MASORA (o massora; dal neo-ebraico masorāh, "tradizione")
È il nome con cui si designa l'insieme di quelle scuole di dotti rabbini, che dal sec. V d. C. a circa l'VIII compirono varî lavori sul testo ebraico della Bibbia, per fissarlo, garantirne la trasmissione manoscritta, e anche assicurarne la retta pronunzia nella lettura pubblica sinagogale.
Vi è la masora orientale, detta anche di Babilonia, e quella occidentale, detta anche di Tiberiade, essendo queste due i principali centri delle suddette scuole; differente ne è il sistema di vocalizzazione, ossia dei segni indicanti le vocali aggiunte da essi al testo consonantico ebraico per assicurarne la retta pronunzia (v. bibbia, VI, 887). In vista della lettura pubblica sinagogale, eseguita in forma di tenua cantilena, essi aggiunsero pure un complicato sistema di accenti.
Tanto era il rispetto che quei dotti avevano per il testo ebraico (consonantico) ricevuto dalla tradizione precedente, che non ardirono correggerlo anche se evidentemente guastato da amanuensi: si limitarono perciò a notare con un segno la parola errata del testo (ketībh, "scritto"), aggiungendo in margine la parola corretta (qĕrē, "leggi!"). Molte altre complicatissime e minuziose osservazioni furono fatte dai masoreti sul testo ebraico, sempre per poter controllare l'esattezza della futura trasmissione manoscritta del testo, e i risultati furono aggiunti nei margini e colofoni delle edizioni da loro preparate.
La meticolosità dei loro studî, senza aver risolto moltissime questioni testuali, ha tuttavia creato una vera "siepe" di protezione (così fu anche chiamata la masora) al testo biblico, e fu quindi di primaria importanza.
Bibl.: Trattano della masora tutte le introduzioni bibliche, per cui vedi a bibbia. Inoltre Cr. D. Ginsburg, The Massorah compiled from manuscripts alphabetically and lexically arranged, voll. 3, Londra 1880-85; id., Introduction to the massoretico-critical edition of the Hebr. Bible, ivi 1897; P. Kahle, Der masoret. Text des A. Test. nach der Überlieferung der babylonischen Juden, Lipsia 1902; id., Masoreen des Westens, voll. 2, Stoccarda 1927-30.