MARSICA
Era così denominato anticamente il territorio che si estendeva intorno al lago Fùcino, ad esclusione delle sponde nord-occidentali abitate dagli Equi. La M. era attraversata dalla via Valeria che passava per Cerfennia, a N del lago (C.I.L., ix, 7978) e quindi proseguiva per Corfinio e Ostia Aterni. I suoi abitanti furono iscritti alla tribù Sergia insieme con i Peligni, ed il territorio incorporato nella regione IV. Nel IV sec. i Marsi appartenevano alla provincia Valeria.
Marruvium (S. Benedetto dei Marsi) e Antinum (Civita d'Antino) furono le due città principali; altri centri abitati notevoli di cui abbiamo tracce monumentali: Cerfennia (Collarmele), Supinum Vicus (Trasacco), Lucus Angitiae (Luco). Esisteva forse anche una città detta Anxa (Plin., Nat. hist., III, 106: Marsorum Anxatini).
A Luco, dove aveva sede un santuario di Angitia, vi sono resti di mura poligonali. Numerose fortificazioni sono sparse in tutto il territorio marsico, specialmente sulle alture presso Villavallelonga, a difesa del confine con i Volsci.
Per la sistemazione delle acque del lago, molto instabili, fu attuato nel 52 d. C. il parziale prosciugamento di esse, per mezzo di un emissario artificiale. Questo fu migliorato sotto Traiano e Adriano, e rimase efficiente fino alla prima metà del sec. VI, quando la regione fu devastata dalla guerra gotica. La sua imboccatura, in opera mista, è tuttora visibile sulla sponda occidentale del bacino prosciugato.
La M. fu popolata da genti di stirpe sabellica, linguisticamente più affini al gruppo latino che a quello umbro-oscovolsco, in quanto la labiovelare arioeuropea ???SIM-07???ku in dialetto marsico dà esito qu- e non p-. I contatti stabili da parte dei Marsi con comunità di lingua latina risalgono alla fine del sec. IV, in seguito all'invio da parte di Roma di coloni ad Alba Fucente - 303 a. C. - in territorio equo, a 20 km circa da Marruvium. Le prime iscrizioni latine si possono attribuire alla fine del III o agli inizî del Il sec. a. C., la più nota su tessera hospitalis da Trasacco (Not. Sc., 1895, pp. 5-13) mentre in un periodo compreso tra il 300 e il 150 a. C. devono essere inclusi i pochi documenti in dialetto marsico (Vetter, 224-8) tra cui l'iscrizione di Caso Cantovio, da Luco. L'alfabeto della M. orientale presenta alcune varianti, rispetto a quello di Luco, che devono attribuirsi all'influsso degli alfabeti del versante adriatico.
Bibl.: E. Lear, Illustr. Exc. in Italy, Londra 1846, tav. V; C.I.L., IX, pp. 3649-3905; H. Nissen, Ital. Landesk., II, Berlino 1888, pp. 450-57; R. S. Conway, The Italic Dialects, Cambridge 1897, pp. 289-299; E. Abbate, Guida dell'Abruzzo, Roma 1903; Philipp, Pauly-Wissowa, XIV, 1928, c. 1977 ss., s. v. Marsi; G. Devoto, Gli ant. italici, Firenze 1951, passim; E. Vetter, Handbuch der italischen Dialekte, I, Heidelberg 1953; C. C. van Essen, in Papers of the British School at Rome, XXV, 1957, pp. 22-38. Per i giacimenti preistorici cfr.: A. M. Radmilli, in Bull. Paletn. It., N. S., IX, 1954-55, pp. 74-105; id., in Boll. Soc. Geol. It., LXXV, 1956, pp. 94-116; id., in Atti Soc. Tosc. Sc. Nat., 1957, pp. 40-48.