BRANDO, Marlon (App. III, 1, p. 257)
Attore cinematografico. Le sue qualità solide e sicure, sorrette dallo studio e dal talento, hanno continuato a farne, anche in questi anni, una delle personalità più rappresentative dello schermo americano, nonostante la sua dichiarata tendenza a isolarsi, in polemica con Hollywood e con il "sistema". Le sue interpretazioni di più saldo rilievo, dal '60, si sono avute in Mutiny on the Bounty (Gli ammutinati del Bounty), di Lewis Milestone (1960); The Chase (La caccia), di Arthur Penn (1966); Reflections in a golden eye (Riflessi in un occhio d'oro), di John Huston (1967); A Countess from Hong Kong (La contessa di Hong Kong), di Charlie Chaplin (1967); Queimada, di Gillo Pontecorvo (1969); The Godfather (Il Padrino), di Francis F. Coppola (1970), che gli ha ottenuto il secondo Oscar della sua carriera; Ultimo tango a Parigi, di B. Bertolucci (1972). Nel 1961 ha anche diretto un film, One-eyed Jacks (I due volti della vendetta), affidato agli schemi consueti del western, risolti però con personale intuito psicologico e secondo una cifra che, a taluni critici, è parsa ricordare il cinema di Stroheim.