Regista cinematografico giapponese (Ōtaru, Hokkaido, 1916 - Tokyo 1996). Dopo essere stato aiuto-regista di K. Kinoshita e aver diretto Musuku no seishun ("La giovinezza del figlio", 1952), si affermò con una serie di film, in cui motivi antimilitaristi e di critica sociale si esprimono in forme epiche di forte presa emotiva: Kabe atsuki heya ("La camera dai muri spessi", 1953); Anata kaimasu ("Io ti comprerò", 1956); Kuroi Kawa ("Il fiume nero", 1957); il monumentale film in tre parti Ningen no jōken ("La condizione umana", 1959-61), che gli assicurò notorietà anche all'estero (in Italia uscì la 1a parte: Nessun amore è più grande). Tra i film successivi: Seppuku (Harakiri, 1962; Premio speciale della giuria al Festival di Cannes); Kaidan ("Fantasmi", 1964; Premio speciale della giuria a Cannes); Jōi-uchi (L'ultimo samurai, 1967); Tokyo saiban ("Il giudizio militare di T.", 1984); Shokutaku no nai ie ("La tavola vuota", 1985).