MARTINO di Vitale
MARTINO di Vitale (Martino bottaio). – Bottaio e uomo politico lucchese vissuto nella seconda metà del secolo XIII. Sedette tra gli Anziani, la suprema magistratura della città, composta da un collegio di dieci cittadini che affiancava il podestà nel governo del Comune.
Secondo una notizia riferita dal commentatore dantesco Guido da Pisa, M. sarebbe da identificare con l’«anziano» di Santa Zita collocato da Dante tra i barattieri nel canto XXI dell’Inferno e che il pellegrino e la sua guida, dal ponte sopra la quinta bolgia, vedono venire in volo sulle spalle di un «diavol nero» (Inf., XXI, 29).
Nell’atto di precipitarlo nella pece bollente insieme con gli altri barattieri, e prima di tornarsene a Lucca – terra ben fornita, evidentemente, di tali peccatori –, rivolgendosi ai Malebranche il diavolo esclama appunto: «ecco un de li anzïan di Santa Zita!» (Inf., XXI, 38).
Con l’espressione «Santa Zita» si allude a Lucca, sarcasticamente così denominata dal nome di un’umile domestica morta nel 1278, non ancora canonizzata al tempo di Dante, ma che il popolo spontaneamente venerava come santa.
Più esattamente, Guido da Pisa, che si deve supporre ben informato circa le vicende lucchesi, dell’anonimo barattiere dice che fu «quidam popularis maximus antianus», che era chiamato «Martinus Bottarius, quia vegetes faciebat» e che morì nella sua città il 26 marzo 1300, in coincidenza, dunque, con quella che si assume essere la data del viaggio dantesco. La notizia è accolta da Francesco da Buti, che la condisce di un sapido aneddoto: «Costui, che non è nominato, altri voglion dire che fosse Martin bottaio, il qual morì nel 1300, l’anno che l’Autore finge che avesse questa fantasia […] e fu costui un gran cittadino a Lucca al tempo suo, e concorse con Bonturo Dati e con altri uomini di bassa mano, che reggevano allora Lucca. Onde, andato una volta ambasciatore al Papa per lo suo comune […] disse: “Grollami, grollami santo Padre, che mezzo Lucca grollerai”, quasi volesse dire ch’elli era uno de’ due che reggeva Lucca».
Muovendo da questi pochi dati, Luiso ha dimostrato la consistenza storica del personaggio, sulla base di carte notarili rinvenute nell’Archivio di Stato di Lucca. Due estratti dai verbali delle adunanze del Consiglio del capitano e del Consiglio generale del Comune, tenutesi, rispettivamente, il 30 settembre e il 1° ott. 1295, citano in effetti un «Martinus Bottarius anxianus lucani populi» (Luiso, pp. 86-88); un terzo documento, del 1293, relativo a un debito di 2 fiorini d’oro contratto solidalmente da M., da suo padre e da Francesco Azienti, testimonia che M. era figlio di tale Vitale del fu Bandi di Porcari, della contrada di S. Bartolomeo in Silice (ibid., p. 90).
Del tutto insufficienti per la ricostruzione di un qualsiasi profilo biografico, le carte pubblicate da Luiso offrono nondimeno un serio fondamento storico alla notizia di Guido da Pisa e rivelano, al contempo, la debolezza di altre proposte di identificazione (quella, per es., di Minutoli, che indicò un altro Martino bottaio, di professione notaio, la cui presenza è documentata a Lucca nel 1325: Gentucca e gli altri lucchesi nominati nella Divina Commedia, in Dante e il suo secolo, Firenze 1865, pp. 139, 203-231).
Fonti e Bibl.: Francesco da Buti, Commento sopra la Divina Commedia, a cura di C. Giannini, I, Pisa 1858, p. 548; F.P. Luiso, L’anziano di Santa Zita, in Miscellanea lucchese di studi storici e letterari in memoria di S. Bongi, Lucca 1931, pp. 61-91 (i tre documenti concernenti M. sono pubblicati in Appendice, pp. 77-91); Guido da Pisa, Expositiones et glosae super Comediam Dantis, a cura di V. Cioffari, New York 1974, p. 407; C. Landino, Comento sopra la Comedia, a cura di P. Procaccioli, II, Roma 2001, p. 789; M. Barbi, in Bull. della Soc. dantesca italiana, n.s., VI (1899), p. 214; Id., Problemi di critica dantesca, I, Firenze 1934, p. 210; L. Olschki, Dante, i barattieri, i diavoli, in Giorn. dantesco, XXXVIII, (1937), pp. 61-81; A. Chiari, Il primo canto dei barattieri, in Letture dantesche, Firenze 1939, p. 30 n. 23; D. Guerri, Il canto XXI dell’Inferno, in Scritti danteschi e d’altra letteratura antica, a cura di A. Lanza, Anzio 1990, p. 138; Enc. dantesca, I, s.v. Anziano di Santa Zita, pp. 313 s.