Scrittore francese (Neuilly-sur-Seine 1881 - Bellême, Orne, 1958). Nato in una famiglia dell'alta borghesia cattolica, si diplomò in paleografia all'École des chartes, derivando da questa formazione la propensione al rigore dell'analisi e alla documentazione scientifica. Dopo ricerche erudite (L'abbaye de Jumièges, 1909) e tentativi romanzeschi (Devenir, 1909; L'une de nous, 1910), si fece conoscere con un romanzo sociale in parte ispirato all'affare Dreyfus, Jean Barois (1913). Accolto nell'ambito della Nouvelle revue française, conquistò la fama (consacrata nel 1937 dall'assegnazione del premio Nobel per la letteratura) a mano a mano che venne pubblicando gli otto romanzi del ciclo Les Thibault (Le cahier gris, 1922; Le pénitencier, 1922; La belle saison, 1923; La consultation, 1928; La sorellina, 1928; La mort du père, 1929; L'été 1914, 3 voll., 1936; Épilogue, 1940), opera che appartiene essenzialmente alla grande tradizione del romanzo realista francese (racconta le vicende di due famiglie borghesi, una cattolica, l'altra protestante, fino alla conclusione della prima guerra mondiale), ma con un senso doloroso della storia e dell'inquietudine moderna. Nutrì un vivo interesse anche per il teatro, per il quale scrisse due farse contadinesche (Le testament du père Leleu, messa in scena nel 1914 da J. Copeau; La gonfle, 1928) e un dramma incentrato sull'omosessualità, Un taciturne, rappresentato nel 1932 da L. Jouvet. Scrisse inoltre due brevi racconti, Confidence africaine (1931), storia di un incesto, e Vieille France (1933). Durante l'occupazione tedesca si trasferì a Nizza, dove nel 1942 cominciò la stesura di un nuovo ciclo romanzesco, apparso incompiuto dopo la sua morte (Le Lieutenant-colonel de Maumort, 1983). Postumi sono apparsi anche i suoi carteggi con A. Gide (3 voll., 1968-71) e con J. Copeau (2 voll., 1972). Nel 1979 è cominciata la pubblicazione della Correspondance générale, giunta al VII vol. nel 1992, e sempre nel 1992 è apparso il I vol. (1892-1919) del suo Journal.