MASSA e CARRARA, Ducato di
La signoria di Massa, nella linea Cybo Malaspina, s'inizia col marchese Antonio-Alberico I Malaspina (1441-1445), venuto a capo di questo piccolo stato per elezione popolare promossa e favorita dalla Repubblica Fiorentina, la quale, nel 1437, era divenuta padrona del territorio col concorso dello stesso marchese, suo fedele commendatario e capitano. Rimasta unita al feudo di Fosdinovo durante la vita di Antonio-Alberico, la signoria massese ebbe vita indipendente col figlio Iacopo (1445-1481), il quale acquistava, nel 1473, da Antoniotto Fregoso, anche la signoria di Carrara, consolidata poi, dopo lunghe lotte e fazioni con i suoi consanguinei e con i Fregoso, signori di Sarzana, da Alberico II (1481-1519), ultimo, in linea maschile, dei Malaspina di Massa. Gli succedette la figlia Ricciarda (1519-1553), sposa in seconde nozze a Lorenzo Cybo, conte di Ferentillo e discendente per filiazione diretta da Innocenzo VIII; essa mantenne fermamente il governo del suo stato, contro le pretese del marito e la tragica ribellione del figlio primogenito Giulio, decapitato a Milano, il 18 maggio 1548, per ordine di Carlo V. Designato alla successione della madre, inizia la seconda dinastia massese Alberico I Cybo Malaspina (1553-1623), umanista e poeta, mecenate degli studî, fondatore di Massa Ducale.
Con la venuta dei Cybo, famiglia consolare genovese, salita a fastigio principesco, nel corso del sec. XV, per favori nepotistici, collegata per parentela e per comuni tradizioni di cultura con i Medici, ricchissima, con forti aderenze nella patria d'origine, il piccolo stato, creato dai Malaspina con le armi in pugno, ebbe splendida vita di corte, insigni privilegi e onori (diritto di zecca nel 1559, titolo di principato nel 1568, di ducato nel 1664), ma non manifestò alcuna capacità di espansione e non ebbe influenza politica, se non forse, quale intermediario fra il granducato di Toscana e la repubblica genovese.
Il prestigio dei Cybo si mantenne con Carlo I (1523-1669), con il primo duca Alberico II (1669-1690), continuatori delle tradizioni culturali e delle grandi imprese urbanistiche di Alberico I; decadde conCarlo II (1690-1710) e Alberico III (1710-1715) e venne meno con l'ultimo duca Alderano (1715-1731), dissipatore dei beni e del ricco patrimonio archeologico e artistico dei suoi, sotto il quale pericolò l'esistenza stessa del ducato. Estintasi la linea maschile dei Cybo in Alderano, il ducato di Massa ebbe secolare governo femminile con Maria Teresa (1731-1790), succeduta al padre in età pupillare, sposa nel 1741 a Ercole Rinaldo d'Este, ultimo di questa casa, e con Maria Beatrice (1790-1829) la quale portò in casa d'Austria l'eredità dei Cybo e degli Este sposando nel 1771 l'arciduca Ferdinando, figlio di Francesco I.
Essendo stata spodestata Maria Beatrice dall'invasione francese, l'ex ducato di Massa, dichiarato feudo imperiale da Napoleone I, nel 1806 fu attribuito alla principessa di Lucca, Elisa Baciocchi; col trattato di Vienna del 1815 tornò all'antica sovrana e alla morte di questa, passato per successione legittima al figlio Francesco IV duca di Modena, fu incorporato negli stati estensi.
Bibl.: G. Viani, Memoria della famiglia Cybo e delle monete di Massa, Pisa 1807; E. Repetti, Dizionario storico della Toscana, Firenze 1839, III; E. Branchi, Storia della Lunigiana feudale, Pistoia 1897; L. Staffetti, Giulio Cybo Malaspina marchese di Massa, Modena 1892; id., Il cardinale Innocenzo Cybo, Firenze 1894; id., Il libro dei ricordi della famiglia Cybo, Genova 1908; Corpus Nummorum Italicorum, XI: Toscana (zecche minori), Roma 1929; U. Formentini, Monete di Lunigiana nell'opera numismatica di S. M. il re, La Spezia 1930; F. Sassi, I primordi del principato massese, La Spezia 1930; Pastine, Genova e Massa nella politica mediterranea del Primo Settecento, in Giornale storico e letterario della Liguria, n. s., III (1927). Cfr. massa.