upupe, martin pescatori e buceri
Colori dei tropici
Le upupe, i martin pescatori, i gruccioni e i buceri appartengono all’ordine dei Coraciformi, Uccelli diffusi per lo più nelle aree tropicali. Solo pochissime specie si trovano in Europa, a costituire un campionario sparuto di quella grande diversità che queste famiglie esibiscono nelle foreste e nelle savane afroasiatiche. Tutti questi animali si distinguono per i loro colori vivaci, come quelli dei gruccioni. In alcuni casi si assiste a comportamenti bizzarri, come quello dei buceri, la cui femmina si fa murare dal maschio in un tronco cavo con la covata fino a che i piccoli non sono in grado di volare
La principale caratteristica dei Coraciformi è quella di avere il piede in cui le tre dita rivolte in avanti sono più o meno fuse tra loro alla base: un piede sindattilo, come si dice tecnicamente. Questo fatto conferisce alle dita una particolare robustezza, rendendole adatte allo scavo. Tutte le specie nidificano in cavità di vario tipo: alcune, come i Bucerotidi e i Coracidi, usano gli alberi cavi; gli Upupidi preferiscono le cavità nella roccia, mentre i Meropidi scavano gallerie nel terreno. In genere si tratta di uccelli solitari e territoriali; solo nei Meropidi (gruccioni) troviamo specie che nidificano in colonie. I Coraciformi comprendono più di 200 specie, prevalentemente diffuse nei tropici dall’Africa all’Australia, con pochissimi rappresentanti in Europa e solo una ventina nel Nuovo Mondo.
La famiglia degli Upupidi è rappresentata da una sola specie largamente diffusa in Europa, in Asia e in Africa. Le popolazioni che nidificano in Europa partono d’estate molto presto, insieme ai nuovi nati dell’anno, e si recano a svernare in Africa. L’upupa (Upupa epops) è un uccello inconfondibile per la cresta che si alza e si abbassa a seconda dell’umore dell’animale, per il lungo becco arcuato e per la vivace colorazione. Questa è più o meno arancione con macchie e strisce nere sulle ali. Quando vola, l’upupa ha un andamento irregolare che la fa assomigliare a una grande farfalla. Il nome è onomatopeico e deriva dal verso pu-pu-pu.
Durante l’estate si possono vedere questi bellissimi uccelli che vanno e vengono dal nido per portare insetti ai loro piccoli. Spesso nidificano in cavità di ruderi o nelle intercapedini delle case di campagna. Quando cercano il cibo, scavano con le zampe e con il becco tra le foglie morte, per trovarvi insetti, oppure introducono il lungo becco nelle cavità del suolo, dei tronchi o delle rocce. È probabile che le upupe si recassero sui campi di battaglia alla ricerca di cadaveri insepolti che brulicavano di insetti e larve. È forse da questa abitudine che deriva la sinistra reputazione di questo uccello già al tempo degli antichi Giudei.
Nella Bibbia è annoverata, infatti, fra gli animali impuri e Ugo Foscolo, nei Sepolcri (1806), scriverà: «e uscir del teschio, ove fuggia la luna, / l’upupa, e svolazzar su per le croci / sparse per la funerea campagna».
La famiglia dei Meropidi comprende i coloratissimi e agili gruccioni, 24 specie diffuse prevalentemente nelle savane alberate dell’Africa e dell’Asia. Talvolta in una savana africana si vedono 4 o 5 specie di gruccioni che volano in un’area di pochi ettari, ben distinguibili grazie alla livrea specifica. Maschi e femmine sono simili e partecipano entrambi allo scavo delle gallerie nelle quali depongono le uova. In genere preferiscono le scarpate di terreno argilloso o tufaceo, laddove le pareti rimangono scoperte a causa di frane o per l’erosione. In questo tipo di suolo i gruccioni scavano facilmente con il becco e con le zampe, ed è per questo che le coppie si concentrano in questi luoghi favorevoli a formare piccole comunità. Nidificare insieme può essere utile anche per compiere azioni di difesa collettiva contro alcuni piccoli predatori, per esempio serpenti o manguste che vengono minacciati da numerosi individui che volano vocianti sopra di loro.
