Pseudonimo della scrittrice ucraina Marija Aleksandrovna Vilinska (Ekaterinovka, Orël, 1834 - Nal´čik 1907), russa di nascita ma stabilitasi in Ucraina, di cui adottò anche la lingua, dopo il matrimonio (1851) con l'etnografo ucraino O. Markovič. Esordì nel 1857 con Narodni opovidannja ("Racconti popolari"), che riscossero un immediato successo anche in Russia, dove uscirono nel 1859 nella traduzione di I. Turgenev. L'impegno sociale, rivolto in primo piano al mondo contadino, e le ambientazioni romantico-folcloristiche caratterizzano tutte le opere della V., che dopo i provvedimenti presi contro l'uso della lingua ucraina, furono scritte per la maggior parte in russo. Accanto ai racconti per l'infanzia Karmeljuk (1865) e Marusja (1871), si ricordano: Živaja duša ("Un'anima viva", 1868); Zapiski pričetnika ("Appunti di un partecipante", 1870); Otdych y derevne ("Riposo in campagna", 1899); Vstreča ("L'incontro", 1906).