MAṢAΤ HÖYÜK
Località della Turchia situata, in posizione strategica, su un rilievo naturale, alla confluenza del Kasim Özü nel Çezerek, asse naturale di collegamento con Khattuša, distante 150 km, e posto di frontiera al confine con la terra dei Kaskei; fu riconosciuta come importante città ittita dopo la scoperta fortuita di una tavoletta cuneiforme nel 1943, poi pubblicata da H. G. Güterbock nel 1945. Dopo un primo scavo preliminare nel 1945, dal 1973 la Società Storica Turca e l'Università di Ankara hanno sviluppato un programma stabile di scavi con la direzione di T. Özgüç; i primi risultati hanno permesso l'identificazione del sito con la città ittita di Tapigga, fortificata contro i Kaskei dal re Muwatalli. Se la storia del centro ha una lunga durata, dal Bronzo Antico (livello 7: terrazza della città bassa) all'età dell'Antico Regno Ittita (livello 5: terrazza inferiore) fino all'età frigia, è comunque nell'età del regno ittita che il centro conosce il suo maggiore sviluppo.
I livelli I-V documentano una crescita lenta e organica dell'abitato, accentrato intorno a un vasto complesso palaziale. Nel livello V, databile alla fase tarda dell'età della colonia paleoassira, la città bassa è occupata da un quartiere di case private; il livello IV è ancora frammentario. Il livello III è rappresentato dal palazzo sulla città alta, esteso su un'area di 80 x 100 m ed edificato parte sulla roccia, adattata con ingenti opere di terrazzamento, parte sui precedenti livelli del Bronzo Antico e Medio. A Ν l'erosione naturale del tell, a NO le strutture del seguente livello II e l'opera di riutilizzo delle strutture affioranti, a NE lo scavo di fosse di rifiuti nell'Età del Ferro ne hanno compromesso in modo diseguale la conservazione.
L'area centrale e l'angolo di SO sono poi intaccati dai livelli più antichi del Ferro e da un edificio del livello I. Quello che comunque si recupera è un vasto impianto con almeno 46 vani disposti intorno a una corte porticata a pilastri sui lati Ν ed E. A Ν si sviluppava un quartiere di magazzini con un vano con granai a vasche intonacate e con un'ala di rappresentanza. Sul lato E ancora magazzini, un granaio con paratie in legno e una serie di magazzini con giare in situ, alte fino a 2 m e con corredi vascolari diversi, da brocche a coppe, alle fiaschette del pellegrino, oltre a numerose cretule iscritte.
Nei vani 8 e 9 sono stati rinvenuti due piccoli archivi di 20 e 80 tavolette, alloggiate in origine su scaffali lignei, trovati carbonizzati, forse provenienti in parte dai piani superiori; ma alcune tavolette sono state ritrovate anche nei livelli posteriori, a causa dei rimaneggiamenti subiti dal palazzo. Questo fu distrutto da un violento incendio e ricoperto di conseguenza da spessi detriti di carbonizzazione, che indicano comunque la presenza di un primo piano. Tecnica e morfologia architettonica inseriscono l'edificio nella tradizione ittita di Khattuša: la predilezione per gli spazî porticati, che nella capitale arrivano a un effetto di quinte prospettiche non funzionali, gli alzati in mattoni con rinforzo interno di travi lignee, le profonde fondazioni a sacco; quanto all'assenza delle porte, è probabile che il basamento si raggiungesse dal primo piano. Tra i molti reperti, due impronte del sigillo di Tutkhaliya III e della sua sposa (1410-1380 a.C.) su due tavolette insieme al dato dell'impronta di Šuppiluliuma I (1380-1335), dal successivo livello II, forniscono i termini per la durata dell'edificio. La distruzione deve essere situata nel regno di Tutkhaliya III, quando i Kaskei arrivano a conquistare la stessa Khattuša. Gli oltre 130 testi offrono dati sui problemi di sicurezza del regno e sul dilagare del nemico oltre la frontiera; essi consistono prevalentemente in lettere inviate dal re e in ricevute di lettere che riguardano l'invio di truppe e di carri, in testi economici e in liste di beni conservati nel palazzo, ove si citano 400 asce da guerra in bronzo e argento, 8 carri, 9 archi di bronzo, 10 copricapi kaskei, 14 cinture, 102 calzari in bronzo.
Non diversa doveva essere la funzione dell'edificio del livello II, distrutto anch'esso da un incendio e suddiviso in due ali, a NE e SO di un'ampia corte aperta. Nella prima era ospitato un ambiente con un podio alto 50 cm decorato da tessere quadrate in calcare, serpentina e dolerite a creare una decorazione geometrica a varî colori. Tra le cretule, quella citata di Suppiluliuma I data il palazzo di questo livello al suo regno.
Con il livello I l'area viene occupata da case private; da una di esse, sigillata da un incendio, proviene un corredo di giare, con importazioni cipriote e micenee, oltre a varîe cretule iscritte.
Durante l'epoca del regno ittita la città bassa è occupata da due grandi edifici, uno a O e uno a NE; questo secondo si sviluppa in due livelli fino a includere una vasta corte (livelli 3b-a); successivamente questa si trasforma in una piazza lastricata circondata da case private (livelli 2-1). Resti di un muro di contenimento doppio, con una strada al centro in uso almeno durante il livello III della cittadella, connettevano quest'ultima e la terrazza sud-orientale.
L'età frigia. - Le terrazze appaiono abbandonate in questa fase e l'insediamento sembra limitato ai settori più alti della collina, segno di un'evidente crisi del centro. Dei tre livelli, il III (750-650/600 a.C.) è costituito da un quartiere di case private, disposte ai lati di una strada, che riflette le tendenze architettoniche degli altri centri anatolici di questa fase, come Aliṣar Höyük. La ceramica dipinta a motivi geometrici, e più raramente animalistici, assegna il livello alla fase frigia più antica. Anche il II livello ê rappresentato da unità domestiche; la ceramica dipinta in uno stile più ricco, con creature ibride, piante, fiori, animali, si data ai secoli VI e V. La presenza di oggetti metallici scitici, come le armi, che si aggiungono ai corredi rinvenuti nella stessa regione, assegna l'ultima fase di vita dell'insediamento alla cultura scitica del 450-300 a.C.
Bibl.: T. Özgüç, Maṣat Höyük kazilari ve çevresindeki araṣttrmalar-Excavations at Maṣat Höyük and Investigations in Its Vicinity, Ankara 1978; Κ. Emre, Maṣathöyük'te eski tunç çaǧi («L'Età del Bronzo Antico a Maṣat Höyük»), in Belleten, XLIII, 1979, pp. 21-48; T. Özgüç, Excavations at the Hittite Site, Ma¡at Höyük: Palace, Archives, Mycenean Pottery, in AJA, LXXXIV, 1980, pp. 305-309; id., Maṣat Höyük, II. Boǧazköy'ün kuzeydoǧunsunda bir hitit merkezi - A Hittite Centre Northeast of Boǧazköy, Ankara 1982; id., in RLA, VII, 1987-1990, pp. 444-446, s.v. Maṣathöyük. - Per gli archivi: S. Alp, Die hethitischen Tontafelentdeckungen auf dem Maṣat-Höyük. Vorläufiger Bericht, in Belleten, XLIV, 1980, pp. 25-59.