pauling, chimico teorico di fama internazionale, che aveva appena pubblicato il suo celebre libro The nature of the chemical bond, una pietra miliare per la moderna definizione del concetto di legame chimico. Fu dopo questo periodo negli Stati Uniti che Simonetta intraprese con decisione ricerche nel campo della chimica teorica, studiando l’interazione tra struttura e reattività delle molecole sia mediante il metodo del legame di valenza sia con il metodo degli orbitali molecolari. Per entrambi i metodi fornì importanti contributi al perfezionamento e all’ampliamento della loro utilizzazione. In tale ambito vanno anche collocati molti articoli di questo periodo in cui si occupò di cinetica chimica dal punto di vista teorico e sperimentale, correlandola con la configurazione elettronica delle molecole dei vari reagenti.
Fu l’insieme di queste pubblicazioni che gli consentì nel 1954 di essere tra i vincitori del concorso bandito per una cattedra di chimica fisica presso l’Università di Cagliari. A seguito di tale risultato nel gennaio del 1955 venne chiamato a ricoprire la cattedra della medesima disciplina dalla facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università di Milano.
Da allora in poi l’opera scientifica di Simonetta si ampliò a diversi settori della chimica fisica, come documentato dai circa 430 articoli che pubblicò, in maggior parte su riviste internazionali. Se nella prima parte della sua attività egli aveva privilegiato studi di carattere teorico a vari livelli di sofisticazione, negli anni successivi seppe affiancarli all’uso di molte e diverse tecniche sperimentali. Per raggiungere quello che fu sempre lo scopo ultimo delle sue ricerche, l’interpretazione più razionale possibile del comportamento delle sostanze, attrezzò negli anni i propri laboratori con tutte le strumentazioni che potessero risultare all’uopo efficaci, quali la diffrazione di raggi X per la descrizione completa e precisa della geometria delle molecole, la risonanza di spin elettronico per lo studio dei radicali, la diffrazione degli elettroni a bassa energia per lo studio delle superfici.
Per citare solo alcuni dei risultati scientifici più importanti conseguiti da Simonetta e dai suoi numerosi allievi, ci si può limitare a ricordare la predizione dell’esistenza e della separabilità degli isomeri ottici nelle fosfine sostituite (Calcolo quantomeccanico della barriera di potenziale per la inversione della molecola di fosfina, in Il Nuovo Cimento, V (1957), pp. 587-591, con A. Vaciago), lo sviluppo di metodi per la previsione di conformazioni molecolari e spettri vibrazionali mediante meccanica molecolare (Structural investigations in organic molecules and crystals by means of molecular mechanics and X-ray diffraction, in Accounts of chemical research, VII (1974), pp. 345-350), e ancora lo studio della stabilità a temperatura ambiente del cis 1,2-divinilciclopropano (Substituents effects in optical and geometrical isomerization of cyclopropanes, in Tetrahedron letters, XVI (1975), pp. 4155-4158, con A. Gavezzotti).
Un’altra delle tematiche verso le quali si rivolse l’attenzione di Simonetta fu lo studio dei percorsi attraverso cui le reazioni procedono. Questo fu tra l’altro il tema della conferenza che tenne alla Royal Society of chemistry allorché gli venne assegnato il Centenary Prize nel 1983 (Organic reaction paths: a theoretical approach. Centenary lecture, in Chemical Society reviews, XIII (1984), pp. 1-14).
Oltre a questo, nel corso della sua carriera scientifica ebbe molti altri riconoscimenti, come il premio Presidente della Repubblica per le scienze fisiche e naturali (1969), il diploma di 1ª classe e la medaglia d’oro del governo italiano ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte (1975). Fu socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, membro emerito dell’Istituto lombardo di scienze e lettere, membro dell’International Academy of quantum molecular science e della European Academy of arts and sciences.
Il prestigio che Simonetta acquisì presso la comunità scientifica internazionale è testimoniato anche dal notevole numero di congressi di chimica teorica in cui fu presidente o relatore a invito. Tenne inoltre cicli di lezioni in molte università del mondo e fu visiting professor, oltre che al California Institute of technology, anche alle Università di Mosca e di Kiev (1972), all’Università di San Paolo (1973), al Brasenose College di Oxford (1975).
Di fisico atletico e amante dello sport, in gioventù era stato tra l’altro titolare nella squadra di calcio del Vigevano, prediligeva le vacanze in montagna sia d’estate sia d’inverno, passione condivisa dalla moglie Mirella Pilone, anch’essa docente universitaria, con la quale si era sposato nel 1957 senza avere figli.
Morì improvvisamente a Milano il 5 gennaio 1986 per una forma di leucemia a decorso rapido. Un ultimo articolo, riguardante lo studio di aggregati di atomi metallici come modelli di centri catalitici, argomento che lo aveva appassionato negli ultimi mesi di vita, fu pubblicato postumo (A novel mechanism for heterogeneous catalysis, in Nouveau journal de chimie, X (1986), pp. 533 s.).
Opere. L’elenco completo degli oltre 400 articoli che Simonetta pubblicò è riportato in G. Favini - A. Gamba, M. S. In memoriam 1920-1986, in The Journal of physical chemistry, XCII (1988), pp. 845-856. Una parte di essi, ritenuta particolarmente significativa, è stata ristampata in Quantum chemistry for chemistry. Selected papers by M. S., a cura di A. Gamba - A. Gavezzotti, Milano 1987.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivi storici del Politecnico, Fascicolo personale M.S.; Archivio dell’Università degli studi di Milano, Fascicolo personale, n. 2933.
G. Allegra, In memoria di M.S., in Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali. Rendiconti Lincei. Matematica e applicazioni, s. 8, 1987, vol. 81, pp. 219-225; L. Malatesta, M.S., in Rendiconti dell’Istituto lombardo di scienze e lettere. Parte generale ed atti ufficiali, CXXI (1987), pp. 231-240.