MARZANO
. Venuta nel regno di Sicilia, secondo una tradizione familiare, con i Normanni, la famiglia dei M. (croce gerosolimitana nera in campo d'oro), vi ricoprì di certo alti uffici sotto la dominazione sveva, ma essendone partita perché in lotta con Federico II nel 1241, vi ritornò solo alla conquista di Carlo I d'Angiò. Famiglia fra le più potenti, durante il dominio di questi signori, i suoi membri ricoprirono le cariche, che divennero quasi ereditarie nella loro gente, di grande ammiraglio del regno e gran camerario, ottenendo, tra i varî feudi, il ducato di Sessa e il Contado di Alife. Passato Giovanni Antonio alla parte aragonese, aiutò Alfonso d'Aragona a conquistare lo stato, e ottenne altri feudi e altri onori e in buona armonia rimasero i M. con i nuovi signori fin quando Marino, cui re Alfonso aveva dato per moglie la sua stessa figlia, Eleonora, ordì una congiura per uccidere il nuovo re Ferrante d'Aragona, che era suo cognato. Ma scoperto e fatto prigioniero languì in carcere per 34 anni. Con lui la famiglia M. perse il suo splendore e i suoi componenti non interessarono più la storia del Mezzogiorno d'Italia. I più illustri individui di questa casa furono: Goffredo, ciambellano e capitano di Roberto d'Angiò; Giacomo e Goffredo, rispettivamente grande ammiraglio e gran camerario di Carlo III, prima, poi di Ladislao che tradirono per passare agli ordini di Luigi II d'Angiò che aveva promesso di sposare Maria figlia di Giacomo, per poi ritornare, grazie all'opera del papa Bonifazio IX, alla fedeltà verso il loro antico signore; e i suddetti Giovanni Antonio e Marino, principe di Rossano.
Bibl.: F. Della Marra, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere, ecc., Napoli 1641.