FANTASTICI, Massimina
Nata a Firenze l'8 giugno 1789 da Giovanni, rinomato gioielliere, e da Fortunata Sulgher, livornese, improvvisatrice nota in Arcadia col nome di Temira Parasside, ben presto fu guidata nei suoi studi dall'abate Pietro Bagnoli; a undici anni entrò nel conservatorio di S. Agata a Firenze.
La casa dei Fantastici era un ambiente colto e fervido intellettualmente, luogo di incontro di letterati nella Firenze di fine secolo, frequentata tra gli altri da V. Alfieri, che mostrò di apprezzare i versi di Fortunata Sulgher.
A sedici anni sposò Luigi Rosellini, patrizio pesciatino, segretario di Maria Luigia di Borbone regina d'Etruria, ed ebbe quattro figlie e un maschio, Eugenio, morto in giovane età; fu madre attenta e premurosa, pronta a tralasciare l'attività letteraria per occuparsi dei figli. Risalgono a questo periodo le due odi Per bellissima giovane pistoiese (dedicata ad Alessandra Rospigliosi) e In morte di Labindo, (cioè del poeta Giovanni Fantoni), pubblicate a Parma nel 1809.
Nel 1810 iniziò a scrivere il poemetto Cefalo e Procri (pubblicato poi a Rovigo nel 1835), un breve componimento di ispirazione classica sull'amore tra Cefalo e Procri, ostacolato dalla gelosia dell'Aurora e poi risolto positivamente da Diana; l'opera fu letta, apprezzata e postillata da U. Foscolo, e meritò una medaglia d'argento in premio dall'Accademia pistoiese. Del 1812 sono i versi pubblicati in quell'anno a Pisa nella raccolta Per la Venere italica scolpita da Antonio Canova, comprendente componimenti d'altri undici poeti, che costituisce uno dei risultati più interessanti del neoclassicismo toscano.
Attiva nella vita letteraria fiorentina, fu iscritta a molte accademie (Accademia delle belle arti di Firenze, Accademia pistoiese, Accademia dei Filomati di Lucca, Arcadia e Accademia tiberina) e frequentò abitualmente il salotto di Luisa Stolberg contessa d'Albany, dove aveva conosciuto Ugo Foscolo, al quale sovente sottopose i propri scritti. Al Foscolo la F. fu legata da una sincera amicizia dopo una fugace passione amorosa. La F. si preoccupò anche dell'educazione delle figlie secondo validi principi di etica e nel 1830 dedicò loro una raccolta dal titolo Saggio di commedie per fanciulli. Le iniziali cinque commedie divennero sette nella seconda edizione (Firenze 1831, titolo Commedie pei fanciulli) e ciascuna fu preceduta da una litografia della F. stessa e dalla dedica ad una persona amica. Il successo fu enorme; seguirono cinque edizioni in soli sette anni (in quella Firenze 1838 il titolo fu Lettere e commedie pei fanciulli e comprese degli scritti educativi) e la F. si impose nel panorama culturale come educatrice rinomata. Seguirono le Letture pei fanciulli dai quattro ai sedici anni (Firenze 1837) e le Commedie per l'adolescenza, che ebbero a Firenze tre edizioni (1844, 1854, 1858), poi una a Parma (1859), e ancora a Firenze nel 1877.
Erano commedie brevissime, pensate per le figlie ma rivolte a tutte le giovani. La F. non vi ha enunciato un originale sistema educativo; le sue idee, ispirate al cattolicesimo liberale, riflettono i punti essenziali del pensiero pedagogico spiritualista del primo Ottocento (N. Tommaseo, R. Lambruschini, P. Thouar, G. Capponi, E. Mayer). Mirò ad un'educazione che assecondasse lo sviluppo naturale dell'individuo e ne rispettasse la libertà, riconobbe la centralità della religione nel processo educativo e auspicò una diffusione della cultura in tutte le classi sociali. Se in poesia la F. aderì al neoclassicismo, accettando soltanto in un secondo momento (come testimonia il suo Amerigo) alcuni aspetti del romanticismo, negli scritti in prosa invece condivise pienamente l'interesse tutto romantico per le questioni educative.
Nel 1838 venne alla luce a Firenze la tragedia I Pargi, sui fatti di Parga cantati anche da G. Berchet. L'opera fu donata dalla F. alla Deputazione per l'innalzamento di ventotto statue dedicate a celebri personaggi toscani da porsi nelle nicchie del Vasari agli Uffizi. Fu solo nel 1843, sebbene lo avesse iniziato fin dal 1810, che pubblicò (Firenze; e ibid. 1858) il poema in ottave Amerigo, la sua opera più famosa, assai lodata da S. Pellico.
