MARIS
Nome etrusco di una divinità generalmente considerata come il corrispondente etrusco dell'Ares-Marte greco-romano, ma il cui carattere è in realtà assai mal definito. Infatti il nome M., inciso sugli specchi, indica figure tipologicamente diverse l'una dall'altra: talvolta è un giovane nudo o coperto di un mantello, talvolta è un uomo barbato; una volta la figura appare alata.
Su due specchi, uno da Chiusi, ora a Berlino, uno da Bolsena, ora al British Museum, i nomi di M. indicano dei bambini infanti. In ambedue i casi al centro della composizione è un'anfora, sulla quale siede o è immerso fino al petto un fanciullino (Maris-hursnana), sorretto da Menrva. Sullo specchio di Berlino compaiono ancora: un giovane seminudo, a destra di Menrva, e a sinistra Turan e un giovane nudo con un bambino poggiato sul ginocchio: i nomi di Leinth e di M. - halna designano le due figure. Sullo specchio del British Museum a destra di Menrva sono Turan, Laran (giovane nudo) e una donna seminuda con un bambino (M. - halna) in braccio, a sinistra Uni e poi Turms con un altro fanciullino sul ginocchio (M. - isminthias). L'inconsueta età di M., la contemporanea presenza in una stessa scena di più figure indicate con lo stesso nome M., l'aggiunta di appellativi di non chiaro significato contribuiscono a rendere assai difficile e comunque sempre quanto mai ipotetica l'interpretazione delle raffigurazioni di questi specchi. Una scena molto simile è graffita su una cista prenestina, dove però tutte le divinità sono designate con nomi latini; inoltre il fanciullo (uno solo) indicato come Mars poggia su un'urna da cui escono fiamme, è assai più grandicello dei M. degli specchi e, diversamente da questi, è completamente armato (elmo, scudo, lancia, corazza). Tutto ciò potrebbe essere indicativo a proposito della differente natura delle due divinità. È da notare infatti che M. (anche quando è rappresentato adulto) non sembra mai caratterizzato precipuamente come dio guerriero: unico attributo è la lancia che, sola, non è sufficientemente determinativa; per lo più la figura è nuda e anche la testa è scoperta o cinta di una semplice benda. Quanto ai due specchi trattati, si potrebbe pensare ad un rapporto di dipendenza dalla cista, alla quale sono posteriori: i nomi non è difficile siano stati scelti in base all'omofonia, senza troppa preoccupazione per il significato che la scena assumeva, il che non contrasterebbe con la prassi figurativa degli specchi etruschi. Il rapporto linguistico fra M. e Mars è accettabile, anche se non facilmente spiegabile.
Monumenti considerati. - Specchio di Berlino: Gerhard-Körte, Etr. Sp., ii, Berlino 1840-57, tav. clxvi. Specchio del British Museum: id., op. cit., iii, tav. cclxxxvii b. Cista prenestina: Mon. Inst., ix, tav. lvii.
Bibl.: I. Roulez, in Ann. Inst., 1872, p. 216 ss.; F. Marx, in Arch. Zeit., 1885, col. 169 ss.; W. Deecke, in Roscher, II, 1894-97, c. 2375 ss., s. v.; E. Fiesel, in Pauly-Wissowa, XIV, 1930, cc. 1805 ss., s. v.
(S. De Marinis)