MASSERANO (A. T., 20-21)
Paese in provincia di Vercelli situato in pittoresca posizione sul declivio di un'altura a 331 m. s. m., a meno di 15 km. a ONO. di Biella; nel 1931 il comune (26,17 kmq.) contava 2891 abitanti.
Nell'alto Medioevo fece parte del comitato di Vercelli; fu dominio ora dei signori di Casalvolone, ora dei vescovi di Vercelli, ai quali fu donato dalla regìna Adelaide, poi moglie dell'imperatore Ottone. Nel 1138 Corrado III si fece cedere Masserano per ragioni militari e l'infeudò a Giacomo di Bolgaro e fratelli, che in cambio cedettero Crevacuore. Federico I restituì nel 1152 Masserano alla mensa di Vercelli, alla quale lo contese il comune di Vercelli dal 1186 al 1189; ma a quella lo riconfermò Enrico VI. Infeudato nel 1315 ai Tizzoni e ritornato ancora alla mensa vescovile, il cardinale Ludovico Fieschi, della storica famíglia ligure dei conti di Lavagna, vescovo di Vercelli, ottenne nel 1394 dal papa Bonifacio IX d'infeudare Masserano con Crevacuore al proprio fratello Antonio. Il pontefice Giulio II nel 1506 eresse Masserano in contea per Annibale Fieschi; e l'ultimo suo discendente, Ludovico, nel 1517 lasciò questi feudi a un figlio adottivo Filiberto Ferrero, della famigha biellese, che, investita più tardi di La Marmora (Cuneo), originerà i due rami dei Ferrero-Fieschi e dei Ferrero-La Marmora. Nel 1547 papa Paolo III trasformò la contea in marchesato e nel 1598 Clemente VIII lolelevò a principato. Aspri Conflitti fra sudditi e feudatarî fecero intervenire più volte la Santa Sede nei secoli XVII-XVIII, finché Benedetto XIV nominò nel 1741 vicario della Chiesa romana per il principato di Masserano Carlo Emanuele III re di Sardegna, con il quale nel 1767 si accordò Filippo Vittorio Ferrero-Fieschi, cedendogli ogni diritto sul principato contro 400.000 lire e diritto di conservarne i predicati feudali. La famiglia dei Ferrero-Fieschi, principi di Masserano, si estinse nel 1833, i suoi diritti passarono nel ramo del Ferrero marchesi di La Marmora (v. la marmora-ferrero, XX, p. 403).