Serato, Massimo
Nome d'arte di Giuseppe Segato attore cinematografico, nato a Oderzo (Treviso) il 31 maggio 1916 e morto a Roma il 22 dicembre 1989. Con il suo volto dai lineamenti classici, nel ruolo del seduttore simpatico e sfrontato o crudele ed egoista o ancora in quello del nobile idealista e romantico, negli anni Quaranta S. raggiunse il successo e un'immediata popolarità presso il pubblico. A partire dal decennio successivo fu protagonista soprattutto di melodrammi e di film di cappa e spada, ma interpretò anche film appartenenti ad altri generi, dal giallo, alla commedia brillante, alla fantascienza, compresi alcuni peplum e western all'italiana (in cui a volte comparve con lo pseudonimo di Joe Barracuda). Nel 1947 aveva ricevuto il Nastro d'argento come migliore attore non protagonista, per il ruolo di un perfido ufficiale nazista in Il sole sorge ancora (1946) di Aldo Vergano.
Abbandonati gli studi universitari per formarsi come attore presso il Centro sperimentale di cinematografia, vinse un concorso alla scuola della Scalera Film. Se la sua prima esperienza cinematografica fu Appuntamento allo zoo (1937) di Franco Saponieri, una storia romantica finanziata dai GUF (Gruppi Universitari Fascisti), il suo vero debutto avvenne con L'ispettore Vargas (1940) diretto da Gianni Franciolini. L'anno successivo fu protagonista, accanto ad Alida Valli, del film drammatico Piccolo mondo antico di Mario Soldati, tratto dal romanzo di A. Fogazzaro, che ottenne un notevole successo presso il pubblico. Una buona prova S. avrebbe poi offerto interpretando un altro film tratto da un'opera letteraria, Le sorelle Materassi (1944) diretto da Ferdinando Maria Poggioli e ispirato al romanzo di A. Palazzeschi, ove ebbe il ruolo del nipote Remo. Intrecciò proprio in quegli anni un'importante relazione con Anna Magnani insieme alla quale recitò anche, tra il 1944 e il 1945, in alcuni spettacoli teatrali e partecipò alle prime riviste di Pietro Garinei e Sandro Giovannini. Nella stagione 1945-46 prese parte alla rivista Venticello del Sud di F. Nelli e M. Mangini, accanto a Nino Taranto, mentre in seguito avrebbe calcato le scene solo occasionalmente.
Al cinema durante e dopo la Seconda guerra mondiale lavorò con molti registi affermati come Carmine Gallone e Gennaro Righelli, ma anche con Alberto Lattuada, di cui interpretò il dramma antiborghese Giacomo l'idealista (1943), suo esordio nella regia. Lavorò inoltre in commedie e melodrammi romantici (Una domenica d'agosto, 1950, di Luciano Emmer; Pietà per chi cade, 1954, di Mario Costa; Maruzzella, 1956, di Luigi Capuano) e fu il protagonista spregiudicato e amorale di Febbre di vivere (1953), ritratto crudele della borghesia romana diretto da Claudio Gora. Negli anni Sessanta prese parte a numerose produzioni di routine, soprattutto film mitologici, ma anche al kolossal di Nicholas Ray 55 days at Peking (1963; 55 giorni a Pechino), al fantascientifico La decima vittima (1965) di Elio Petri e al grottesco Lo scatenato (1967) di Franco Indovina. Ancora caratterista efficace nel thriller Don't look now (1973; A Venezia…un dicembre rosso shocking) di Nicolas Roeg e nel film storico Salvo D'Acquisto (1975) di Romolo Guerrieri, offrì la sua ultima interpretazione, quella di un anziano innamorato in fuga dai nipoti avidi, in La gialla farfalla, secondo episodio di 32 dicembre (1988) di Luciano De Crescenzo. Nel corso della sua carriera fu attivo anche in televisione dove prese parte a sceneggiati e riduzioni di opere teatrali.
F. Savio, Cinecittà anni '30. Parlano 116 protagonisti del secondo cinema italiano (1930-1946), 3° vol., Roma 1979, pp. 997-1009.