ERCULEI (Erculeo, Ercolei), Marzio
Nacque ad Otricoli (Terni), dove fu battezzato il 21 marzo 1627, da Giovanni Fausto e da Doralice (Cifassini?). Quasi certamente compì i suoi studi musicali a Roma nel collegio germanico-ungarico, dove risulta trovarsi ancora nel 1650, probabilmente con G. Carissimi, che all'epoca era "musicae praefectus" di questa istituzione.
L'ipotesi degli studi svolti presso il Germanico sembra poi confermata dalle parole della dedica ai "nobilissimis ac praestantissimis dominis alumnis almi collegii Germanici et Hungarici de Urbe", scritte dall'E. nel suo Cantus omnis ecclesiasticus (1688): "Testis ego oculatus fui, quando olim prima caepi artis canorae documenta ex quo novus in me oritur titulus meritorum in me vestrorum.".
Dopo una breve comparsa nella cappella del duomo di Milano, nel 1651, già ordinato sacerdote, entrò come "musico ecclesiastico" al servizio della corte estense di Modena, rimanendovi fino al 1674. In quegli anni si distinse come soprano in alcune opere date a Modena, come, ad esempio, Gliamori d'Alessandro con Rossane (1654), con musica di Benedetto Ferrari, dove interpretò la parte di Oristilla, e nell'oratorio Ilbattesimo di s. Valeriano martire (1665, secondo Gandini) con musica di Alfonso Paino.
Nel 1674, dopo aver invano tentato di ottenere un canonicato nel duomo di Modena, si ritirò dal servizio presso la corte ed entrò nella locale Congregazione religiosa della Beata Vergine e di S. Carlo, proseguendo l'insegnamento della musica e del canto che vi aveva già avviato quasi da un decennio, e dando vita ad una sorta di scuola per giovani cantanti; nel 1729, infatti, ad oltre venti anni dalla sua morte, il compositore e suo allievo Antonio Maria Pacchioni si lamenterà, in una lettera al duca di Modena, della "mancanza d'un maestro che insegni pubblicamente questa professione come è stato praticato per lo passato rispetto al canto dal fu d. Marzio Erculei" (Roncaglia, p. 175). Tra i suoi allievi si conoscono, oltre al già citato Pacchioni, Rinaldo Bertoni (cfr. Martini) e Francesco Montecchi (cfr. Morelli).
All'attività didattica del canto, in particolare di quello gregoriano, sono per lo più collegate le sue pubblicazioni: Primi elementi di musica per li scolari delle Scuole pie della Congregazione della B. V. e s. Carlo di Modena (Modena, Ferri, 1683); Ilcanto ecclesiastico (ibid., eredi Cassiani, 1686), contenente, oltre al proprium dei santi Geminiano e Carlo, alcuni inni e mottetti in stile di falsobordone di G. Carissimi, A. Kircher, J. H. Kapsberger; Lumi primi del canto fermo ecclesiastico (ibid. 1686), contenente, oltre alla teoria del gregoriano (spiegazione dei vari "tuoni", formule varie ecc.), la sequenza a tre voci Lauda Sion di V. Mazzocchi ed altri falsobordoni adespoti, forse attribuibili allo stesso E.; Cantus omnis ecclesiasticus ad hebdomadae maioris ... collectus (ibid. 1688), anch'esso contenente, oltre ai canti gregoriani della settimana santa, alcuni falsobordoni a tre e quattro voci, adespoti e forse attribuibili all'E. stesso.
Allo stato attuale delle nostre conoscenze, non risulta tuttavia che l'E. abbia svolto attività di compositore e non vi sono motivi oggettivi per ascrivergli quel Peane mariano ad instanza del sig. d. Marzio Erculeo musico del Serenissimo di Modona d'incerto autore e "dedicato alla viva memoria dell'ill.mo sig. Alessandro Fabritio Casati" (un mottetto a tre voci e basso continuo sul testo "Gaudete gentes iam plaudite omnes"), stampato nella raccolta di mottetti di Sisto Reina La pace de' numeri (Venezia, F. Magni, 1662; in prefazione alla medesima opera compare anche un sonetto dell'E., con cui prega Reina di inserirvi la composizione).
Nel 1694, trovandosi a Loreto, chiese al duca di Modena Rinaldo d'Este di potervisi trattenere in qualità di cappellano ducale presso il santuario della Santa Casa, "con l'obligo d'applicare quotidianamente il santo sacrificio per la salute e conservatione" della casa estense. Ottenuto l'incarico richiesto, l'E. rimase a Loreto non oltre il 1702, poiché il 15 gennaio di quell'anno risulta essere di nuovo a Modena nel collegio di S. Carlo, dove morì il 5 ag. 1706.
Fonti e Bibl.: Otricoli, parrocchia S. Maria Assunta, Registro dei battezzati e cresimati, c. 101v; Archivio di Stato di Modena, Estense, Musica e musicisti, buste 1/B, 3; Bologna, Civico museo bibliografico musicale, I. 60/I: G. B. Martini, Scrittori di musica, p. 469; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, VI, Modena 1786, p. 584; A. Gandini, Cronistoria dei teatri di Modena dal 1539 al 1871, Modena 1873, p. 5; C. Campori, Storia del Collegio S. Carlo in Modena, Modena 1878, p. 64; G. Roncaglia, La cappella musicale del duomo di Modena, Firenze 1957, pp. 168, 175; R. Dalmonte, E. M., in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XVI, Suppl., Kassel 1979, coll. 120 s.; G. De Florentiis, Elenco cronologico dei maestri e dei cantori della cappella musicale del duomo, in Sei secoli di musica nel duomo di Milano, a cura di G. De Florentiis - G. N. Vessia, Milano 1986, p. 279; A. Morelli, M. E., "musico" e teorico del canto gregoriano del Seicento, in Rivista internazionale di musica sacra (in corso di stampa).