MASSÉNA, André, duca di Rivoli, principe di Essling
Maresciallo di Francia, nato a Nizza Marittima il 6 maggio 1758, morto a Parigi il 4 aprile 1817. Fino a 17 anni fu mozzo e marinaio alle dipendenze di uno zio; si arruolò nel reggimento reale italiano al servizio della Francia, raggiungendo in breve il grado di sergente. Malgrado il suo zelo e la viva intelligenza, le sue modeste origini si opposero al raggiungimento del grado di ufficiale nell'esercito regio; ed egli si ritirò dall'esercito. Lo scoppio della rivoluzione francese trasse dall'inazione il M., che ottenne il comando di un battaglione di volontarî del Varo (1792). Il generale J.-B.-M. Anselme, capo dell'armata del Mezzogiorno, ne scorse le alte qualità militari e il M. fu nominato generale di brigata e poco dopo generale di divisione (1793). L'anno seguente partecipò all'invasione del Piemonte e riportò le vittorie di Oneglia, Ponte di Nava, Garessio e Saorgio (agosto) rendendosi incontrastato padrone delle Alpi Marittime. Batté anche gli Austriaci a Cairo e a Loano, conquistando Savona. Nel 1796-97 fu uno dei più attivi e fortunati luogotenenti di Bonaparte, distinguendosi soprattutto a Millesimo, Dego, al ponte di Lodi, a Rovereto, a Rivoli e in Carinzia. Bonaparte lo incaricò di trattare a Vienna la pace. Nel 1798 comandò l'esercito francese nell'Italia centrale, alla testa del quale entrò in Roma. Nel 1799, come comandante in capo dell'armata della Svizzera, inflisse agli Austro-Russi la sconfitta di Zurigo, liberando la Francia da un gravissimo pericolo. Avvenuto il colpo di stato del 18 brumaio ebbe l'incarico di fronteggiare il generale austriaco B. von Mélas. Dopo una serie di scontri sfortunati si rinchiuse in Genova (1800) e quivi, fra difficoltà materiali e morali gravissime, resistette fino al 4 giugno, dando tempo al Primo Console di passare le Alpi. Dopo Marengo ebbe il comando dell'armata d'Italia.
Quantunque l'esuberanza del temperamento lo mettesse spesso in contrasto con il Primo Console, questi, divenuto imperatore, lo comprese nella prima lista dei marescialli di Francia. Nel 1805 ricevette nuovamente il comando dell'armata d' Italia, ove con i fatti d'armi di Caldiero e di Vicenza e numerose azioni al Brenta e al Tagliamento, seppe impedire all'arciduca Carlo il cammino verso Vienna, agevolando a Napoleone la vittoria di Austerlitz. Dopo la pace di Presburgo, occupò il reame di Napoli espugnando Gaeta, allora ritenuta imprendibile.
L'anno seguente (1807) l'imperatore gli affidò - dopo la battaglia di Eylau, cui il M. però non prese parte - il comando dell'ala destra francese con l'incarico di trattenere i Russi in Polonia. Creato duca di Rivoli, quando nel 1809 scoppiò la guerra contro l'Austria comandò le truppe della sponda destra del Danubio e combatté con glorioso accanimento a Landshut, Eckmühl, Edelsberg ed Essling (22 maggio), quivi proteggendo il passaggio francese del Danubio. Ferito nella battaglia di Wagram, dove comandava l'ala sinistra, non rinunciò per questo a inseguire energicamente il nemico. Napoleone, dopo la pace, lo insignì del titolo di principe di Essling. Nel 1810 con soli 38.000 uomini (esercito di Spagna) batté più volte gli Anglo Portoghesi che avevano forze più che doppie, respingendo Wellington fino a Lisbona; e quantunque scarso di mezzi e di forze, dopo non breve opportuno temporeggiamento batté nettamente gli avversarî alla Fuentes de Oñoro (3 maggio 1811). Ma tuttavia poco tempo dopo dovette abbandonare il Portogallo, cosa che lo fece cadere in disgrazia, sicché non ebbe più da Napoleone missioni o incarichi di rilievo. Relegato a Marsiglia, quale comandante dell'8ª divisione militare territoriale, vi rimase fino al ritorno dei Borboni, dai quali ebbe offerte di nuovi onori, da lui accettati. Al ritorno di Napoleone ripassò dalla sua parte facilitandogli l'arrivo a Grenoble. Dopo Waterloo, investito del comando della guardia nazionale parigina, seppe impedire che le fazioni in lotta compromettessero la Francia con i loro eccessi. Fatto oggetto di vivacissimi attacchi e di calunnie per non aver accettato di far parte del consiglio di guerra che doveva giudicare il suo vecchio camerata Ney, trascorse gli ultimi anni fra grandi amarezze.
Non lasciò scritti degni di nota e le sue Memorie furono redatte e pubblicate a Parigi dal generale Koch nel 1849 (4 voll.).