MARTIGNAC, Jean-Baptiste-Sylvère Gay, visconte di
Uomo politico francese, nato a Bordeaux il 20 giugno 1778, morto a Parigi il 3 aprile 1832. Già segretario di E.-J. Sieyès nel 1798, non esercitò alcuna parte politica durante l'impero, limitandosi alla proficua attività d'avvocato, che alternò con piacevoli occupazioni letterarie. Realista convinto e fedele, protesse lo scampo della duchessa d'Angoulême durante i Cento giorni (e di questo episodio lascerà più tardi ricordo nel suo Bordeaux au mois de mars 1815, Parigi 1830). Alla Restaurazione fu nominato avvocato generale alla corte reale di Bordeaux e poi procuratore generale a Limoges (1819). Nel 1821, eletto deputato di Marmiande, fece parte della maggioranza parlamentare che appoggiava il ministero presieduto da J. Villèle. Oratore magnifico, sostenne vivaci lotte contro l'opposizione e contribuì a far trionfare la legge sulla stampa del 1822 e l'idea della spedizione in Spagna nel 1823. A questa (cui dedicò più tardi l'Essai historique sur les révolutions d'Espagne et l'intervention française de 1823, pubblicato postumo nel 1832) partecipò come commissario civile, invano tentando di moderare gli eccessi dei partigiani dell'assolutismo. Consigliere di stato fin dal 1822, ministro di stato e visconte al ritorno di Spagna, il M. temperò gradatamente i suoi convincimenti conservatori accostandosi ai dottrinarî. Caduto il Villèle quando le elezioni del 1827 rafforzarono il partito liberale, il M. fu nominato ministro dell'Interno (4 gennaio 1828), con il compito di attuare una politica di compromesso e di moderazione. Vero capo, di fatto, del ministero, pur non essendolo formalmente, legato a J.-E. Portalis, a J.-G. Hyde de Neuville e agli altri moderati, nei 15 mesi del suo governo si mostrò tollerante e progressista temperato. Il ristabilimento della libertà di stampa e le famose ordinanze del 16 giugno 1828 che sottraevano l'insegnamento all'ingerenza dei gesuiti gli assicurarono larga popolarità. Ma la politica del M. scontentò Carlo X, che profittando della difficile posizione del ministro, combattuto dalla destra e dalla sinistra coalizzate contro di lui, lo sostituì il 9 agosto 1829 con il ministero reazionario di J. Polignac. M. votò l'indirizzo dei 221 nel marzo 1830, ma non ebbe più alcuna parte politica. Fedele alla legittimità, difese nobilmente davanti alla Camera dei Pari il suo successore Polignac, quando, dopo la rivoluzione di luglio, fu sottoposto a processo (dicembre 1830).
Bibl.: E. Daudet, Le ministère de M. de Martignac, Parigi 1875.