King, Martin Luther
Un eroe dei nostri tempi
Promotore delle battaglie per i diritti civili della popolazione nera degli Stati Uniti, Martin Luther King è diventato il simbolo della lotta contro la segregazione razziale. Vincitore del premio Nobel per la Pace nel 1964, fu assassinato nel 1968 nel pieno della sua battaglia
Martin Luther King nacque ad Atlanta, in Georgia, nel 1929. Terminati gli studi teologici e filosofici, nel 1953 accettò l’incarico di pastore della chiesa battista di Montgomery, in Alabama. A quell’epoca i neri americani erano vittime della segregazione razziale: era vietato loro l’accesso a molte scuole, università, club sportivi, centri di ricreazione.
Infatti, sebbene la Costituzione americana sancisse l’uguaglianza di tutti i suoi cittadini di fronte alla legge, le cose nella realtà andavano molto diversamente, soprattutto negli Stati del Sud: i neri non votavano, subivano maltrattamenti da parte della polizia e condanne ingiuste da parte di giurie popolari razziste. Sui posti di lavoro, nell’assegnazione degli alloggi, persino sugli autobus i bianchi avevano più diritti dei neri. E la protesta dei neri iniziò proprio su un autobus di Montgomery.
Il 1° dicembre 1955 Rosa Parks era seduta su un autobus e stava tornando a casa. I posti erano tutti occupati e quando il conducente chiese ai neri di alzarsi per fare posto ai bianchi rimasti in piedi Rosa non si alzò. Per questo fu trascinata via dalla polizia e arrestata per violazione delle norme che regolavano la disposizione razziale dei posti a sedere sugli autobus. Nel giro di poche ore King mise a disposizione la sua chiesa per organizzare la protesta: fu deciso il boicottaggio dei trasporti pubblici, una forma di lotta pacifica, ispirata agli insegnamenti di Gandhi.
Per oltre un anno gli abitanti neri di Montgomery non salirono sugli autobus e si recarono al lavoro arrangiandosi come potevano; King fu minacciato, arrestato pretestuosamente e la sua casa fu fatta saltare in aria. Ma alla fine i neri vinsero la loro battaglia e la Corte suprema statunitense dichiarò illegale la segregazione sui mezzi di trasporto.
Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta King divenne il leader indiscusso del movimento per i diritti civili: più volte arrestato, organizzò manifestazioni pacifiche e il boicottaggio di quegli esercizi commerciali dove i neri venivano trattati ingiustamente (grandi magazzini, tavole calde). Generalmente un raduno di preghiera precedeva queste azioni che mettevano seriamente in pericolo tutti coloro che vi partecipavano.
Nell’estate del 1963 un corteo di oltre 200.000 persone invase il centro di Washington invocando la legge sui diritti civili. Oltre 80.000 partecipanti erano bianchi e marciavano insieme agli altri cantando black and white together («neri e bianchi insieme»). King fu l’ultimo degli oratori e il suo discorso fu accolto da applausi scroscianti: «Io ho un sogno: – egli disse – che i miei quattro figli piccoli potranno vivere un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere».
Il 1964 fu un anno importante. A febbraio, dopo un duro scontro, venne approvata la legge sui diritti civili: erano vietate le discriminazioni per l’iscrizione ai registri elettorali ed era sancito l’obbligo di ammettere tutti i cittadini, senza distinzioni di razza, a qualsiasi scuola o esercizio pubblico (ristoranti, alberghi, campi sportivi, musei). La battaglia doveva, però, durare a lungo e negli Stati del Sud – Alabama e Mississippi – i neri venivano ancora picchiati e uccisi dai razzisti bianchi del Ku-Klux Klan, un’organizzazione semiclandestina responsabile di numerosi atti di violenza. L’effettiva uguaglianza tra bianchi e neri era un obiettivo ancora lontano da raggiungere.
A metà degli anni Sessanta il movimento per i diritti civili si spaccò: un gruppo di attivisti neri si oppose alle scelte moderate e pacifiste di King e diede vita a forme di protesta più radicali caratterizzate dallo slogan black power («potere nero»).
Il 4 aprile 1968 Martin Luther King fu assassinato a Memphis, nel Tennessee, con un colpo di fucile, mentre era affacciato al balcone di un albergo. Il suo assassino, un bianco, dichiarò di aver agito da solo.