È interessante il comportamento altruistico che è stato osservato in queste colonie, dove alcuni individui non si riproducono ma partecipano allo svezzamento dei piccoli nati da una coppia riproduttrice. Il nome scientifico del gruccione europeo è Merops apiaster, quello inglese bee-eater («mangiatore di api») e quello francese guepier («mangiatore di vespe»): infatti il cibo dei gruccioni consiste in grossi insetti che vengono ghermiti in volo, soprattutto api, bombi, vespe, cicale, farfalle e grossi scarabei.
La famiglia dei Coracidi è quella che ha dato il nome all’ordine. È formata da 17 specie dette ghiandaie marine, nome che deriva dalla loro somiglianza con i Corvidi. In effetti, tale somiglianza rappresenta un esempio di convergenza evolutiva, poiché questi grossi Coraciformi hanno uno stile di vita simile a quello delle ghiandaie. A differenza di quanto farebbe pensare il nome, non si tratta però di uccelli marini: il nome italiano usato per l’unica specie europea (Coracias garrulus) si riferisce al fatto che la ghiandaia marina è particolarmente comune nella zona costiera, nelle garighe e negli arbusteti della macchia mediterranea, dove rimane in agguato su un tronco pronta a lanciarsi a terra appena vede un grosso insetto.
I martin pescatori (famiglia Alcedinidi) sono un gruppo variegato di circa 90 specie diffuse in tutto il mondo, fino nell’America Meridionale e nella regione australiana. Molti di essi – per esempio i generi Alcedo e Ceryle – sono veramente pescatori, cioè rimangono a lungo posati su un ramo, bene in vista, e scrutano la superficie dell’acqua. Ogni tanto abbandonano il posatoio e si lanciano rapidamente verso la preda. Spesso si osserva un martin pescatore che si libra nell’aria sulla superficie di un lago o di un fiume, nella caratteristica posizione detta spirito santo che assumono anche i falchi mentre prendono la mira; poi all’improvviso si lancia nell’acqua e ritorna sul posatoio con un pesce. I pesci vengono ghermiti con il becco, lungo e appuntito come quello delle sterne – anche esse abili pescatrici –, talvolta tuffandosi interamente in acqua, mentre le libellule vengono afferrate in volo. Nelle savane e nelle foreste africane esistono però martin pescatori particolari (genere Halcyon) che non si tuffano nell’acqua ma nell’erba, appena vedono una cavalletta, un coleottero, una lucertola o un altro piccolo animale. Il martin pescatore europeo (Alcedo atthis) è l’unico tra i Coraciformi della nostra fauna che non intraprende migrazioni ma rimane stanziale tutto l’anno. Ciò dipende dal fatto che i fiumi non ghiacciano e quindi il nostro pescatore riesce a trovare cibo tutto l’anno, diversamente dalla ghiandaia marina, l’upupa e il gruccione, che dipendono dai grossi insetti presenti solo in primavera e in estate.
Esclusivi delle foreste tropicali e delle savane dell’Africa e dell’Asia, i buceri sono uccelli grandi e spettacolari, forniti di un becco enorme, ricurvo e lateralmente compresso. Comprendono 57 specie e sono fra i pochi uccelli che attirano l’attenzione dei turisti nei parchi nazionali africani. Vengono tutti inquadrati nella famiglia Bucerotidi e nidificano all’interno di grandi cavità degli alberi. Al momento della riproduzione la femmina si mette all’interno della cavità e attende che il maschio la chiuda dentro con un muro di fango quasi completo. Rimane soltanto un piccolo buco che la femmina può tappare con il becco di notte per impedire l’ingresso dei predatori (serpenti, genette, uccelli rapaci) che potrebbero mangiare le uova. Attraverso il buco, il maschio introduce ogni giorno cibo sia per lei sia per i piccoli. Quando i piccoli sono ormai cresciuti, la coppia collabora ad abbattere il muro.
I buceri si nutrono di frutti, insetti, scorpioni e piccoli vertebrati. Diverse specie – Bycanister e Ceratogymna fra le altre – possiedono una sorta di camera acustica sopra il becco, detta casco, la cui funzione è quella di amplificare i suoni che questi uccelli producono. Ciò permette loro di comunicare a distanza in mezzo alla densa vegetazione delle foreste. I bucorvi (Bucorvus) sono Bucerotidi imponenti, grandi come tacchini, che volano lentamente nelle savane e preferiscono cacciare sul terreno anziché sugli alberi.