GREIF, Martin
Pseudonimo, assunto poi come nome legale, dal poeta tedesco Friedrich Hermann Frey, nato a Spira il 18 giugno 1839, morto a Kufstein il i° aprile 1911. Abbandonò nel 1867 il mestiere delle armi per dedicarsi, incoraggiato da E. Mörike, alla poesia. Visse, tranne un lungo soggiorno viennese, a Monaco.
Aveva incominciato con un componimento epico: Die Schlacht von Leipzig (1863). Provatosi nella drammatica con un Hans Sachs (1866), si ritenne in breve abbastanza forte da tentare la tragedia. Suo primo ispiratore fu Schiller: e al Wallenstein può ricondursi il Korfiz Uhlfeldt (1874), cui seguirono dal '76 al '78: Nero, Marino Falieri, Liebc über alles, Francesca da Rimini, rappresentati con successo a Vienna e altrove. Di anche maggior favore godettero i drammi patriottici: Prinz Eugen (1880), Heinrich der Löwe (1887), Die Pfalz im Rhein (1887), Konradin (1889), Ludwig der Bayer (1891), a cui si aggiunsero ancora una Agnes Bernauer (1894) e un General York (1899). Oggi quei drammi, morti alla scena, paiono anche alla lettura sbiadite e macchinose immaginazioni. E piuttosto si cerca il valore poetico del G. nella sua lirica. Aveva pubblicato nel 1868 il suo primo, poco notato, volume di poesie; lo accrebbe in suceessive edizioni, rinnegando i componimenti meno indipendenti e conquistandosi un pubblico man mano più largo (v. M. G.'s. Gesammelte Werke, voll. 5, Lipsia 1909-12).
Il G. non può annoverarsi tra i poeti del cosiddetto gruppo monachese, gli artisti della forma eletta, ma nemmeno è il lirico elementare quale fu celebrato. È il cantore dei brevi istanti lirici, delle semplici sensazioni naturali, che trae volentieri alla luce la poesia che si può trovare negli stati d'animo, nei sogni, nelle riflessioni della vita comune. I suoi versi hanno spesso l'andamento del Volkslied, ma facilmente cadono nelle forme già fissate dall'interpretazione letteraria, specie quella degli Svevi dell'Ottocento: sono perciò volta a volta di linee snelle e di fresca gentilezza oppure di taglio convenzionale e d'effetto oleografico. Per la loro facilità ritmica vennero musicati in buon numero: e anche grazie alla musica parecchie liriche del G. continuano a mantenersi popolari. Minor valore hanno le ballate, gli epigrammi e le poche novelle.
Bibl.: W. Kosch, M. G. in seinen Werken, Lipsia 1907; S. M. Prem, M. G., 3ª ed., Lipsia 1911.