Si tratta di una composizione epica in venti canti che narra l'impresa di Amerigo Vespucci e che fruttò alla F. un premio dell'Accademia tiberina (1845). Essa testimonia la tendenza di alcuni classicisti, come A. Ricci (nell'Italiade e nel S. Benedetto) eL. Costa (nel Cristoforo Colombo), a fondere armonicamente elementi classici e romantici: in un genere tradizionale come il poema, viene cantato un argomento moderno.
Nel 1846 pubblicò a Lucca, sotto lo pseudonimo di Attilio Trotti, un dramma dal titolo Il compare; l'argomento era tratto da un fatto di cronaca, l'inganno e la seduzione compiuti da un conte su una contadina, ed ebbe un successo notevole, fu recitato con favore di pubblico a Lucca, a Perugia, a Senigallia e altrove. Nello stesso anno, perso il marito, si trasferì a Pisa e rinunciò al suo decennale impegno di ispettrice di asili infantili. Il ciclo dei suoi scritti didattici è chiuso dal racconto intitolato Guglielmo Wismar o il fanciullo istruito ne' principali riti cattolici, pubblicato a Firenze nel 1853 e mirante ad illustrare i riti della religione cattolica.
La F. morì a Lucca il 24 genn. 1859; è sepolta nei sotterranei della basilica di S. Miniato al Monte.
Oltre agli scritti già citati, si ricordano: Canzone, in Raccolta in morte di Antonietta Trevisan Gabardi, Padova 1835; In morte del figlio, in Museo scientifico, letterario, artistico, Torino 1839, p. 293, Carme, scritto in occasione della III Riunione degli scienziati italiani tenutasi a Firenze il 15 sett. 1841, Firenze 1841; I pregiudizi popolari, in Enciclopedia popolare, a cura di I. Cantù, II, Milano 1841, Dialoghi e racconti pei fanciulli, Firenze 1866.
Fonti e Bibl.: S. Pellico, Epistolario, Firenze 1856, pp. 278 s., 446; L. Fornaciari, Un uomo di antica probità. Epistolario di L. Fornaciari, a cura di R. Fornaciari, Firenze 1899, pp. 193 ss., 203 ss., 220-223, 236 ss., 264-267, 283-286, 304 ss., 322 s., 364 ss., 368 ss., 451 ss., 455 s., 458 ss., 463 s., 475 ss., 492 s., 496 s., 505 ss., 508 ss.; Edizione nazionale delle opere di Ugo Foscolo, I, pp. 228, 1211, 1215, 1262; VIII, pp. 405 s.; XVII (Epist., IV), pp. 213, 232, 242, 244 s., 251, 256, 286; XVIII (Epistolario, V), pp. 90, 92, 203 e n. 215, 385; XIX (Epist., VI), p. 374; XX (Epist., VII), pp. 362 s.; G. Canonici Fachini, Prospetto biografico delle donne italiane rinomate in letteratura..., Venezia 1824, pp. 236 s.; P.L. Ferri, Biblioteca femminile italiana, Padova 1842, pp. 154-157; E. Castreca Brunetti, Aggiunte alla biblioteca femminile italiana..., Roma 1844, p. 17; N. Tommaseo, Dizionario estetico, Milano 1852, p. 294; D. E. Diamilla Müller, Biografie autografe ed inedite di illustri italiani di questo secolo, Torino 1853, pp. 392-397; O. Greco, Bibliografia femminile italiana del XIX secolo, Venezia 1875, pp. 192 ss.; G. Giovannini Magonio, Italiane benemerite del Risorgimento nazionale, Milano 1907, pp. 28-40; C. Villani, Stelle femminili, Napoli 1915, pp. 243 s.; G. Casati, Dizionario degli scrittori d'Italia, Milano 1925, III, ad vocem; E. Caramelli, M.F.Rossellini, in Il Giornale nuovo (Firenze), 7 luglio 1933; G. Mazzoni, L'Ottocento, in Storia letteraria d'Italia, Milano 1973, I, pp. 381 ss.; II, pp. 65, 82, 393; Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, I, pp. 254 s.; M. Bandini Buti, Poetesse e scrittrici, I, pp. 254-255.