Vedi MASADA dell'anno: 1961 - 1995
MASADA (Μάσαδα, Μασάδα; Masada, Massada)
Fortezza ebraica situata su una roccia isolata, alta 300 m, presso la sponda O del Mar Morto. M. fu fondata da Gionata Asmoneo; i principali edifici e le fortiticazioni di tutta la spianata, che si trova sulla sommità della roccia (e che è lunga 6oo m e larga da 130 a 240), datano dal tempo del re Erode (37-4 a. C.).
Egli circondò l'intero pianoro con un muro a casematte, rinforzato da trentasette torri, e in esso costruì un palazzo, un arsenale e alloggiamenti per una guarnigione di mille uomini. Il rifornimento dell'acqua era assicurato da immense cisterne sotterranee scavate nella parte più alta del pianoro e ai lati della fortezza; esse erano alimentate in parte dall'acqua piovana e in parte da un acquedotto, che, partendo da una delle valli dei dintorni di M., giungeva alla città dopo aver scavalcato un'altra valle per mezzo di un ponte ad arco. Parte della pianura sulla roccia era coltivata; gli edifici comprendevano una grande casa per gli assistenti del re, una caserma quadrata, vastissimi magazzini formati da lunghi e stretti ambienti protetti da una leggera copertura. Il complesso più importante, però, si trovava sulle tre terrazze a strapiombo sull'abisso che era sotto il lato N della roccia. Sulla più alta delle terrazze si ergeva un piccolo palazzo, che doveva essere dell'epoca degli Asmonei, con aggiunte erodiane e un pavimento a mosaico bianco e nero di stile augusteo. Di fronte a questa costruzione si allargava una terrazza semicircolare, da cui si aveva un'ampia vista. Da qui una scalinata conduceva a una seconda terrazza più bassa di quattordici metri, la quale presentava due cerchie concentriche che raggiungono i cinque metri di altezza e di cui non si conosce bene la funzione. La più bassa delle terrazze era tutta occupata da una grande sala ipostila con un tetto poggiante su colonne, o da un cortile aperto, con colonne ornate da stucchi e scanalature, o terminate da capitelli corinzî; le pareti della sala erano coperte di affreschi; oltre alla sala principale, c'erano altri ambienti minori e cantine. Dopo la morte di Erode, M. fu occupata da una guarnigione romana, a cui la tolsero gli Zeloti agli inizi della prima guerra tra Ebrei e Romani. Rimase nelle loro mani sino al 73 d. C., nel quale anno M. fu assediata da un esercito romano sotto il comando di Flavio Silva; sono tuttora visibili gli accampamenti, il vallum all'intorno e l'aggere dell'assedio. Dopo quattro mesi di assedio, i Romani costruirono un aggere, aprirono una breccia nel muro e presero d'assalto la fortezza; gli assediati, in tutto 967, si suicidarono. Da quell'epoca (a parte un breve periodo nell'èra bizantina), M. rimase in rovina. Le opere di assedio dei Romani furono studiate da una spedizione tedesca nel 1932; nel 1955-56 le costruzioni sulla sommità del pianoro, le terrazze e le cisterne furono studiate da una spedizione israeliana, che compì anche alcuni scavi.
Bibl.: Schulten-Lammerer, Masada, in Zeits. Deut. Palästina-Ver., LVI, 1933; pp. 1, 185; M. Avi-Yonah e altri, Masada, Gerusalemme 1957.