POLACCO, Martino Teofilo
POLACCO, Martino Teofilo. – Nacque intorno al 1571, data desunta dal probabile autoritratto del Ferdinandeum di Innsbruck firmato nel 1631 e nel quale dichiara un’età di sessant’anni. Il luogo natale rimane incognito, quantunque da sempre legato alla Polonia per via del nome di provenienza che accompagnò l’artista nella sua lunga permanenza a Trento. Rispetto a questa tradizione, conduce a diverse e inattese conclusioni un documento del 9 novembre 1617, che registra la presenza a Riva del Garda presso Gianangelo Gaudenzio Madruzzo, ovvero uno dei più importanti mecenati dell’artista, di «Martino pictore quondam Alberti Theophili Flandriense habitator Tridenti»: attestazione di un’origine fiamminga in accordo sia con la misteriosa carenza di riferimenti biografici in terra polacca, sia con la solida matrice nordeuropea del codice espressivo dell’artista (Sava, 2013).
Coerente con questa acquisizione e con la frequentazione di pittori connazionali come Pozzoserrato (Pancheri, 2014) risulta peraltro la testimonianza di Filippo Heinhofer che, verso il 1626, vide opere olandesi nello studio del pittore a Innsbruck. Al pari di Teofilo, il nome Marcin Teofilowicz documentato a Wrocław (Szymanski, 1965) sarebbe dunque la traduzione di un cognome, o meglio di un patronimico, fiammingo ancora ignoto.
Indubbiamente entrato in contatto con i pittori veneziani dopo la breve stagione in Polonia presso Marcin Kober e il passaggio a Praga (1595-1600; ibid.), Polacco denota una solida cultura internazionale legata alla lezione del Rottenhammer (Fiocco, 1949), ma sensibile anche a Hans von Aachen e a interpreti flandro-veneti come Lodewijk Toeput, nonché ai modelli incisori dei Sadeler.
Intorno al 1600 Martino Teofilo Polacco si stabilì a Trento – in quell’anno redasse infatti la stima dei dipinti di Lorenzo Fiorentini a Pergine –, dove operò alacremente per la committenza ecclesiastica del principato protetto dai Madruzzo, tanto da risiedere al Buonconsiglio, in una «stua» di Castelvecchio definita nel 1614 «del signor Martino pitor» (Rasmo, 1979).
Tra le numerose pale d’altare che attestano il linguaggio dell’artista, sensibile interprete delle istanze devozionali caldeggiate dai vescovi tridentini, risale al 1606 la notevole pala Madruzzo a Calavino, presso Trento.
Dal 1615 al 1620 – proprio gli anni in cui cade l’importante attestazione documentaria rivana –, Martino Teofilo Polacco mise a punto una delle sue migliori imprese artistiche, gli affreschi dell’Inviolata a Riva del Garda, commissionati dal colonnello Gianangelo Gaudenzio Madruzzo e dalla moglie, Alfonsina Gonzaga di Novellara. Nel cenobio girolimino Martino Teofilo dipinse le cappelle di S. Carlo Borromeo e di S. Girolamo, dando il via altresì alla decorazione del coro e della cupola (Dal Poggetto, 1972). È nell’ambito di queste opere che l’artista rafforzò le affinità con la pittura di Palma il Giovane (emblematica l’Assunzione di Tassullo, datata 1620), assecondando del resto le preferenze per Negretti espresse dai Madruzzo nello stesso santuario rivano.
Nel 1621 Polacco abbandonò Trento per Salisburgo, incontrando il favore degli agostiniani che gli commissionarono nel 1623 le grandi pale della Crocifissione e dell’Assunzione. Tra il 1626 e il 1627 la buona fama guadagnata nel Tirolo meridionale lo condusse a Innsbruck. Qui operò nella Hofkirche, realizzando altresì numerosi ritratti di corte (1628-33) e, come già a Trento, diverse pale per i principali ordini religiosi (serviti e francescani). Provato dalla perdita di molti lavori causata nel 1636 da un grave incendio nella residenza di Ruhelust, solo nel 1637 Martino Teofilo si stabilì definitivamente a Bressanone presso il principe vescovo Wilhelm von Welsberg; indicativa di questo momento estremo, ancora fortemente imbevuto di palmismo, è la pala della Maddalena.
