MASSA
. Diritto. - Nel diritto romano si adopera il termine "massa" per indicare un complesso di più cose, che formano una certa unità; di qui probabilmente derivò la denominazione data a grandi possessi dell'alto Medioevo: troviamo ricordate tali masse spettanti alla Chiesa romana nel liber diurnus di questa, raccolta di modelli di lettere appartenente alla prima metà del sec. VIII. Massae si trovano anche in altri territorî: per es., nell'anno 740 il duca Transmondo di Spoleto donò al monastero di Farfa certe prestazioni, che riscuoteva dal populus di una massa, dove era azionario o amministratore un tale Mellito. Era un insieme di fundi o di poderi, coltivati da coloni e da servi, che era dato dalla Chiesa romana a un conductor, dal duca di Spoleto, come s'è detto, a un actionarius. Costoro ricevevano in affitto per un certo tempo a un canone determinato tali beni, mediante un documento scritto. Gli amministratori o defensores dei grandi patrimonî della Chiesa romana potevano rinnovare la concessione ai conduttori, che pagavano loro per ciò certi diritti. L'evoluzione di queste massae, dopo il secolo X, le portò a trasformarsi in feudi: il casale, che ne era il centro, venne fortificato e divenne la sede d'un signore feudale, che godeva i redditi e prestava servizio militare al pontefice o ad altri principi. In alcuni luoghi però le massae subirono un'altra trasformazione già alla metà del sec. VIII, quando i pontefici romani, sotto la minaccia degli assalti dei Longobardi, pensarono di creare a loro difesa gruppi di coltivatori-soldati e perciò smembrarono alcune masse per formare, probabilmente, sull'esempio degli antichi predî limitanei romani, delle stratie bizantine e delle arimannie longobarde, le domuscultae. Questi coltivatori soldati formavano delle militiae, che sono ricordate in iscrizioni del sec. IX. Più tardi però anche queste domuscultae caddero nell'ambito feudale.
Bibl.: P. Fabre, De Patrimoniis Romanae Ecclesiae, Lilla 1892; M. Moresco, Il patrimonio di S. Pietro, Torino 1916, p. 37 seg.; P. S. Leicht, Gasindi e Vassalli, in Rend. Acc. Lincei, Roma 1927.