BEHAIM (o Böheim), Martino (Martinus de Boemia)
Noto e celebrato cosmografo, nato a Norimberga verso il 1459, morto a Lisbona nel 1506 o 1507. Commesso d'una casa di panni di Anversa, ebbe occasione nel 1484 di recarsi per ragioni di commercio a Lisbona, donde passò nel 1486 a Fayal, nelle Azzorre, Nel 1490 ritornò a Norimberga, dove si trattenne sino al 1493, nel quale anno fece ritorno a Lisbona, dove morì dimenticato.
Per una serie di curiose circostanze che determinarono apprezzamenti alquanto esagerati dell'opera sua, egli riuscì a conservare sino ai nostri giorni la fama di cosmografo e di navigatore insigne.
La critica d'oggi, per merito soprattutto di E. G. Ravenstein, ha ridotto a ben più modeste proporzioni l'opera del B., il cui globo, composto in Norimberga nel 1492 (dove ancor oggi si conserva nel Museo germanico), se rappresenta lo stato delle conoscenze geografiche proprio al momento in cui esse dovevano venire così profondamente modificate dai viaggi di Colombo e dei suoi continuatori, è ben lungi dal costituire un documento di seria e spiccata originalità e sincerità da parte del suo costruttore.
Il globo si inspira sostanzialmente a tre specie di fonti: indicazioni e congetture degli antichi (Plinio, Strabone, Tolomeo), viaggi di M. Polo, risultati delle spedizioni portoghesi sulle coste africane dell'Atlantico. E poiché esso non si allontana molto dalla concezione della carta del Toscanelli del 1474, così è probabile che il Behaim abbia veduto questa carta in Portogallo, dove, come è noto, il dotto fiorentino l'aveva appunto spedita. Per quello che riguarda i viaggi portoghesi, le informazioni erano sostanzialmente positive, ma nel resto esse non s'allontanavano da quelle delle carte contemporanee, come il mappamondo di Enrico Martello e il cosiddetto globo di Laon. Comunque, è certo che il B. non prese parte a nessuna di quelle spedizioni, meno che mai a quella di Diogo Cão del 1484 sino oltre le foci del Congo; e, del resto, queste stesse scoperte sono rappresentate in modo imperfetto, anche con gravissimi errori, persino di 16 gradi per le latitudini dei luoghi medesimi ch'egli dice d'aver visitati. Anzi il frequente ricorrere di forme italiane anche per le coste occidentali d'Africa fa pensare ch'egli si sia valso di fonti di seconda mano, che talvolta non sapeva neppure interpretare.
Non è il caso di parlare, come è stato fatto, d'una sia pur minima influenza da lui esercitata sul progetto e sul viaggio di Colombo; e quanto a Magellano, la leggenda ch'egli avesse preparato una carta di cui si servì poi il grande navigatore portoghese come di guida per il viaggio che doveva condurre alla scoperta dello stretto di SO., è nata da un'erronea informazione contenuta nella relazione del Pigafetta; ma risulta nel modo più positivo che il B. non partecipò a nessuna spedizione portoghese lungo le coste dell'America Meridionale. Quanto poi alla sua scienza nautica, a proposito della quale si è persino sostenuto ch'egli introdusse in Portogallo l'uso dell'astrolabio, essa è pure ridotta a nulla da recenti ricerche, dalle quali risulta che la scienza nautica dei Portoghesi non deve assolutamente nulla al B.; anche la famosa Junta dos Maiematicos, di cui egli avrebbe fatto parte, non è mai esistita.
Bibl.: Murr, Diplom. Gesch. des beruhmten Ritters Behaim, 1778; Ghillany, Gesch. des Seefahrers M. Behaim, 1853; e soprattutto: E. G. Ravenstein, Martin Behaim, his life and his Globe, with a facsimile of the Globe printed in colours, Londra 1908; L. Pereira da Silva, A arte de navigar dos Portugueses desde o Infante a D. Joao de Castro, Rio de Janeiro 1925.