Morì nel Palazzo vescovile il 25 gennaio 1639.
Opere. Ritratto di Georg Bartholdt (1628), Bolzano, Museo civico; Comunione e gloria di s. Maria Maddalena, Bressanone, Madonna del Chiostro; Adorazione dei Magi, Bressanone, parrocchiale; Immacolata, Bressanone, Museo diocesano; Madonna con il Bambino e i ss. Fabiano e Sebastiano, Brez, parrocchiale di Maria Ausiliatrice; Madonna assunta e i ss. Giorgio e Nicola da Tolentino (1606), Calavino, S. Maria Assunta; S. Lucia (attr.), Calvola, S. Giovanni Battista; pala del Rosario, S. Michele, S. Raffaele (1608), Cembra, S. Maria Assunta; Madonna e i ss. Antonio abate, Paolo, Bartolomeo e Tommaso (1608), Cogolo, Ss. Filippo e Giacomo; Ritratto di Giorgio Firmian (1606), collezione privata; S. Felice da Cantalice, Innsbruck, cappuccini; Autoritratto giovanile, Autoritratto (1631), Assunzione della Vergine (disegno), Innsbruck, Ferdinandeum; affreschi (1626-27), Innsbruck, Hofkirche; Sposalizio della Vergine (1628), Innsbruck, serviti; Martirio di s. Tommaso Becket, Madruzzo, S. Tomaso Cantuariense; Natività della Vergine (1614), Malè, S. Maria Assunta; pala dei Ss. Vigilio e Rocco (1615), Nave San Rocco; Resurrezione (1621), Ora, S. Pietro; S. Francesco stigmatizzato, Pergine, S. Francesco; Madonna e santi, Piazze di Piné, Natività di Maria; Adorazione dei Magi, Praga, Národní Galerie; parte degli affreschi della cupola, del coro e delle cappelle di S. Girolamo e di S. Carlo Borromeo, Riva del Garda, Inviolata; Madonna con il Bambino e i ss. Rocco, Sebastiano, Girolamo e Francesco d’Assisi, Riva del Garda, Museo civico; Sposalizio mistico di s. Caterina (1619), Roveré della Luna, S. Caterina d’Alessandria; S. Margherita d’Antiochia, Rovereto, Museo civico; Assunzione e santi, Crocifissione, I diecimila martiri, Salisburgo, parrocchiale di Mülln; Incoronazione della Madonna e santi (1615), Spormaggiore, S. Vigilio; pala dell’Assunta (1620), Tassullo, S. Maria Assunta; Incoronazione della Madonna e i ss. Valentino e Zenone, Tavon, S. Sisto; Ss. Andrea, Antonio abate e Vigilio, Terres, Ss. Filippo e Giacomo (già Trento, S. Marco); Assunta con i ss. Vigilio ed Ermagora, Tiarno di Sotto, S. Bartolomeo (da Trento, Duomo); Compianto di Cristo, Trento, casa Bazzani al Cantone; S. Carlo Borromeo, S. Bonaventura, Trento, Fondazione Biblioteca S. Bernardino; pala di S. Cristoforo (con predella), predella della pala dei Ss. Vigilio ed Ermagora, Bernardo Cles presentato alla Vergine da s. Vigilio, Trento, Museo diocesano; Ss. Francesco e Simonino (1619), Trento, palazzo Trentini; Flagellazione, Immacolata Concezione, Madonna con il Bambino e i ss. Bernardino e Francesco (1605), Salvator Mundi, Trento, S. Bernardino; Cena in casa di Simone, Trento, S. Pietro (già in S. Maria Maddalena); affreschi del catino absidale, Cristo risorto e i donatori Armani (1621), Trento, S. Maria Maggiore; pala di S. Agostino, Trento, Ss. Trinità (già in S. Marco); Madonna con il Bambino e santi, Tuenno, S. Orsola.
Fonti e Bibl.: G.B. Emert, Fonti manoscritte inedite per la storia dell’arte nel Trentino, Firenze 1939, ad indicem.
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