MASSENZIO (Marcus Aurelius Valerius Maxentius)
Celebre rivale di Costantino, da questo sconfitto nella battaglia al ponte Milvio. Figlio di Massimiano Erculio e di Eutropia, M., nato circa il 278, sposò la figlia di Galerio, da cui ebbe Romolo. Allorché, il 1° maggio 305, abdicando Diocleziano e Massimiano, fu costituita la nuova tetrarchia, M. venne escluso dalla successione; ma dopo l'acclamazione di Costantino a Eboraco (York), anche M., approfittando del malcontento dei Romani e delle truppe, specie pretoriane, si fece acclamare a sua volta, il 27 o 28 ottobre 306, forse d'accordo con Costantino; e, come questi, cercò di farsi riconoscere ufficialmente. Ma, mentre al primo era concesso il titolo di Cesare, M. nulla ottenne. Richiamò il padre, proclamato bis Augustus, e al cui seguito si posero le truppe dell'augusto Severo, mandato da Galerio a riprendere l'Italia. Nella primavera del 307, le nozze tra Costantino e Fausta, figlia di Massimiano, rassodavano in Occidente la nuova dinastia. M. aveva preso anche il titolo di augusto e aveva potuto liberarsi da un attacco di Galerio in persona, quando il padre tentò di deporlo; ma dovette fuggire in Gallia. Intanto si ribellava a M. l'Africa, sotto L. Domizio Alessandro e (309) moriva suo figlio Romolo. Costantino, ormai in urto con M., gli toglieva la Spagna, rendendo sempre più precario il suo governo e sempre più difficili le condizioni economiche; onde M., costretto a prendere severi provvedimenti, divenne impopolare anche in quella Roma, cui cercava di restituire la dignità di capitale anche con sontuose costrizioni, tra cui la grande basilica sulla Via Sacra. Dopo la morte di Galerio, tuttavia, M., sempre nella speranza d'essere riconosciuto ufficialmente, si riavvicinò a Massimino e riprese l'Africa. A questo fine tentò d'ingraziarsi i cristiani, ai quali, fin dal 307, aveva permesso di eleggere il papa Marcello, poi esiliato in seguito a contrasti interni nella comunità; così, nel 308, lasciò eleggere il papa Eusebio, che dovette pure esiliare, insieme con il suo competitore Eraclio. Ma nel 311 fece eleggere il nuovo papa Milziade, cui restituì le Chiese confiscate durante la persecuzione dioclezianea, mentre anche in Africa rendeva ai cristiani la libertà. Ma l'alleanza di Costantino con Licinio stava già per produrre i suoi effetti; costretto probabilmente da una sollevazione ad affrontare l'avversario in campo aperto, nella battaglia del 28 ottobre 312 M. trovò la morte, travolto dalle acque del Tevere.
Bibl.: E. Groag, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIV, coll. 2417 segg.; A. Pincherle, in Studi ital. di filol. class., n. s., VII (1929), p. 131 segg.; E. Caspar, Geschichte des Papsttums, Tubinga 1930, p. 99 segg.; H. Grégoire, in Rev. de l'Univ. de Bruxelles, XXXVI (1930-31) p. 241 segg.; v. anche costantino.