KNUTZEN, Martin
Pensatore tedesco, nato a Königsberg il 14 dicembre 1713, morto ivi il 29 gennaio 1751. Professore straordinario di logica e metafisica all'università di Königsberg, vi insegnò dottrine che si proponevano di conciliare le sue convinzioni pietistiche col sistema filosofico di Cristiano Wolff. Ebbe tra i suoi scolari il Kant, che subì da lui un influsso decisivo per la sua formazione intellettuale, assorbendone tanto il primo fondo di cultura wolffiana quanto l'orientamento fisico-matematico della scienza, poi rimasto a base della sua critica. E, morto il K., il Kant concorse per succedergli, ma ciò non poté accadere, per la soppressione, che l'università fece, di quello straordinariato.
Sua opera principale è il Systema causarum efficientium (Lipsia 1745), che insiste soprattutto sulla sostituzione del concetto dell'armonia prestabilita con quello dell'influxus physicus, già enunciata nella Commentatio philosophica de commercio mentis et corporis per influxum physicum explicando (Königsberg 1735; 2ª ed., 1745). Dal punto di vista della rielaborazione delle idee pietistiche, di cui attenua il rigorismo, lo scritto più importante è il Philosophischer Beweis von der Wahrheit der christlichen Religion (nei Königsberger Intelligenzblätter, 1739-40, e poi in volume, Königsberg 1740; 5ª ed., 1763).
Bibl.: B. Erdmann, M. K. u. seine Zeit, Lipsia 1876; D. Nolen, Les maîtres de Kant, in Revue philosophique, VII-IX (1879-80); M. van Biéma, M. K., le critique de l'harmonie préétablie, Parigi 1908.